Dopo oltre quarant’anni, torna in libreria il fulminante «taccuino»
di Leo Longanesi, LA SUA SIGNORA,
con la storica prefazione di Indro Montanelli
e una nuova postfazione di Pietrangelo Buttafuoco
TRAMA
Pubblicato per la prima volta nel 1957, poco dopo la morte di Leo Longanesi, e mai più pubblicato da
quarantadue anni, La sua signora raccoglie tutta la profondità del suo autore negli scritti che vanno dal 1947 al
1957, e ci consegna un racconto immortale dell'Italia degli anni Cinquanta in cui conformismo, retorica, inganno
e mammismo si davano la mano senza vergogna. Un ritratto amaro e disperato, in cui però risalta sempre la
capacità dell’autore di «cogliere quel qualcosa che continua a vivere fino a noi, e la fulminante maestria con cui
riesce a spiegare in un dettaglio un fatto di portata epocale», come sottolinea Pietrangelo Buttafuoco nella
postfazione.
In questo suo taccuino, che contiene la maggior parte dei suoi aforismi più famosi, ritroviamo intuizioni, sarcasmi e frammenti di un uomo che «amava appassionatamente tutto ciò che diceva di odiare». Dietro il velo del gioco di parole e dello scherno implacabile di queste pagine, quel che alla fine viene alla luce è la straordinaria personalità di Leo Longanesi, mirabilmente sintetizzata da Indro Montanelli nella prefazione: «Un grande maestro. Insopportabile, cattivo, ingiusto, ingrato. Ma un grande maestro. L’ultimo». Giornalista, editore, scrittore, Leo Longanesi è stata una delle personalità più poliedriche e geniali del panorama letterario italiano; eccentrico e irriverente, ha riversato per anni la sua visione del mondo in epigrammi e aforismi passati alla storia, che ancora oggi vivono sulle pagine dei nostri giornali.
ESTRATTO
***
AUTORE
Leo Longanesi (1905-1957), giornalista, scrittore, pittore, disegnatore e caricaturista, ha fondato alcuni
periodici che ebbero un’importante funzione nella vita politico-culturale italiana: nel 1926 il quindicinale
L’Italiano, nel 1937 il settimanale a rotocalco Omnibus (primo nel suo genere), nel 1946 il mensile Il Libraio,
nel 1950 il settimanale Il Borghese. Nel 1946 creò la casa editrice che porta ancor oggi il suo nome e presso
la quale pubblicò Parliamo dell’elefante (1947), In piedi e seduti (1948), Una vita (1950), Il destino ha
cambiato cavallo (1951), Un morto fra noi (1952), Ci salveranno le vecchie zie? (1953); postumi apparvero Me
ne vado (1957), Il meglio di Leo Longanesi (1958), L’italiano in guerra (1965), la raccolta di articoli Fa lo stesso
(1996) e Il generale Stivalone (2007). Presso altri editori sono usciti Il mondo cambia (1949), Lettera alla figlia
del tipografo (1957), I borghesi stanchi (1973). Nel 2016 è uscita un’antologia di suoi scritti, Il mio Leo
Longanesi, a cura di Pietrangelo Buttafuoco.
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