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28 dicembre 2018

INTERVISTA FRI19 - Andretta Baldanza

Grafica banner originale Rocchia Design
Il rosa continua con le interviste FRI19, con noi Andretta Baldanza.

Andretta Baldanza è nata a Milano in un anno non meglio specificato dello scorso millennio, è laureata in Scienze Politiche e lavora part time in una grande azienda online. Ha un marito pignolo, due figli scatenati, una casa disordinata e due gatti pigri. Il suo più grande talento è il gioco del Tetris, che le consente di incastrare alla perfezione tutti gli impegni e di ritagliarsi anche qualche momento per la scrittura. Moglie devota, madre perplessa e massaia francamente imbarazzante, scrive con la passione agitata e disorganizzata di una nerd che ha sempre "16 anni dentro". Pubblicare un romanzo è sempre stato il suo sogno, fin da giovanissima.
 
Benvenuta Andretta, allora, il romance è stato un colpo di fulmine per te?
Ciao, grazie per l’accoglienza! Un colpo di fulmine direi di no. Sono sempre stata attratta dalle storie d’amore, specie se tormentate, difficili, di quelle che proprio ti strappano via il cuore dal petto. Sono dell’idea che amore, emozione, sentimenti, siano ciò che rende la vita degna di essere vissuta, e perciò sono ciò di cui vale la pena scrivere!

Quale autore/autrice italiano/a ha lasciato il segno per quanto riguardo il genere rosa?
In tutta onestà non conoscevo molte autrici rosa italiane prima di mettermi a scrivere io stessa. Tuttavia devo dire che le colleghe che ho incontrato da quando sono entrata in questo mondo sono state fonte di ispirazione, oltre che essere diventate amiche.

I tuoi rosa seguono una scia umoristica, romantica, erotica… o altro?
Al momento, guardando ai libri che ho già scritto, direi piuttosto avventurosa. I miei primi due lavori sono ambientati in Danimarca, nel decimo secolo, in un villaggio vichingo. Quindi oltre alla parte passionale, ce n’è una che riguarda guerre, battaglie, complotti… diciamo che si tratta di una storia d’amore straordinaria, inserita in un contesto un po’ particolare.

Nei tuoi romanzi quanto c’è della tua vita?
In quelli ambientato tra i vichinghi, necessariamente ben poco. Tuttavia, al momento in cui rilascio questa intervista, ho in fase di editing un nuovo lavoro, ambientato a Edimburgo ai giorni nostri, per il quale ho attinto abbastanza dalla realtà. Ad esempio la protagonista femminile è piccola, come me, ha una gatta rossa di nome Scarlaid, che è il nome gaelico per Rossella, in onore di Rossella O’Hara, come vorrei averla io. Ed è un’appassionata di cinema e serie tv, come me e come me parla per citazioni.

Come definiresti la tua scrittura?
Istintiva. indisciplinata. disordinata persino. Non c’è verso di imbrigliare l’ispirazione, viene come viene e ormai mi sono rassegnata.

Ti capita di fare ricerche per approfondire elementi dei tuoi testi? Raccontaci qualcosa in merito.
Sì, per forza, scrivendo di vichinghi ho dovuto necessariamente documentarmi. I romanzi del ciclo The Viking Chronicles non sono saggi, sia chiaro, però ci tenevo che fossero accurati da un punto di vista storico, per quanto riguarda soprattutto la vita quotidiana, i riti e le cerimonie, la religione, la cucina, ecc… Ho scoperto anche alcune curiosità interessanti, ad esempio il fatto che l’immagine dei vichinghi che abbiamo è tutta sbagliata… ce li immaginiamo grandi e grossi, con uno spadone gigantesco e elmi con le corna, vero? Invece non erano affatto alti, usavano piccole spade corte a una mano (l’altra serviva a reggere lo scudo) e di elmi con le corna non se n’è mai visto uno… il piatto più prelibato ai banchetti era il serpente in casseruola (...) e i norreni sono i veri inventori della Luna di Miele. Già. Era costume infatti che i due sposi durante la prima luna di matrimonio bevessero idromele insieme l’uno dalla coppa dell’altro. Per due motivi, il primo per incoraggiare l’intimità. Il secondo per favorire la fertilità. L’idromele infatti proviene dalla fermentazione del miele, a cui i vichinghi attribuivano il merito di far restare incinte le donne più facilmente. Questo periodo veniva chiamato la Luna del Miele.

Cosa miri a trasmettere con i tuoi romance?
Emozioni. Di qualunque tipo. La mia speranza è che quando i lettori leggono le mie storie ne vengano catturati e si sentano come trasportati nel mondo che sto raccontando. Vorrei che gioissero coi protagonisti, ma anche che si disperassero, che soffrissero o che fossero felici con loro.

Nei romance sei #teaminstalove (amore instantaneo) o #teaminstaloveancheno? Motiva la tua scelta di squadra.
Direi #teaminstalove. Trovo intriganti quelle storie dove magari i due non si capiscono, o non si parlano, o magari si detestano… ma in fondo si sono amati dal primo momento.


Cosa ti aspetti da questo Festival?
Soprattutto di passare una giornata in compagnia di tante colleghe che stimo e di conoscere magari qualche lettore a cui sono piaciuti i miei romanzi. E’ sempre molto emozionante!
 
Quali romanzi presenterai/porterai con te al FRI19? Ci saranno anche novità non ancora pubblicate? Cosa troveranno lettori e lettrici quando ti incontreranno?
Porterò The Viking Chronicles - L’Incontro e The Viking Chronicles - L’Ascesa, che sono i due romanzi del ciclo vichingo già pubblicati. Spero di riuscire ad avere con me anche il lavoro che sto editando ora, che potrebbe essere uno o due romanzi (è lungo, forse dovrò dividerlo) e che si intitolerà, credo, Lo Spazio tra Noi.

Grazie Andretta, che il tuo percorso sia sempre roseo.

1 commento:

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