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3 febbraio 2019

INTERVISTA FRI19 - Erika Vanzin

Grafica banner originale Rocchia Design

Ciarle rosa con Erika Vanzin.
All'età di otto anni Erika ha chiesto a Babbo Natale una macchina da scrivere. Quello è stato il momento in cui i suoi genitori, alquanto sorpresi, si sono resi conto che non era come tutti gli altri bambini. Da adolescente si è sempre sentita diversa, tagliata fuori, incompatibile con il mondo in cui era immersa, così ha sempre trovato rifugio nei suoi diari, nei libri e nella musica. Due libri in particolare l'hanno aiutata a sopravvivere in quegli anni: “L'angelo bruciato”, la storia di Kurt Cobain scritta da Dave Thompson e “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi. Due libri completamente diversi ma che condividono lo stesso malessere e disagio che solo un adolescente può provare. Grazie a loro è riuscita a sopravvivere quegli anni fino a trovare il suo posto nel mondo, a trent'anni, quando ha cominciato a scrivere romanzi.

Benvenuta Erika, ricordi il primo romance letto? Cosa ti piace di questo genere?
Non ricordo il titolo del primo romance che ho letto, ma ricordo che mia mamma comprava gli Harmony e io, di tanto in tanto, glieli rubavo per leggerli di nascosto. Credo di essermi avvicinata al genere, quasi trent’anni fa, con quelli. Del romance mi piace l’epicità di alcune storie, non perché fatte di grandi gesti eroici ma perché l’amore l’ha vinta sulle difficoltà e su tutto il resto. Quando hai a che fare con i problemi di tutti i giorni è bello rifugiarsi in un mondo in cui ti batte il cuore per una bella storia d’amore.

Quali temi tendi a trattare nei tuoi romanzi?
Di solito i miei protagonisti sono pieni di difetti, a volte rasentano il fastidioso, l’ossessivo, lautodistruzione, ma è quello che un po’ tutti siamo: imperfetti. Siamo esseri umani che sbagliano, imparano e hanno bisogno delle seconde possibilità per essere felici. Non ho un tema in particolare che seguo, perché mi piace esplorare la storia dei personaggi che porto in vita sulla carta… e le persone piene di difetti e che sbagliano hanno tante storie da raccontare.

Come definiresti la tua scrittura e come gestisci la narrazione?
La mia scrittura è semplice, lineare. Nei miei libri non trovi frasi epiche da tatuarti addosso o da scrivere su un diario, ma sicuramente ci trovi le emozioni che i personaggi provano. Mi piace costruire la narrazione attorno alla crescita emotiva dei personaggi, voglio portare il lettore a fare il tifo per loro.

Dove ti piace ambientare le tue storie? I tuoi personaggi sono adolescenti, giovani, adulti?
Le mie storie sono ambientate all’estero, principalmente Stati Uniti, ma anche Londra. Parlano di ragazzi dai 18 ai 25-30 anni (a parte uno che parla di adolescenti) quindi ricadono nella categoria del New Adult Romance.

Inserisci esperienze personali nei tuoi testi?
L’ho fatto diverse volte, in particolare nella London Series, nel primo libro ci sono moltissimi riferimenti alla mia vita, a quello che mi è capitato. Chi mi conosce e ha letto il libro, ha visto molto di me in quella storia e ne è rimasto colpito.

Quanto tempo ti occorre per scrivere un romanzo e quanto dedichi alla revisione?
Tendo a scrivere “sistematicamente” mi fisso un numero minimo di parole al giorno e procedo con la stesura. In sei settimane riesco a scrivere la prima stesura di un romanzo, scrivendo tutti i giorni, otto ore al giorno. Per la parte di revisione, quello dipende, ci impiego molto di più, almeno il triplo del tempo che ho impiegato per scriverlo, perché dipende dagli impegni della persona che mi fa l’editing, essendo un continuo scambio di revisioni, siamo in due a dover far coincidere i tempi.

Cosa speri di suscitare nel lettore?
Emozioni ed empatia con i personaggi. Quando non riesco a coinvolgere il lettore nell’emozione che permea il romanzo, per me, è una sconfitta.

Nei romance sei #teaminstalove o #teaminstaloveancheNO? Motiva la tua scelta di squadra.
Da lettrice sono decisamente #teaminstaloveancheNO. Ci può essere attrazione subito verso una persona, è innegabile, quante volte ci è capitato di innamorarci a prima vista di una persona incontrata in metro? (A me capita almeno due volte al giorno! Scherzo, però è capitato) Ma da questo a lanciarsi subito in una storia dove si è innamorati all’istante no, nei miei romanzi si tribola sempre fino alla fine.

Cosa ti aspetti da questo Festival?
Di conoscere finalmente tante autrici di cui ho letto i romanzi e che stimo tantissimo. Ho sempre parlato con loro online e, finalmente, posso incontrarle di persona. Sarà un’emozione unica per me e credo che balbetterò parecchio quel giorno! :D

Quali romanzi presenterai/porterai con te al FRI19? Ci saranno anche novità non ancora pubblicate? Cosa troveranno le lettrici e i lettori quando ti incontreranno?
Al festival ci sarà tutta la Stanford Series, completa dei quattro libri, con un cofanetto del tutto speciale creato per l’occasione, poi ci sarà tutta la London Series già conclusa e, infine, un libro completamente inedito che verrà lanciato qualche giorno prima del festival. Il titolo di quest’ultimo non posso ancora svelarlo. ;)

Grazie Erika, che le pagine della tua vita siano sempre rosee.
Grazie per avermi regalato questo meraviglioso angolo per poter parlare delle mie storie e anche un po’ di me.

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