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28 novembre 2018

RECENSIONE - Mala vida di Cristel Caccetta | Leggereditore

Mala vida di Cristel Caccetta emana uno strano  carisma, un infuso di angoscia e di dolore, di perenne tormento e di voglia di trovare il proprio posto nel mondo che vada al di là della mera sopravvivenza. Questo è il mondo di Carla, appena ventenne con una infanzia infelice, contaminata di "mala vida" dove la sua unica gioia è rappresentata dal fratello che in un ambiente marcio come la criminalità le ha fatto da padre, molto più che il padre stesso, ma sbagliando anch'egli e alla fine, a suo modo, abbandonandola a una esistenza triste e carica di pena e sensi di colpa.
Dalle prime pagine ho sentito il tormento di questa giovane protagonista, ho compreso la sua  diffidenza, il suo essere sfuggente, alla ricerca di una libertà che è anche una scusa per sfuggire ai legami che possono deluderla e aggiungere pena al suo universo interiore.

Nonostante il peso del testo, degli argomenti, la scrittura è molto fluida, a tratti solenne, l'ho trovata anche empatica, un'empatia spinta dalla narrazione in prima persona a mio parere molto efficace.

I personaggi sono peculiari, le situazioni inusuali, così come i contesti. C'è uno spaccato di umanità che alterna luci e ombre: la vita di strada, lussuria nascosta nei portoni, locali dai clienti variopinti, e un linguaggio talvolta anche molto reale. Ho amato la dolcezza di Paul, subito catturato dalla tristezza di Carla; ho stimato Veronica per la sua umanità e Blue per la sua vena artistica.

Il percorso di Carla fa riflettere sulle strade che intraprendiamo, sul peso del passato e del background personale che sono forti influenze e in parte determinano non solo i comportamenti ma anche il futuro.
Mala vida di Cristel Caccetta non è un romanzo da cuor leggero ma forse sta proprio in questo il suo fascino, questa  cupezza è il suo punto forte.


Carla ha vent’anni e sogna la libertà. Odia l’amore da cui scappa per non esserne dipendente, odia la mancanza d’amore che la fa sentire sola e la costringe alla continua ricerca di altro, ma soprattutto odia la sua famiglia: collusa con la malavita, l’ha privata dell’amor proprio e dell’affetto di suo fratello Claudio, l’unico sentimento in grado di farla sentire completa. Giunta a Roma da un piccolo paesino del Salento, disillusa ma affamata di vita, Carla cerca sé stessa nella stravagante umanità che incontra. In tutti ritrova una parte di sé: in Paul il dolore di chi ha sofferto profondamente, in Veronica il desiderio di guarire le vittime innocenti degli abusi, in Blue il coraggio di sperimentare un mondo a colori e in Marco la capacità di vedere l’anima delle persone... Ma forse quello che Carla cerca davvero è perdersi per non soffrire più e dimenticare la violenza subita. Alla fine scoprirà che per liberarsi davvero dai propri fantasmi e dalle proprie paure non basta fuggire ma chiudere una volta per tutte i conti con il passato.

Un romanzo sull’inesorabile navigare che è la vita, sulla possibilità, benché sia inverosimile, di governarne il vento, manovrare le vele e improvvisamente invertire la rotta...



Testo fornito dall'editore

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