8 febbraio 2021
INTERVISTA - Elisa Fumis e La fabbrica dei cuori abbandonati
Ho scoperto la passione per la scrittura durante l’infanzia, intorno ai sei anni. All’epoca riempivo interi quaderni di storie fantasy “illustrate”. Scrivere era il mio rifugio, la fuga da una realtà troppo difficile da sopportare.Adesso la scrittura è la mia ragione di vita (o “ikigai”, per utilizzare un termine giapponese), il mio faro nelle notti più buie. Il mio motto è: Vivo per scrivere, scrivo per vivere.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Il mio percorso verso la pubblicazione è stato irto di ostacoli, ma mi ha regalato tante soddisfazioni.
Per un lungo periodo avevo smesso di scrivere o mi imponevo di farlo, mi sentivo frustrata. Non avevo ancora capito che in quel momento non ero pronta.
Da quando sono riuscita a completare il mio primo libro e a pubblicarlo, non ho più abbandonato la scrittura.
Come è nata l’idea de La fabbrica dei cuori abbandonati? Quanto c’è di te in questo testo?
L’idea de La fabbrica dei cuori abbandonati è nata nel 2019, ma l’ho ripresa e finita soltanto l’anno successivo. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere un racconto natalizio, con elementi fantastici e romantici. La storia si è scritta da sé, in modo molto spontaneo. Solo due cose mi erano chiare prima della stesura: l’inizio e la fine. Volevo il lieto fine per i miei personaggi, ma prima avrebbero dovuto soffrire e faticare un po’ per ottenerlo. Mi piaceva l’idea di una fabbrica che aggiusta gli oggetti... e non solo.
C’è abbastanza di me in questo testo. Alcune situazioni le ho vissute in prima persona, altre le ho assorbite dentro di me. Roxie mi è affine: anch’io parlo più con gli occhi che con la voce.
Al Polo Nord c'è una fabbrica dove alcuni elfi raccolgono, aggiustano e impacchettato i regali che sono stati abbandonati, persi o rotti.
Gabriel, Roxie ed Eric non si conoscono, ma si ritrovano nella fabbrica dei regali abbandonati per un motivo: aiutare gli elfi di Babbo Natale a incartare i doni destinati ai bambini, in cambio di vitto e alloggio. I tre non hanno niente da perdere e possono trascorrere quasi due mesi in un luogo suggestivo, lontano dalla vita frenetica di città, tra pacchetti e confidenze.
La fabbrica dei cuori abbandonati è una novella natalizia, dalle tinte romance e fantasy, con un lato ecologista e un messaggio di fondo.
Cosa vuoi comunicare con la tua opera?
Con La fabbrica dei cuori abbandonati voglio trasmettere speranza, comunicare ai miei lettori che tutti noi meritiamo una seconda possibilità, un’occasione per essere felici; non dobbiamo lasciarcela sfuggire. C’è anche un messaggio ecologista importante tra le pagine del mio libro.
Mi piacerebbe riuscire a pubblicare almeno uno dei due romance che ho iniziato a scrivere lo scorso anno, a terminare e inviare alle case editrici un'antologia di racconti dedicati alle tradizioni e alle leggende giapponesi e concludere la sceneggiatura de La fabbrica dei cuori abbandonati.
Grazie a Elisa per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!
Grazie a te per l'intervista!
RispondiEliminaFigurati, in bocca al lupo per i romance e gli altri progetti!
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