Salve lettori, oggi ospite del blog: Morgana Lucchesi.
Benvenuta su Peccati di Penna Morgana!
Grazie alla Redazione per l’ospitalità.
Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
In età adulta. Fin da bambina ho sempre avuto un grande interesse per la lettura. Crescendo mi ci sono sempre più approcciata in maniera critica, finché ciò che leggevo ha incominciato a non soddisfarmi più completamente; allora ho iniziato a scrivermi da sola le storie che mi piacevano e non ho più smesso pur continuando a leggere molto. Thriller e gialli soprattutto.
Qual è stato il tuo primo testo?
Il primo tentativo di romanzo (ho iniziato subito in grande) dev’essere ancora sepolto nell’hard disk del mio vecchio computer. Non l’ho mai stato finito e la ragione principale fu che, nel frattempo, iniziai a scrivere un secondo romanzo che invece terminai. Deviazione Pericolosa. Direi che questo è da considerarsi il mio primo testo completo, anche se subì numerose revisioni e cambiamenti.
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Penso che il giallo, anche nella sua accezione più forte, il thriller, sia il genere che sento più mio. L’erotico, cui spesso si mescola almeno per me, è solo una diretta conseguenza mutuata da Eric Van Lustbader che rimane il mio autore preferito anche se ultimamente ha un po’ cambiato genere con la serie dedicata a Jason Bourne. Del resto, in questo genere di romanzi i protagonisti agiscono spesso sotto diretto impulso dei loro istinti primordiali che quasi mai riescono a controllare. Sesso e morte, senza scomodare i Grandi del passato, sono spesso i temi centrali di un thriller o di un giallo e, a mio modo di vedere, possono coesistere all’interno dello stesso romanzo. Bisogna saper miscelare bene le dosi dell’uno rispetto all’altro oppure lasciare che un aspetto predomini sull’altro a seconda del “taglio” che si vuol dare alla trama. Personalmente preferisco sempre un equilibrio generale. Pur amando molto scrittori come Philip K. Dick e Isaac Azimov, e nonostante mi sia cimentata anche nella SciFi (Fantascienza) credo che questo genere sia molto difficile per me che tendo ad essere troppo “ancorata” alla realtà; per cui tutto deve avere un corrispettivo concreto, fattibile, riscontrabile nel quotidiano. Le storie di fantascienza in ogni caso mi appassionano a differenza invece di quelle Fantasy, altro genere molto distante da me per gli stessi motivi, di cui non ho mai fatto tentativi e che in genere non amo particolarmente. In definitiva direi che, pur avendo una certa affezione per il giallo e il thriller, mi piace leggere un po’ di tutto l’importante è le trame siano intriganti a prescindere dal genere.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Abbastanza strano. A “gambero” direi. Quando, ormai circa dieci anni fa contattai Taita Press che cercava nuovi autori di genere erotico, avevo pronto il mio romanzo Deviazione Pericolosa che a dispetto del titolo era di genere sentimentale pur con una forte componente erotica, la casa editrice lo accolse positivamente; poco dopo mi inviò una proposta di pubblicazione non a pagamento e io pensai di essere finalmente “arrivata”. Ci tengo a sottolinearlo. Non ho mai pagato contributi di nessun genere per pubblicare i miei lavori. Purtroppo però mi sbagliavo. Non avendo esperienza di pubblicazioni e non avendo un agente che potesse consigliarmi, mi sono affidata alla casa editrice che, secondo me, si limitò a distribuire il romanzo nelle librerie. Iniziai perciò, in ritardo e per conto mio, a fare un po’ di promozione al mio lavoro. Il risultato non fu eclatante. L’unico rendiconto che mi fu inviato, riferito al primo anno dall’uscita, certificava oltre cinquecento copie vendute. Nel frattempo avevo scritto nel Momento Sbagliato un erotic-thriller dalla forte connotazione BDSM, contemporaneo e ambientato a Roma che, da contratto, ero obbligata a proporre a Taita Press che aveva diritto di prelazione; la casa editrice non lo rifiutò ma pretese di cambiarne il titolo ammiccando più al genere erotico che al thriller. Non essendoci più la totale fiducia tra le parti, alla fine non se ne fece nulla. Io cercai altri editori ma nessuno credette in me e nel mio lavoro, così decisi di autopubblicare il romanzo sulla piattaforma Amazon che intanto si stava imponendo come punto di riferimento tra gli autori emergenti. Fu un percorso lungo, in quanto non avevo alcuna esperienza di self-publishing, ma grazie ai tutorial reperiti in Rete e alle mie conoscenze di video editing e software di fotoritocco, alla fine sono riuscita a pubblicare Nel Momento Sbagliato convertendo il file “word” nel formato richiesto, realizzando pure la copertina e il booktrailer con tanto di musica. Ed è stata un’enorme soddisfazione. Il Bafometto d’Oro è il sequel ed ha seguito le orme del suo predecessore.
Come è nata l’idea di Il Bafometto d’Oro? Cosa ti ha ispirato?
Il Bafometto d'oro |
Dopo aver pubblicato Nel Momento Sbagliato, ricollegandomi alla tua precedente domanda, ho sperimentato alcune tecniche di scrittura, spaziato in altri generi, cimentandomi con differenti forme di narrazione come i racconti, sia brevi che lunghi. Alcune cose sono venute bene, altre meno. Essendo però delusa dal fatto che l’Editoria per così dire Tradizionale era ormai diventata un mondo inaccessibile, avevo perso lo slancio e l’entusiasmo. Durante questo lungo periodo di stasi ebbi un flash. Devo fare una brevissima premessa: io le trame dei miei romanzi le “vedo” nella mia mente come film proiettati a velocità elevatissima, come apparizioni che si manifestano all’improvviso. In quei brevi istanti si svolge l’intera storia. Il difficile è ricordarla nei minimi particolari. Comunque... Ebbi quest’idea: Due uomini trascinano, di notte, un cadavere di donna nella pineta di Castel Fusano, un posto vicino Roma sulla litoranea, e poi lo bruciano per cancellare ogni traccia. Per lungo tempo, pur continuando a sviluppare la trama non procedetti in nessuna direzione; al punto che mi dedicai ad altri progetti e misi il romanzo in stand-by permanente. Molto tempo dopo, girovagando in libreria trovai un saggio sui Cavalieri Templari; non ricordo il titolo ma dalla quarta di copertina si comprendeva chiaramente che l’autore si focalizzava sulla loro improvvisa scomparsa. Tutti conoscono più o meno la storia ufficiale e non sto qui a riassumerla. L’importante è che, tornata a casa, ripresi il romanzo e decisi che, in qualche modo, l’Ordine dei Cavalieri Templari avrebbe fatto parte della trama. Cominciai così a documentarmi sul web finché m’imbattei nel Baphomet, o Bafometto in italiano, la rappresentazione del loro Dio alternativo. Era perfetto. Adesso avevo finalmente una trama da sviluppare e soprattutto la voglia di farlo. L’ultimo tassello, quello forse determinante, era però ancora mancante: A chi affidare l’indagine? Nelle ricerche si parlava di riti orgiastici d’iniziazione, sul modello dei Sabba eretici delle streghe, che servivano a cementare i rapporti tra gli appartenenti all’Ordine e di torture della Santa Inquisizione per estorcere le confessioni di abiura. Misi tutto assieme e non ebbi più dubbi. L’ispettore Sabrina Ferri della IIIa Squadra Omicidi di Roma, che aveva una certa affinità con le pratiche BDSM già in Nel Momento Sbagliato si sarebbe occupata del caso.
Quanto c’è di te in questo testo?
Credo che ogni autore metta molto di se’ in ciò che scrive a partire dalla caratterizzazione dei
personaggi, passando attraverso lo sviluppo della trama. Quando iniziamo a leggere il romanzo di un autore che già conosciamo, siamo in grado di riconoscerne immediatamente lo stile e le caratteristiche principali anche se la trama è molto differente dall’usuale o addirittura tratta un genere diverso. Questo perché, a mio avviso, ogni scrittore ha un proprio modo di approcciarsi alla trama attraverso quelle che io definisco le condizioni di sviluppo. Faccio un esempio. Sono sempre stata attratta dagli eventi che provocano cambiamenti irreversibili nella vita delle persone. In realtà ciò che noi vediamo dal di fuori è solo il risultato finale, cioè l’evento che ha generato il cambiamento, ma nessuno conosce tutti quei piccoli antefatti che hanno portato all’evento catalizzatore e che lo hanno in qualche modo preparato. Ecco, a me piace partire da lì nello sviluppo della trama; dai tanti, piccoli e a volte sul momento insignificanti antefatti che determinano l’evento finale. Se si confrontano i miei romanzi pubblicati, sarà facile trovare questi elementi comuni a tutti e tre pur essendo trame molto differenti tra loro. Spero di essere stata sufficientemente chiara.
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Penso che nella mia vita di scrittrice si alternino costantemente momenti di blocco ad altri di estrema creatività. Non essendo una scrittrice “tecnica”, capace cioè di scrivere in modo costante, sviluppando un’idea e lavorandoci costantemente giorno dopo giorno, i miei lavori subiscono delle pause, più o meno lunghe, nelle quali, per risolvere la questione, mi concentro su altri progetti (spesso lavoro in contemporanea a due o più progetti) oppure mi capita che per scrivere due righe, nel senso letterale della frase, mi occorrano mesi. Non ne ho mai fatto un dramma. Credo che tutto si riduca semplicemente all’ispirazione del momento. A volte sei ispirata, scrivi di getto e i tuoi pensieri fluiscono addirittura più velocemente delle dita sulla tastiera del pc; altre volte occorrono mesi per scrivere una frase che abbia il senso che vuoi attribuirgli. Succede. Lo considero un fatto normale col quale convivere.
Cosa vuoi comunicare con il tuo Il Bafometto d’Oro?
Bella domanda. Non banale. Complimenti e grazie per avermela posta. Non essendo questo un saggio, ne’ un libro-inchiesta ma un romanzo, comincerei con il dire ciò che non voglio comunicare; cioè un sentimento anticlericale e anticattolico. Lungi da me affrontare temi di natura storico-etico-religiosa, mi limito a dire che il passato fa parte del Passato; si deve tenerne conto per non ripetere gli stessi errori e non si deve cancellare in modo che sia di monito alle generazioni future. Quanto al messaggio, posso dire che questa è solo una storia frutto della mia fantasia; un thriller con molti colpi di scena in cui niente è come sembra. Tutto ruota attorno a una statuetta dai grandi poteri occulti il Bafometto forgiata con ciò che restava del tesoro dell’Ordine dei Cavalieri Templari, cui tutti danno la caccia. Compreso il Vaticano. Una trama da gustare sotto vari aspetti, non solo sotto il profilo della tensione narrativa, ma pur sempre e solamente una storia inventata; dove elementi storici si implementano e si fondono con altri di pura fantasia. Alla fine, i protagonisti si rivelano esattamente per quello che fondamentalmente sono: esseri umani che agiscono assecondano le loro pulsioni e le loro ambizioni. Quindi nessun oscuro e intrinseco messaggio ma puro e semplice diletto. Spero di non avervi delusi.
Cosa pensi del Self-Publishing?
Mi ha slavato la vita dal punto di vista artistico. Se non ci fossero state le piattaforme di self-publishing, l’unica traccia di Morgana Lucchesi, scrittrice, sarebbe Deviazione Pericolosa. Un romanzo che, ora posso dirlo senza falsa retorica, non mi rispecchia completamente. L’autopubblicazione la consiglio a chiunque abbia in mente di cimentarsi con la letteratura e non importa a quale livello. Già il fatto di provare, occuparsi di tutti gli aspetti di una pubblicazione, realizzare il booktrailer e la copertina, fare promozione del proprio lavoro, è divertente e appagante al tempo stesso anche se molto faticoso.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Come accennavo poc’anzi, quando lo faccio scrivo quasi sempre in contemporanea. E non solo romanzi erotici. Ho creato altri personaggi polizieschi e scritto un romanzo di genere adult drama di cui intendo occuparmi a breve. Tuttavia un’anticipazione che penso faccia piacere ad un certo pubblico “di genere” posso darla: sto lavorando a un nuovo romanzo erotico, intriso di BDSM, che non è un thriller. Una specie di ritorno alle origini di Deviazione Pericolosa. Solo erotismo e sentimenti.
Grazie a Morgana Lucchesi per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!
Crepi (il lupo) e grazie alla Redazione di Peccati di Penna per avermi concesso l’opportunità di farmi conoscere dai lettori del blog.
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