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25 ottobre 2021

REWIEW PARTY - L'impero del vampiro di Jay Kristoff | Mondadori

L’impero del vampiro di Jay Kristoff è un romanzo che presenta una forte contrapposizione tra lati positivi e negativi, una lettura non facile, a tratti pesante; ma una storia che ha elementi particolari, nonostante talvolta rimandi ad altre opere.
Vi avviso sarà un post lungo.
 
Il testo si presenta come un racconto nel racconto dove il protagonista si racconta, appunto, a un vampiro. Questo modo di portare avanti le vicende ha delle complicazioni e come se non bastasse vi sono tre tempi della narrazione: presente, passato e un passato ancor più remoto, come un viaggio nel tempo discontinuo, un viaggio che dovrebbe essere caratterizzato da avventura e lotte, ma che tergiversa restando spesso in stallo.

Il protagonista è Gabriel, un cacciatore di vampiri alla Blade ma di un altro tempo, lui appartiene a un Ordine di cacciatori che fonda le radici in una religione simile alla nostra che però mai è citata, anzi, l’autore ne cambia nomi e simboli, una rielaborazione che ho apprezzato, l’ho trovata interessante.

Il mondo è una landa desolata oscurata da una perenne eclissi che sta, ovviamente, uccidendo ogni cosa e ha dato modo alle creature della notte di uscire dall’ombra: vampiri.

I vampiri sono divisi come di consuetudine in classi e vi sono anche dei vampiri zombie, ovvero, vittime che non trasformandosi subito, quando si risvegliano dopo giorni o settimane, sono decomoposte e chiamate abbietti, che io ho ribattezzato zompiri, cioè zombie-vampiri, passatemi il termine, alla ricerca di sangue anziché carne o cervello. Questa è una stravagante novità nel genere, però qualche dettaglio in più su come si trasformino gli umani sarebbe stato gradito.

I cacciatori di vampiri sono sangue misto, nati da un’umana e un vampiro, al di là della polemica sulla procreazione dei vampiri che si ripete dai tempi di Twilight, anche qui aleggia un certo mistero e non detto. Per quanto mi riguarda, non capisco perché i vampiri che si ritengono superiori e quant’altro dovrebbero accoppiarsi con un’umana per figliare e non solo per sfogare gli istinti. Hanno sentimenti? Un secondo fine ignoto? Non si parla molto di questo, eppure i cacciatori di vampiri esistono e non sono casi isolati siccome ci si fonda un Ordine. 
 


La storia del nostro cavaliere, cacciatore, Gabriel si divide in momenti: quello dell’intervista, la missione, la formazione. Il protagonista è freddo, certo motivatamente freddo per i trascorsi, ma è difficile legarsi a lui o provare simpatia. La sua caratterizzazione a tratti vacilla
, perché ci sono cambiamenti repentini che non sono motivati, come ad esempio la sua improvvisa fede che sarebbe plausibile e ben inserita se ci fossero state date testimonianza di essa nella sua infanzia prima di entrare nell’Ordine religioso ammazza vampiri. Di costante c’è il suo sarcasmo, atteggiamento rude e modo di rivolgersi colorito. Cosa lo muove? La vendetta.

Il protagonista è il fulcro di ogni cosa, non ha spalle adeguate, vi è sì una serie di personaggi secondari ma sono figure sfuocate che quando entrano in gioco non lasciano il segno e quando l’abbandonano si resta indifferenti, e questo penso sia un tratto negativo, perché il protagonista anaffettivo già allontana, gli altri personaggi dovrebbero compensare attirando il lettore a loro, come per creare più ancore. Fattore ad accomunare i personaggi è il non essere monocolore, non sono bianchi o neri, positivi o negativi, hanno una loro sfumatura.

Gli antagonisti sono ovviamente i vampiri, tutti derivano da un anziano dal potere distintivo, un potere che ovviamente si dirada nella scala delle trasformazioni, una bella trovata oltre allo stemma di casata. La forza dei vampiri pare indiscussa, eppure quelli che dovrebbero essere più forti nella lotta sono poco convincenti. Ad esempio, non capisco perché un esercito si debba fermare alle porte di un paesello e trattare quando potrebbe raderlo al suolo. Se non si sviluppa bene questo punto, alleggia il non senso. Se ci poni un Danton Voss Bestia di Vellene ci si aspettano meno chiacchiere e più sangue. Altrimenti sarebbe stato Danton Voss il negoziatore di Vellene.

Il romanzo lo definirei un fantasy horror, ci sono scene sanguinolente che potrebbero dar fastidio, da amante di entrambi i generi ho apprezzato la crudezza.

Come anticipato il romanzo nasce da un’intervista dove il protagonista si racconta, ma il filo conduttore della parte raccontata da Gabriel è la ricerca del Graal per dissolvere l’eclissi che ha oscurato il Sole e portato alla catastrofe e ai vampiri a sopraffare gli umani. Questa parte è poco originale per come si sviluppa e non capisco come mai non si sia stato usato un altro oggetto sacro, magari inventato, così come è stata reinventata la religione. Già l’Ordine di cacciatori fondato sulla religione rimanda ai templari, inserirci anche il Graal non ha aiutato a discostarsi da quel filone.

Come predetto la lettura non è semplice, a tratti risulta pesante, non solo per i salti temporali ma anche perché ci sono pagine e pagine di chiacchiere dove non accade niente di esaltante ma lo stile dell’autore è diretto, fortunatamente.

L’ambientazione appare piatta, ho immaginato distese di bianco e grigio, sotto un cielo plumbeo dove all’orizzonte vi è qualche paesino di tanto in tanto. Un po’ stile apocalisse. Ci troviamo, presumibilmente, in Francia, anche se la Francia non è mai nominata, i termini francesi indicano questo. Il testo ovviamente è in italiano, ma ogni tanto i personaggi si chiamano con appellativi francesi, come chevalier invece di cavaliere, una scelta forse bizzarra, ma non mi è dispiaciuta, in un certo qual modo il francese ha dato un qualcosa in più all’atmosfera. Sono strana? Forse.

A fine lettura ho avuto una sensazione di insoddisfazione, da un lato: una storia articolata, precise caratteristiche assegnate alle creature, una religione rielaborata, un’eclissi perenne, e anche l’idea dell’intervista potenzialmente interessante se ben gestita, ma d’altro canto vi è una confusione, una mancanza di informazioni e una mal gestione di fatti e personaggi che non sono riuscita a scrollarmi di dosso senza contare i punti interrogativi senza risposta. Insomma, tanti elementi eccellenti buttati nel mucchio senza accortezza. Fretta di pubblicare?


Consiglio L’impero del vampiro di Jay Kristoff? Se avete pazienza e vi piace andare per deduzioni senza avere chiare indicazioni, allora sì. Se vi piacciono le ambientazioni quasi post apocalittiche, le atmosfere cupe, la costante sensazione di angoscia e pericolo, e il sangue, ribadisco il sì.

Se preferite storie senza rimandi ad altre opere popolari, spiegazioni precise e puntuali, e un ritmo incalzante, forse non fa per voi.


🚦 Resoconto in punti

Negativi
🔴Salti temporali
🔴Molti momenti di stallo che rallentano il ritmo
🔴Mancanza di informazioni, date forse per scontate
🔴Personaggi secondari

In bilico
🟠Protagonista
🟠Ambientazione
🟠 Rimandi volontari o meno ad altre opere

Positivi
🟢 Caratterizzazione vampiri
🟢 Stile diretto e crudezza
🟢 Interessanti rielaborazioni



Le altre recensioni le trovate su...
 
Sono passati ventisette lunghi anni dall'ultima alba. Per quasi tre decenni, i vampiri hanno mosso guerra all'umanità; hanno costruito il loro impero eterno, a costo di demolire il nostro. Ormai, solo poche minuscole scintille di luce resistono in un mare di oscurità. Gabriel de León, metà uomo, metà mostro e ultimo dei Santi d'argento – confratello nonché una delle migliori spade del sacro Ordine d'argento, dedito a difendere il regno dalle creature della notte –, è tutto ciò che si frappone tra il mondo e la sua fine. Imprigionato dagli stessi mostri che ha giurato di distruggere, è costretto a raccontare la sua storia. Una storia di battaglie leggendarie e amore proibito, di fede perduta e amicizie trovate, della guerra del Re Sempiterno e della ricerca dell'ultima speranza rimasta all'umanità. Il Sacro Graal.



Testo fornito dall'editore

2 commenti:

  1. Accidenti, che bellissima recensione! Lunga sì, ma che si legge in un baleno! Complimenti! Non credo che questa storia faccia per me, ma ne sono comunque affascinata!

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