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7 marzo 2017

INTERVISTA - Giorgia Penzo e Ritratto di dama

Salve lettori, oggi ho il piacere di ospitare sul blog Giorgia Penzo è il suo dolcissimo e romanticissimo Ritratto di dama.

Giorgia è nata a Reggio Emilia, dove vive tuttora. Ama il cinema (dove va almeno una volta a settimana), i giochi di ruolo (avete presente Vampire: The Masquerade e D&D?), la mitologia, l’Art Nouveau, divorare biografie di personaggi storici femminili e scappare a Parigi alla prima occasione. È una ragazza nerd nata nel posto sbagliato, nell’epoca sbagliata e laureata alla facoltà sbagliata. Scrivere è la sua più grande passione. Nel luglio e nel novembre 2013 è uscita per Editrice GDS la sua duologia urban fantasy composta dai romanzi Red Carpet e Asphodel. Nel giugno 2014 con la casa editrice digitale Genesis Publishing ha pubblicato il saggio storico giuridico I processi a Luigi XVI e Maria Antonietta – Dal trono al patibolo. A partire dal 2015 i suoi romanzi inediti sono rappresentati dall’Agenzia Letteraria Edelweiss. Nel 2017 pubblica con CartaCanta il romance Ritratto di dama.

Disponibile su amazon.
Benvenuta su Peccati di Penna, Giorgia, sono contenta di poterti intervistare sul tuo nuovo
romanzo, ho giusto qualche curiosità da soddisfare. :D
Ciao Ornella, grazie a te per l’ospitalità :)
              
Ritratto di dama mi par comprenda alcune delle tue grandi passioni: Parigi e l’arte. Quindi la prima domanda è proprio su Parigi, cosa ti lega a questa città? Cosa ti trasmette?
Parigi è il mio rifugio, il luogo che più di tutti mi fa sentire a casa. Non saprei dirti di quale natura sia il filo che mi lega a questa città; so solo che si è stretto subito, fin dalla prima volta che ho avuto il piacere di visitarla. Avevo tredici anni ed è stato amore a prima vista: l’arte, l’atmosfera, i profumi, il cibo, dai luoghi più famosi alle nicchie che in pochi conoscono. Parigi è tutto questo; è il posto dove sono più felice.   

 : Cosa puoi dirci del tuo rapporto con l’arte, perché hai scelto la Belle Ferronnière di Leonardo da Vinci come soggetto del tuo romanzo?
La Belle Ferronnière è uno dei quadri più ambigui del Museo del Louvre. Ancora oggi gli storici dell’arte non sanno darle un’identità precisa: si pensa che sia una delle amanti di Ludovico il Moro; sono stati fatti i nomi di Lucrezia Crivelli, Cecilia Gallerani e Beatrice d’Este ma a tutt’oggi permangono moltissimi dubbi su quale sia il suo vero nome. L’ho scelta grazie a questo alone di mistero che la avvolge: se nessuno sa chi sia, può essere chiunque. Così mi sono permessa di intromettermi nel suo passato…

Se avessi la possibilità di entrare in un dipinto, quale sceglieresti e per quale motivo?
Notte stellata sul Rodano, di Van Gogh.  Vorrei vederlo dal vero, quel blu. 
  
Cosa ha ispirato Ritratto di dama?
Un episodio che risale alla mia prima visita al Louvre. Una coppia di anziani visitatori aveva attirato la mia attenzione nella galleria dei pittori italiani: passeggiavano mano nella mano lungo i corridoi commentando i quadri insieme. Non li dimenticherò mai. Sembravano davvero felici e innamorati. Ricordo di aver pensato che probabilmente stavano insieme da tutta una vita, e che sarebbe stato bellissimo vivere un amore così pieno e duraturo. Quell’immagine è rimasta sopita fino a qualche anno fa, quando sono stata di nuovo al museo. Tutto è tornato a galla e non ho più potuto ignorarlo.

 : Come immagini il tuo studente di storia dell’arte Guillaume? C’è un volto reale che possa rappresentarlo?
Guillaume è un romantico e un sognatore, innamorato di un ritratto, di una donna irraggiungibile. Eddie Redmayne  me lo ricorda tanto, anche se Kit Harington (e il suo broncio un po’ ingenuo) gli assomiglia molto di più a livello estetico. 

Hai anche tu, come Guillaume, un amore fatto di tela, colori e ispirazione? Hai il tuo “Beau Ferronnière”?  
Purtroppo (o per fortuna?) no. A dir la verità, quasi tutti i miei quadri preferiti sono ritratti femminili.

 : Ti senti più vicina a Guillaume o a la Belle Ferronnière? E perché?
Guillaume mi rappresenta molto più, ed è strano – per una volta – identificarsi nel protagonista maschile. Come lui sono un po’ introversa e con la testa tra le nuvole, combattiva quando serve e debitrice verso l’arte. Come lui, poi, ho il brutto vizio di innamorarmi di persone che non esistono! Fortunatamente nel mio caso sono cotte passeggere.  

C’è un passaggio del romanzo che ti emoziona particolarmente o al quale sei maggiormente legata? Sì, ma non lo posso raccontare o svelerei una parte saliente del libro. È il finale del capitolo 16: c’è tanto dolore, tanta disperazione condensata in poche righe. Scriverlo non è stato facile. Ma c’è anche un amore infinito e altrettanta speranza.

Cosa desideri comunicare al lettore con Ritratto di dama? Cosa vorresti provasse una persona leggendo questo romanzo?        
Questo libro è un invito ad andare a Parigi, a scoprire quanto sia magica e incantevole nella sua quotidianità. Sarebbe bellissimo se le persone, girata l’ultima pagina, avessero voglia di tornarci o visitarla per la prima volta. Più di tutto, però, vorrei che Ritratto di dama lasciasse ai lettori quello che ha lasciato a me: il desiderio di non smettere mai di rincorrere i propri sogni, per quanto irrealizzabili sembrino. 

Hai altri progetti in cantiere? Puoi anticiparci qualcosa sulle tue idee?
C’è un inedito pronto nel cassetto e un altro progetto – un romance contemporaneo – che sta prendendo forma. Spero di potervene parlare presto. 

Grazie di cuore per questa chiacchierata, in bocca al lupo, spero che Guillaume e la Belle Ferronnière arrivino al cuore dei lettori come sono arrivati, a suo tempo, a me.
Grazie a te Ornella, è stato un piacere. Il tuo è l’augurio più bello che si possa ricevere.

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