«Dal fondo dello scavo abbandonato, una forma scivola fuori. S’arrampica, circondata dai marmi puntati di muffe, fiutando l’aria fresca della notte. Supera un gruppo di mezze colonne e lancia uno sguardo giù nella fossa. Non è la prima volta che esce di lì. E non sarà l’ultima. Illuminato da faretti terrestri, il Portico di Ottavia nasconde un dedalo di strade striminzite su cui stanotte balbettano due tacchi prepotenti. Un’altra forma attraversa il cuore del ghetto ebraico: le botteghe, l’odore del cibo, il lastrico umido di luce albicocca.»
TRAMA
In
una Roma attraversata da omicidi silenziosi ed enigmatici, che gettano
una luce nera sulla città, il commissario Mancini per la prima volta
dopo molto tempo accoglie la sfida con nuova determinazione. Perché ora
Enrico Mancini non è più l’ombra di se stesso: supportato dalla
psichiatra della polizia che l’ha in cura, e affiancato dalla fedele
squadra di sempre, si lancia alla ricerca di indizi che gli permettano
di elaborare il profilo del killer.
Costretto a rincorrere
l’assassino passo dopo passo, vittima dopo vittima, tra i vicoli e le
rovine della Roma più antica e segreta, il commissario capisce ben
presto che il killer è anomalo, sfuggente come un riflesso.
E in un gioco di specchi tra presente e passato, tra realtà e illusione, la posta finale non è solo l’identità del serial killer, ma quella dello stesso Mancini.
Scritto con maestria, carico di tensione narrativa e letteraria e forte dell’ambientazione in una Roma inesplorata, Così crudele è la fine è un’entusiasmante e vorticosa sfida al lettore, che accelera senza sosta sino al finale indimenticabile.
E in un gioco di specchi tra presente e passato, tra realtà e illusione, la posta finale non è solo l’identità del serial killer, ma quella dello stesso Mancini.
Scritto con maestria, carico di tensione narrativa e letteraria e forte dell’ambientazione in una Roma inesplorata, Così crudele è la fine è un’entusiasmante e vorticosa sfida al lettore, che accelera senza sosta sino al finale indimenticabile.
«Mi chiamo Enrico Mancini e sono un poliziotto. Un profiler. Il mio lavoro è dare una forma al buio, dare un’identità a chi per averne una deve uccidere. Il mio lavoro è attraversare lo specchio oscuro per dare la caccia ai riflessi del male. Ma questa volta la preda sono io. E la caccia avrà un’unica, inevitabile fine crudele.»
AUTORE
Mirko Zilahy laureato in Lingue e Letterature Straniere con una tesi su Dracula di Bram Stoker, ha conseguito un Phd presso il Trinity College di Dublino dove ha insegnato Lingua e Letteratura Italiana. È giornalista pubblicista e collabora con il Corriere della Sera; è stato editor per minimum fax nonché traduttore letterario dall’inglese (ha tradotto, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tart). È così che si uccide e La forma del buio, i suoi primi romanzi, sono stati accolti con grande entusiasmo dai critici e dai lettori.
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti sono la linfa vitale del blog, lasciate un segno ツ