Salve lettori, oggi ho il piacere di ospitare sul blog Giorgia Penzo è il suo dolcissimo e romanticissimo Ritratto di dama.
Disponibile su amazon. |
romanzo, ho giusto qualche curiosità da
soddisfare. :D
Ciao Ornella, grazie a te per l’ospitalità :)
Ritratto di dama mi par comprenda alcune delle tue grandi
passioni: Parigi e l’arte. Quindi la prima domanda è proprio su Parigi, cosa ti
lega a questa città? Cosa ti trasmette?
Parigi è il mio rifugio, il luogo che più di tutti mi fa
sentire a casa. Non saprei dirti di quale natura sia il filo che mi lega a
questa città; so solo che si è stretto subito, fin dalla prima volta che ho
avuto il piacere di visitarla. Avevo tredici anni ed è stato amore a prima
vista: l’arte, l’atmosfera, i profumi, il cibo, dai luoghi più famosi alle
nicchie che in pochi conoscono. Parigi è tutto questo; è il posto dove sono più
felice.
Cosa puoi dirci del tuo rapporto con l’arte, perché hai
scelto la Belle Ferronnière di Leonardo da Vinci come soggetto del tuo romanzo?
La Belle Ferronnière è uno dei quadri più ambigui del
Museo del Louvre. Ancora oggi gli storici dell’arte non sanno darle un’identità
precisa: si pensa che sia una delle amanti di Ludovico il Moro; sono stati
fatti i nomi di Lucrezia Crivelli, Cecilia Gallerani e Beatrice d’Este ma a
tutt’oggi permangono moltissimi dubbi su quale sia il suo vero nome. L’ho
scelta grazie a questo alone di mistero che la avvolge: se nessuno sa chi sia,
può essere chiunque. Così mi sono permessa di intromettermi nel suo passato…
Se avessi la possibilità di entrare in un dipinto, quale
sceglieresti e per quale motivo?
Notte stellata sul Rodano, di Van Gogh. Vorrei vederlo dal vero, quel blu.
Cosa ha ispirato Ritratto di dama?
Un episodio che risale alla mia prima visita al Louvre.
Una coppia di anziani visitatori aveva attirato la mia attenzione nella
galleria dei pittori italiani: passeggiavano mano nella mano lungo i corridoi
commentando i quadri insieme. Non li dimenticherò mai. Sembravano davvero
felici e innamorati. Ricordo di aver pensato che probabilmente stavano insieme
da tutta una vita, e che sarebbe stato bellissimo vivere un amore così pieno e
duraturo. Quell’immagine è rimasta sopita fino a qualche anno fa, quando sono
stata di nuovo al museo. Tutto è tornato a galla e non ho più potuto ignorarlo.
Come immagini il tuo studente di storia dell’arte
Guillaume? C’è un volto reale che possa rappresentarlo?
Guillaume è un romantico e un sognatore, innamorato di un ritratto, di una donna irraggiungibile. Eddie Redmayne me lo ricorda tanto, anche se Kit Harington (e il suo broncio un po’ ingenuo) gli assomiglia molto di più a livello estetico.
Guillaume è un romantico e un sognatore, innamorato di un ritratto, di una donna irraggiungibile. Eddie Redmayne me lo ricorda tanto, anche se Kit Harington (e il suo broncio un po’ ingenuo) gli assomiglia molto di più a livello estetico.
Hai anche tu, come Guillaume, un amore fatto di tela,
colori e ispirazione? Hai il tuo “Beau Ferronnière”?
Purtroppo (o per fortuna?) no. A dir la verità, quasi tutti i miei quadri preferiti sono ritratti femminili.
Purtroppo (o per fortuna?) no. A dir la verità, quasi tutti i miei quadri preferiti sono ritratti femminili.
Guillaume mi rappresenta molto più, ed è strano – per una
volta – identificarsi nel protagonista maschile. Come lui sono un po’ introversa
e con la testa tra le nuvole, combattiva quando serve e debitrice verso l’arte.
Come lui, poi, ho il brutto vizio di innamorarmi di persone che non esistono!
Fortunatamente nel mio caso sono cotte passeggere.
C’è un passaggio del romanzo che ti emoziona
particolarmente o al quale sei maggiormente legata? Sì, ma non lo posso
raccontare o svelerei una parte saliente del libro. È il finale del capitolo
16: c’è tanto dolore, tanta disperazione condensata in poche righe. Scriverlo
non è stato facile. Ma c’è anche un amore infinito e altrettanta speranza.
Cosa desideri comunicare al lettore con Ritratto di dama?
Cosa vorresti provasse una persona leggendo questo romanzo?
Questo libro è un invito ad andare a Parigi, a scoprire quanto sia magica e incantevole nella sua quotidianità. Sarebbe bellissimo se le persone, girata l’ultima pagina, avessero voglia di tornarci o visitarla per la prima volta. Più di tutto, però, vorrei che Ritratto di dama lasciasse ai lettori quello che ha lasciato a me: il desiderio di non smettere mai di rincorrere i propri sogni, per quanto irrealizzabili sembrino.
Questo libro è un invito ad andare a Parigi, a scoprire quanto sia magica e incantevole nella sua quotidianità. Sarebbe bellissimo se le persone, girata l’ultima pagina, avessero voglia di tornarci o visitarla per la prima volta. Più di tutto, però, vorrei che Ritratto di dama lasciasse ai lettori quello che ha lasciato a me: il desiderio di non smettere mai di rincorrere i propri sogni, per quanto irrealizzabili sembrino.
C’è un inedito pronto nel cassetto e un altro progetto – un romance
contemporaneo – che sta prendendo forma. Spero di potervene parlare presto.
Grazie di cuore per questa chiacchierata, in bocca al
lupo, spero che Guillaume e la Belle Ferronnière arrivino al cuore dei lettori
come sono arrivati, a suo tempo, a me.
Grazie a te Ornella, è stato un piacere. Il tuo è
l’augurio più bello che si possa ricevere.
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