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30 novembre 2018

INTERVISTA FRI19 - Bianca Povolo

Grafica banner originale Rocchia Design
Nel mondo rosa oggi incontriamo virtualmente Bianca Povolo.

Bianca Povolo, classe 1996. Vive con i suoi genitori e un gatto in provincia di Varese. Frequenta il terzo anno di Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi dell’Insubria. È una divoratrice di libri, soprattutto contemporary romance e fantasy, e amante delle serie TV con un unico punto debole: i dolci. È l’autrice del sesto capitolo del romanzo collettivo La perfezione di due note stonate pubblicato da Giunti Editore (2014) e del racconto Stolen night, finalista del concorso Racconti Chrysalide indetto da Mondadori (2013).
Benvenuta Bianca, cosa ti piace del genere romance?
Ciao Ornella, grazie per avermi dedicato questo spazio. Ciò che mi piace del genere romance è la capacità di far sognare e di rendere qualcosa di ordinario straordinario. Ogni storia d’amore ha qualcosa da insegnare. Non sono solo romanzi d’amore, a volte sono molto di più...

Quali sono gli argomenti che più tratti nei tuoi romanzi?
Finora ho scritto un solo romanzo, A sette passi da te, perciò mi baso solo su quello. Sicuramente la componente romantica è fondamentale, ma ciò che ho cercato di esprimere è che ognuno di noi è unico e irripetibile. Dobbiamo imparare ad amarci così come siamo, a trovare il coraggio di inseguire i nostri sogni e ad aiutarci a vicenda.

Tra i tuoi protagonisti c’è qualcuno che ti rispecchia?
Di me c’é poco o nulla nei protagonisti di A sette passi da te, Colton e April. Solo qualche sfumatura. Come Colton fatico a mascherare le mie emozioni. Se sono triste o arrabbiata lo si capisce subito dalla mia faccia. Come April ho le mie insicurezze. Vorrei avere un po’ più di coraggio nell’affrontare certe situazioni, nel lasciarmi andare.

Come definiresti la tua scrittura?
Penso che la mia scrittura sia semplice e fluida con qualche frase ad effetto qua e là. Il mio stile non mi dispiace, ma sono consapevole che devo migliorare.

Cosa vorresti suscitare nel lettore con i tuoi romanzi?
Emozioni, ovviamente! Vorrei che chi leggesse i miei romanzi si rispecchiasse in quello che scrivo. Che trovasse conforto e quella spinta in più per cambiare le cose, per riflettere e per sorridere.

Quali elementi deve avere, secondo te, un buon romance?
Deve esserci sicuramente una storia d’amore da batticuore, ma soprattutto un protagonista maschile di tutto rispetto. Non il classico principe azzurro. Un personaggio imperfetto che si faccia amare anche per le sue ombre. E almeno un colpo di scena.

Cosa pensi delle critiche rivolte al genere romance?
Spesso i romance sono bollati come letteratura di serie B, come qualcosa di scadente. Io non credo sia così perché, oltre alla storia d’amore, le tematiche che vengono affrontate sono profonde. Riguardano la vita. La sondano a 360 gradi, raccontano il bello e il brutto. Non sono storie superficiali.

Nei romance sei #teamromanticismo o #teamerotismo? Motiva la tua scelta di squadra.
Team romanticismo. Sono un’inguaribile romantica. Non disdegno il sesso in un romanzo, però non lo trovo un elemento fondamentale per la scrittura di un buon romance.

Cosa ti aspetti da questo Festival?
Spero di divertirmi, parlando di libri. Non vedo l’ora di poter incontrare e conoscere chi si é appassionato alla storia di April e Colton e chi invece vorrà approcciarsi alla loro storia per la prima volta. Sarà bello rivedere alcune colleghe autrici e conoscerne di nuove.

Quali romanzi presenterai/porterai con te al FRI19? Ci saranno anche novità non ancora pubblicate? Cosa troveranno gli ospiti quando ti incontreranno?
Porterò con me A sette passi da te, il mio romanzo d’esordio, pubblicato con la Les Flaneurs edizioni e un inedito. Uno young adult ambientato a Santa Monica. Il titolo é ancora top secret. E spero di portare qualche gadget per chi passerà a trovarmi.

Grazie Bianca, che la tua carriera sia sempre rosea.

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