Il Famiglio è un fantasy su base storica ambientato durante l’inquisizione spagnola a Madrid.
La protagonista, Luzia, è una domestica che inizia a usare le sue capacità per intrattenere, ma qualcuno la nota e da lì inizia la sua avventura… o disavventura.
Luzia viene selezionata per partecipare a una sfida tra persone dotate di capacità speciali considerate “benedette” e legate al signore, il vincitore dovrà servire a corte, il rischio è passare dalla santità alla stregoneria e finire giustiziati. La coerenza… Luzia è presa in custodia da un nobile con un famiglio, il quale dovrà insegnare alla giovane a usare i suoi poteri. Luzia all’inizio è quasi una bambina indisponente ma la durezza della vita la porta a cambiare. La storia della sua famiglia è profonda e tormentata, e le conferisce tridimensionalità.
Shadolove è un urban fantasy un pizzico violento, che intrattiene, con una protagonista, Lily, una vampira, tormentata dalla sua condizione, sboccata quanto basta, assolutamente cazz*** con un senso di giustizia molto personale, e che conduce una battaglia contro i mostri, i veri mostri, una battaglia che a mio parere avrebbe meritato più scene.
Il romanzo è diviso in tre tempi, tre momenti diversi dell’esistenza di Lily, scelta giusta per aiutarci a comprendere la sua mente e il suo modo di agire ma ho trovato questi segmenti temporali sbilanciati.
Wolf Lineage è un urban fantasy romance, usiamo anche il termine romantasy che pare più in voga, a base di adolescenti e lupi.
L’ambientazione è contemporanea e ci muoviamo nelle fredde terre del Canada.
La protagonista, Sophie, ha 16 anni ed è alle prese con le prime esperienze sia da umana che da lupa, e come se non bastassero le preoccupazioni si aggiunge la componente extra: lei è diversa e non sa come gestire questa diversità che si impossessa di lei facendole perdere il controllo. Accanto a lei Cédric e Jean, il primo membro del suo branco, i Neri, l’altro invece membro dei Rossi.
Foxglove è un romanzo che parte lentamente e in modo ripetitivo: un altro omicidio che tocca risolvere a Signa con l’aiuto della cugina, guarita, Blythe.
Entra in gioco Fato, fratello di morte, sviluppando un finto triangolo che allude anche a un quadrato, ma niente è come sembra. Signa e Morte in questo romanzo sono più uniti e bramosi che mai.
Parte della trama è simil Bridgerton e qui vien “la noia”, anche se c’è un risvolto scandaloso che mi è piaciuto. La parte interessante, soprannaturale, si sviluppa solo alla fine.
Blythe dopo la guarigione diventa forte, interessante, indisponente, a volte anche fastidiosa, riesce a mettere anche Signa in ombra… ah no quello è Morte. Piccolo appunto personale: le interazioni tra Signa e Morte sono forse tra le meno appassionanti mai lette tra due amanti.
I due protagonisti maschili che hanno il fascino di un sasso ricoperto di muschio, per me sono irritanti e il loro rapporto non è particolarmente approfondito, si odiano per un evento passato e questo basta per mandare avanti la storia.
In generale questa storia ha momenti molto piatti e vi devo dire che se si fosse calcata maggiormente la mano su Blythe e Fato, qualcosa di più accattivante sarebbe potuto saltar fuori, perché tra i due c’è quella scintilla di tensione che avrebbe potuto dar soddisfazione. Magari nel prossimo romanzo ci sarà la vampa, chissà.
La storia di Signa ha ancora dei lati inesplorati, alcuni rimasti nel primo volume. Verranno ripresi? Boh.
E poi chicca finale: due personaggi non rivelano una scoperta importante agli altri due, perché? Per dispetto… e serve questo stratagemma per un terzo volume.
Narrazione in terza persona POV alternato, stile poco avvincente, ritmo lento, come ho detto a volte mi sono annoiata.
Onestamente non so se sono soddisfatta di questo romanzo.
POSSIBILE SPOILER
Nota, se stonata valutate voi: nella famiglia di Signa oltre lei c’è
qualcun altro di “speciale”, che sia il caso o che abbia una genesi non è
dato saperlo, al momento, ai miei occhi, appare come un eccesso, una
forzatura per mettere altra carne al fuoco. Possibile che nella stessa
famiglia ci siano due persone legate al soprannaturale?
Signa Farrow non riusciva a non pensare a quel fiore così affascinante e così tossico, e alla residenza della sua famiglia che ne condivideva il nome comune, Foxglove, digitalis purpurea, mentre fissava il cadavere dell'ex duca di Berness." Un uomo è stato assassinato. Il signore di Thorn Grove è stato incastrato. E Fato, l'inafferrabile fratello di Morte, ha preso residenza in un sontuoso palazzo lì vicino. Fato è determinato a vendicarsi, dopo che Morte ha preso la vita della donna che amava molti anni vuole Signa per sé, a qualunque costo. Signa e sua cugina Blythe sono certe che Fato possa aiutarle a salvare Elijah Hawthorne dall'ingiusta prigionia, ma più tempo trascorrono con lui, più spaventosa diventa la loro realtà. Signa inizia a mostrare nuovi poteri che la collegano al passato di Fato. Misteri e pericoli si annidano dietro ogni angolo e le due cugine devono imparare a capire di chi fidarsi, mentre i loro destini rimangono in bilico tra gli omicidi mai svelati che perseguitano la loro famiglia e gli inaspettati giochi di Fato... Audace, pieno di suspense e seducente, il seguito della storia tra Morte e Signa è tanto romantico quanto pericolosamente mortale.
Arrivati a questo 3 volume della serie troviamo una novità, sì nonno, nipote maiali infetti, ma anche uno spaccato della genesi del virus che ricorda un po’ una certa pandemia… i filoni narrativi diventano 2, il presente con nonno e nipote e il passato con un nuovo personaggio: Lando. Su questo devo fare un appunto, avrei segnalato meglio il cambio di visione.
Lando è un personaggio che ricorda la condizione di molti giovani d’oggi, lontano da casa e dagli affetti per lavorare, che sente il peso della distanza. Questo fa tristezza e quasi più paura degli zombie perché è un qualcosa di reale. Se succedesse qualcosa ai nostri cari e ci trovassimo lontani, chiusi in casa per cause di forze maggiore… sarebbe orribile. Ops…
Insomma, Lando ci avvicina molto a questa storia di fantasia.