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14 aprile 2023

RECENSIONE - Blackwater La fortuna di Michael McDowell (Blackwater 5) | Neri Pozza Editore

Blackwater La fortuna di Michael McDowell è il quinto volume della saga ed è il meno avvincente di quelli letti fino a ora perché dedica gran parte delle pagine a parlarci di come i Caskey espandono le loro ricchezze. A noi fregava saperlo? No. Ci interessava sapere di più sulle creature che sembrano abitare il fiume? Sì. Non che non vi siano riferimenti, anzi, si fanno dei passi in avanti in questo senso ma tutto è affogato dagli affari economici di famiglia. Questo volume poteva essere il più interessante se incentrato sulla vera natura dei personaggi, e invece si perde più tempo a leggere di terre e pozzi che altro. Onestamente non capisco la scelta di dare tutta questa importanza alla fortuna dei Caskey che comunque partono già da una situazione di ricchezza e quindi evolve poco.

Frances tra i personaggi è quella principale, grazie a lei approfondiamo il lato oscuro della famiglia Caskey, lei stessa si sente attratta da quel lato prima sopito.  
Tutti gli altri personaggi sono un contorno, non hanno storie forti dalla loro parte, se non lo strascico di quello che già si sapeva dai volumi precedenti. Nota di merito forse va a Miriam che diventa una donna d’affari in un mondo ancora molto maschilista.  

L’ambientazione è la stessa: Perdido. Alcuni personaggi viaggiano, ma non c’è un approfondimento sugli altri luoghi del romanzo perché fondamentalmente non sono rilevanti.

La narrazione è in terza persona e il ritmo è lento con eventi piatti e ripetitivi.

L’autore era riuscito a  incuriosire fino a Blackwater La Guerra ma con La fortuna abbiamo un forte calo, un romanzo che sembra avere lo scopo di allungare il brodo e che di elementi utili all’evolversi della trama ne presenta pochi e esposti in una manciata di pagine.

Blackwater La fortuna si conclude con un evento importante che si lega alla storyline fondamentale del romanzo che non riguarda certo il fare soldi dei Caskey.

Un volume di passaggio, senza infamia, senza lode, un po’ noioso in alcuni frangenti, spero che il finale non mi deluda.


1946. Come un organismo vivente, la famiglia Caskey si sviluppa e si trasforma. Alcuni affrontano la morte, altri accolgono la vita: tra riavvicinamenti inattesi, rancori sordi e separazioni inevitabili le relazioni si evolvono. Ormai a capo della segheria e punto di riferimento del clan, Miriam lavora instancabilmente per rendere i Caskey sempre più ricchi.
Una scoperta sorprendente e miracolosa – eccetto che per una persona – distribuirà la ricchezza anche in città. Ma sarà sufficiente questa improvvisa fortuna, ora che la natura reclama il suo debito?

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