Vampiri; cacciatori; demoni di ogni tipo; alchimia; un’accademia; una Londra cupa; un’epoca che richiama il 700 e l’800... Questo è racchiuso in Cour des Revenants primo libro di una trilogia fantasy che presenta una trama articolata con un filone principale che vede contro cacciatore e vampiro fino all’ultimo sangue e più di un mistero da scoprire.
Lo stile del romanzo è estremamente espositivo, descrizioni a volontà, fatti e misfatti, questo consente di muoversi nell’ambiente e di leggere di personaggi ben delineati, ma se questo stile ha dei lati positivi, ne ha anche di negativi, prima di tutto una dilatazione del tempo degli eventi che fa rallentare il ritmo della storia, in particolar modo nei momenti d’azione, ad esempio: un faccia a faccia, un combattimento. L’eccessivo descrivere scioglie la tensione, annienta l’azione in corso e questo è un peccato. Durante uno scontro il botta e risposta, che sia parlato o fisico, secondo me è fondamentale. Ovviamente, è sempre gusto personale.
Nonostante la scrittura sia ricca non è difficile da assimilare, c’è qualche termine straniero o magari insolito, ma niente che mini la lettura. In ultimo, vi è una carenza di dialoghi rispetto alla narrazione. Io preferisco uno stile più asciutto e con una presenza maggiore di dialoghi, ma la lettura è stata comunque piacevole.
La protagonista ha un ruolo centrale ma non totalitario come spesso accade, è dato spazio anche ai personaggi secondari con scene in cui diventano loro i soggetti principali, c’è un dinamismo dei POV, possibile anche grazie alla narrazione in terza persona.
Lena è una protagonista ca**uta e come tutti i cacciatori è in parte demone. Mi è piaciuta molto la caratterizzazione dei cacciatori in questa serie, ogni figura ha un ruolo e note peculiari veramente interessanti.
Lena è un personaggio freddo e distaccato, legato solo ai suoi due amici per i quali darebbe la vita, per questo quando incontra Elios il suo invaghirsi velocemente non mi ha convinto.
Elios dal canto suo è quasi una comparsa, che non me ne voglia, ma la sua presenza è stata troppo misera e questo si collega al punto precedente. Se Lena ed Elios avessero interagito di più avrei percepito lo svilupparsi di un legame e quindi di un affetto.
Nicholas è un vampiro che non si fa scrupoli e bare sangue e a uccidere e lo apprezzo, soprattutto quando è plateale. C’è una scena che ho trovato magnifica anche se macabra, dove dimostra tutto il suo sadismo e anche una discreta inventiva, però questa scena mi ha fatto riflettere. L’accademia degli hunter non è segreta, la sua collocazione al contrario della Cour des Revenants è conosciuta; quindi, c’è da chiedersi come sia sopravvissuta vivendo tanto esposta. Dal mio punto di vista, se un vampiro come Nicholas riesce a uccidere diversi hunter da solo, un fronte coeso di demoni di ogni tipo potrebbe avere benissimo la meglio sull’intera accademia; pertanto, la segretezza dovrebbe essere basilare… Però questa è un mio viaggio mentale, forse dovrei pormi meno domande, ma la curiosità a volte ha la meglio.
Due parole anche sui personaggi secondari: Spyro, Vi, Eva e Coco, tutti ben caratterizzati, ognuno di loro ha tratti tipici e una storia personale. Per quanto riguarda i demoni, anche loro sono diversi e fantasiosi, non so se presi da qualche cultura o completamente inventati, ma comunque presentati in modo efficace e mostruoso.
Cambiando argomento, ho trovato un colpo di scena che non mi aspettavo e sono rimasta piacevolmente sorpresa… e intrigata dalla situazione e dai possibili risvolti.
In conclusione... Il romanzo mi è piaciuto? Sì. Ve lo consiglio? Assolutamente sì. Il fantasy italiano non ha nulla da invidiare a quello straniero e questa serie promette davvero bene.
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