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25 marzo 2024

RECENSIONE - Awen di Arianna Rosa | Acheron Books

Awen è una distopia ambientata in Italia, precisamente a Roma, nel futuro, dove esiste una macchina che esaudisce i desideri: un servizio costoso, gestito da una famiglia ovviamente molto potente. Questa macchina ha cambiato l’economia creando dispartità, malcontento, disservizi e proteste. 
 
La protagonista, Antea, è malata e rischia di morire, per questo decide di prender parte al furto della macchina realizza desideri, non da sola, ma con due complici: Noah e Tommaso. I tre lavorano nel grattacielo della Awen, un microcosmo di opportunità e corruzione.
Il ritmo è lento, gran parte del romanzo è una preparazione al grande colpo, non ci sono eventi particolarmente forti, un paio di scosse ma per il resto ha un andamento costante, poi, quando si entra nel vivo dell’azione, il colpaccio, si resta a bocca asciutta perché il romanzo finisce, e dopo tanta attesa, rimanere in sospeso mi ha dato davvero tanto fastidio, devo essere onesta. 
Nonostante il susseguirsi piuttosto placido delle vicende, il romanzo non è noioso, anzi è riuscito ad appassionarmi e invogliarmi alla lettura. Però quanto avrei voluto fosse un autoconclusivo!
Lo stile dell’autrice è molto descrittivo, particolarmente d’impatto in alcune scene, ad esempio quando la protagonista è per la prima volta negli uffici della Awen.
La narrazione è in prima persona al presente, c’è molta interiorità della protagonista che talvolta è un po’ pesante.
La storia è originale, ben pensata e strutturata, con dettagli che ho apprezzato, e non manca una pennellata di rosa.
 
Parliamo dei personaggi.
Antea è molto insicura al principio, ma determinata perché in gioco c’è la sua sopravvivenza. Ha una famiglia molto fredda, quasi ostile ma, nonostante ciò, vi è legata. Noah è di origine giapponese, un ragazzo pieno di risorse, che nasconde un segreto e ha bisogno del desiderio per… diciamo mantenerlo. Tommaso, che sembra il più duro, in realtà è un tenerone. Il suo desiderio? Questo non posso dirvelo fa parte dell’alone di mistero che lo avvolge all’inizio…
Questi personaggi funzionano molto bene, si percepisce il loro legame, il loro farsi da famiglia.
 
La nota stonata, per me, per una questione di gusto personale, è l’ambientazione.
Una storia così futuristica che porta lontano con la fantasia ambientata in un luogo a me così vicino non mi ha fatto volare completamente.
 
Conclusione: ve lo consiglio? Assolutamente sì! Complimenti all’autrice.



Che cosa chiederesti, se potessi esprimere un solo desiderio?
E a che cosa rinunceresti, per pagarne il prezzo?
2038. Sono passati ormai quindici anni da quando la AWEN è entrata sul mercato, promettendo la realizzazione di qualunque desiderio. Il paradiso che offrono, però, non è a buon mercato, e ormai il mondo è spaccato tra chi può permetterselo e chi è condannato a una vita di povertà assoluta e scarsa assistenza sanitaria.
Malata di anemia mediterranea, Antea sopravvive a stento tra medicinali e trasfusioni sempre più scostanti, tra un turno e l’altro del suo lavoro precario presso il grattacielo della AWEN. Bloccata dalle sue condizioni fisiche e in perenne conflitto con i suoi genitori, la possibilità di cambiare il suo destino si presenta quando ascolta per caso il piano di due dipendenti della multinazionale: rubare la macchina che realizza i desideri.
Sconvolta, ma consapevole che un desiderio è l'unica cosa che potrebbe salvarle la vita, Antea decide di unirsi al grande colpo. Ma cosa dovrà sacrificare per sconfiggere la più grande azienda del mondo, che ha occhi dappertutto, e che non rinuncerà mai alla sua fonte di profitto?

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