RECENSIONE - Powerless. Potere e inganno di Lauren Roberts (Powerless 1) | Newton Compton Editori

Questa non è una recensione su Powerless… è un mezzo sclero!

Il romanzo è partito anche bene presentando un mondo dove esistono Eletti (persone con poteri) e Ordinari (senza poteri) perseguitati dai primi perché inferiori e causa di indebolimento. Ci sta. 

Cosa ha portato la mutazione? Una malattia: la peste. Ora io non so perché piazzare una malattia esistente in uno spazio-tempo inventato, mi sembra un’ingenuità, l’autrice avrebbe potuto personalizzare questo elemento e staccarsi dal reale.

La protagonista Paedyn è ordinaria ma si spaccia per eletta, una psichica, usando l’ingegno: non legge la mente ma usa le deduzioni, come un mentalista, e questo elemento mi è piaciuto tantissimo, ma sapete quante volte sfoggia questa abilità? Si contano sulle dita di una mano e solo a inizio romanzo. Una delusione!

Lui, Kai, l’esecutore del re, nonché principe non ereditario, ha il compito di eliminare gli Ordinari nel regno, e vi giuro che i sospetti sulla protagonista cadono in due secondi e non dubiterà mai più delle sue facoltà. Kai è presentato come un flagello, ma in realtà le volte che diventa violento è per proteggere Paedyn, per il resto…  

Enemies to Lovers dove? Mannaggia la Peste, cit*, Kai diventa sottone al primo incontro, il massimo che fa è punzecchiare la protagonista, in altre parole: ci flirta! Lei respingente fuori ma cotta dentro! Questa è una seconda delusione, perché se in Fourth Wing c’era una minima ostilità, qua anche meno… Cioè sarebbero nemici in teoria, ma conta la teoria? Perché in pratica loro giocano a fare i nemici: flirtano con pugni e pugnali, ma non ci sono reali cattive intenzioni. 

Piccolo OT. Sui social ho visto che la maggior parte dei lettori ama gli Enemies to Lovers, poi vedo i libri citati e l’Enemies to Lovers passa in 1800 battute spazi inclusi, ed è proprio il caso di Fourth Wing e Powerless. A questo punto mi chiedo, ma siete sicuri che vi piaccia l’enemies to lovers? Bisognerebbe creare un trope apposito: fake enemies to real lovers. Torniamo alla recensione… 

Passiamo agli Hunger Games, cioè al torneo dell’epurazione. Non ho capito il senso né le dinamiche.
Come se Snow facesse partecipare i figli di Capitol nei giochi. In questo torneo partecipano gli Eletti, quelli con i poteri, non gli ordinari.
Inoltre, non è chiaro se nel torneo i partecipanti debbano uccidersi. Pare di no, ma i concorrenti vogliono uccidersi, punto. Ah, che bella l’umanità. 

Durante le prove ci sono momenti assurdi: Paedyn e Kai che ballano nel mezzo del bosco e di una prova? Paedyn con una gamba maciullata zoppica solo? Paedyn prende talmente tante botte in questo libro che pare la donna d’acciaio.  Io se solo sbatto il mignolo mi devono prendere i sali. Scherzo… 

Dove c’è un governo prepotente c’è una resistenza, ma quando entra in gioco è qualcosa di ridicolo. Tu Ordinario che hai un minimo vantaggio e non sai per quanto rispetto agli Eletti non perdi tempo in chiacchiere, non perdi tempo ad annunciare i tuoi propositi, AGISCI! 

Io capisco che alcune scelte servano a mandare avanti la storia e a prolungarla, ma bisogna cercare di rendere il tutto credibile.

Paedyn ci affligge con il ricordo che ha dell’uccisione del padre per mano del re, un trauma talmente forte che lo riflette sul principe ereditario Kitt che ha la colpa di avere gli stessi occhi del padre. Anche questo elemento, puff, è distrutto dall’autrice… 

A volte mi sono quasi sentita presa in giro.

La scrittura è semplice, narrazione in doppio pov alternato, in prima persona al presente, un romanzo che si legge velocemente. Ho apprezzato la buona presenza di dialoghi, meno alcune descrizioni e l'insistere su alcuni particolari.

 
Per quanto riguarda la trama ha una base quasi distopica, ma che dedica troppo spazio al flirt tra i due protagonisti, si alternano prove e balli in uno schema ripetitivo e per me ci sono delle forzature che non ho gradito e qualche buco di trama. Io leggo senza pensieri però questo romanzo mi ha fatto sorgere davvero molti dubbi e perplessità.

 

Powerless, a mio modesto parere, non è perfetto ma intrattiene non posso dire mi sia dispiaciuto perché nel bene o nel male mi sono anche divertita nel leggerlo. Se non avete grandi pretese e vi piace il romance io ve lo consiglio, ma se gli appunti che vi ho esposto non vi fanno sorridere ma storcere il naso, allora forse questa lettura non fa al caso vostro.

Preda e cacciatore. Uniti dal destino.

Combattenti straordinari, eccezionali e forti, solo gli Eletti sono degni del reame di Ilya. Da decenni possiedono poteri inimmaginabili, che hanno acquisito dopo essere sopravvissuti alla Peste. Gli altri, gli Ordinari, sono solo un incomodo. Quando questi ultimi vengono messi al bando da un decreto reale che dichiara l’assenza di abilità prodigiose un crimine, Paedyn Gray si trasforma in una fuorilegge e in una ladra per necessità. Sopravvivere nei bassifondi da Ordinaria non è per nulla semplice, ma Paedyn sa il fatto suo: sin da bambina, è sempre stata una grande osservatrice, grazie agli insegnamenti del padre. Perciò si finge un’Eletta per sopravvivere e tenersi fuori dai guai. Più facile a dirsi che a farsi. Un giorno, per caso, Paedyn salva uno dei principi di Ilya ed è costretta a partecipare al Torneo di Epurazione: una competizione brutale nella quale gli Eletti sfoggiano le loro capacità, proprio ciò che manca a Paedyn. Qualora riuscisse a uscirne viva, come potrà celare la verità al principe di cui si è innamorata?

Testo fornito dall'editore