Titolo: Il Convento di Saint-Matthieu
Autore: Veronica Piras
Editore: Self-Publishing
Questo romanzo mi ha sorpreso.
La storia e le idee mi sono piaciute molto, c’è un graduale evolversi da storico a thriller, fino allo sfociare nel fantasy dark. Il ritmo della narrazione aumenta con lo sfogliare delle pagine ed è un crescendo che incuriosisce e attrae.
Il luogo principale delle vicende è un monastero, quindi ambientazioni scure, gotiche, che lasciano immaginare ambienti rudi, in penombra e spogli.
Il quadro storico è quello della seconda guerra mondiale, ai tempi di Hitler e dello sterminio degli ebrei, ma questo riferimento al passato è un po' marginale, riscontrabile prevalentemente all'inizio del romanzo. Non sembra di trovarsi in un'altra epoca, perché i modi di dire sono decisamente contemporanei e, a tal proposito, mi sorge un dubbio: ma si parlava così in quegli anni?
Siamo pur sempre in un momento nero della storia mondiale, morti e guerra, e ci si aspetta un tono più formale e serio. Per questo, lo stile narrativo scelto non mi sembra il più appropriato, almeno in alcune parti del romanzo, anche se brillante, accattivante e per niente noioso, non solo per la sua essenzialità ma anche per la sfumatura ironica che l’autrice conferisce all'opera.
La voce che ci conduce in quest’avventura è quella del protagonista, un ex soldato tedesco; il tono è frizzante, il suo modo di esprimersi è fresco, divertente ma, secondo me, avrebbe dovuto essere un tantino più consono al suo ruolo. In tempi passati si diventava uomini presto, ma il protagonista sembra un giovane d’oggi, meno posato e maturo. Per tali motivi, non vedo un gran riscontro con il periodo storico della vicenda. Ovviamente queste sono percezioni personali e non dico affatto di dover essere gravosi nel descrivere emozioni e fatti, ma di bilanciare bene e scegliere i migliori modi di dire in base alle circostanze e all'epoca.
Il linguaggio è molto diretto, sembra quasi spontaneo, a volte troppo. Ad esempio l’inserimento di onomatopee svilisce il testo, ricordando i libri per bambini mentre questo non lo è per niente, anzi...
Vi sono diversi personaggi interessanti, come Suor Helene, una suora sexy, psicopatica, e non solo... ma dovrete scoprirli nel viaggio tra fantasy e mystery che l'autrice ci propone attingendo alla teoria dei wormhole, adattata a una trama soprannaturale, per me, originale.
Il quadro storico è quello della seconda guerra mondiale, ai tempi di Hitler e dello sterminio degli ebrei, ma questo riferimento al passato è un po' marginale, riscontrabile prevalentemente all'inizio del romanzo. Non sembra di trovarsi in un'altra epoca, perché i modi di dire sono decisamente contemporanei e, a tal proposito, mi sorge un dubbio: ma si parlava così in quegli anni?
«Non temo nulla», mentii. «Avete intenzione di farli fuori tutti? Così, giusto per sapere», chiesi caustico.
«Se ce ne daranno il motivo sì, senza nessuna remora», rispose lui sorridente, dandomi una pacca sulla spalla.
«Se ce ne daranno il motivo sì, senza nessuna remora», rispose lui sorridente, dandomi una pacca sulla spalla.
Siamo pur sempre in un momento nero della storia mondiale, morti e guerra, e ci si aspetta un tono più formale e serio. Per questo, lo stile narrativo scelto non mi sembra il più appropriato, almeno in alcune parti del romanzo, anche se brillante, accattivante e per niente noioso, non solo per la sua essenzialità ma anche per la sfumatura ironica che l’autrice conferisce all'opera.
Cominciavo a pensare che il destino mi stesse prendendo per il culo, letteralmente, considerando che Trouchoix tradotto significa "la scelta del buco". Sperando almeno che non scorreggiasse mi accingevo a proseguire all'interno della città.
La voce che ci conduce in quest’avventura è quella del protagonista, un ex soldato tedesco; il tono è frizzante, il suo modo di esprimersi è fresco, divertente ma, secondo me, avrebbe dovuto essere un tantino più consono al suo ruolo. In tempi passati si diventava uomini presto, ma il protagonista sembra un giovane d’oggi, meno posato e maturo. Per tali motivi, non vedo un gran riscontro con il periodo storico della vicenda. Ovviamente queste sono percezioni personali e non dico affatto di dover essere gravosi nel descrivere emozioni e fatti, ma di bilanciare bene e scegliere i migliori modi di dire in base alle circostanze e all'epoca.
Il linguaggio è molto diretto, sembra quasi spontaneo, a volte troppo. Ad esempio l’inserimento di onomatopee svilisce il testo, ricordando i libri per bambini mentre questo non lo è per niente, anzi...
Vi sono diversi personaggi interessanti, come Suor Helene, una suora sexy, psicopatica, e non solo... ma dovrete scoprirli nel viaggio tra fantasy e mystery che l'autrice ci propone attingendo alla teoria dei wormhole, adattata a una trama soprannaturale, per me, originale.
Concludo dicendo che, nonostante quella sorta di anacronismo percepito in alcune espressioni e dialoghi, il Il Convento di Saint-Matthieu mi è piaciuto molto. Ha bisogno solo di palesare maggiormente il periodo storico di appartenenza per esser perfetto.
❤❤❤❤
TRAMA
Aaron Keller è un giovane ragazzo tedesco, combattuto fra l'orgoglio di
essere un valoroso soldato e il disprezzo di appartenere all’esercito
nazista. “Sentivo che la mia vita si stava colorando di tinte vermiglie,
ogni cosa diventava rossa come il sangue che vedevo scorrere ogni
giorno”. Una notte di gennaio del 1939 Aaron decide di prendere il treno
e fuggire in Francia per rifarsi una nuova vita, lontano dagli orrori
che Hitler sta perpetuando in Germania. Destinazione? Casuale, ma la
fatalità lo conduce in una cittadina chiamata Trouchoix. Il suo primo
proposito è quello di trovare lavoro, ma il fatto di essere tedesco non
lo aiuta di certo. All’imbrunire, mentre fa ritorno all’ostello, si
perde nei pressi di un bosco e percorrendo una stradina bianca arriva ai
piedi di un convento di suore, dove chiede ospitalità per una notte. Ma
le cose si mettono peggio del previsto: una violenta bufera di neve e
una frana lo bloccano in quell’ambiente claustrale, senza poter avere
contatti con il mondo esterno. Tuttavia, contrariamente alle sue basse
aspettative, la vita delle suore e dei rifugiati ebrei non è poi così
male. Questo però è solo l’inizio, perché proprio quando comincia ad
ambientarsi, una serie di efferati omicidi spezzerà gli equilibri in
modo irreversibile. Non c’è possibilità di fuga, qualcuno (o qualcosa)
si aggira indisturbato tra le mura del convento e i sospetti potrebbero
ricadere su chiunque. Un horror con elementi fantasy, dove tutto può
essere e niente è come sembra.
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