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6 aprile 2017

RECENSIONE - Una ragazza bugiarda di Ali Land | Newton Compton Editori

TITOLO: Una ragazza bugiarda 
AUTORE: Ali Land
EDITORE: Newton Compton Editori

Ecco un thriller come piace a me: misterioso, apparentemente semplice e con una protagonista indecifrabile che dal primo momento mi da i brividi. Quando il personaggio conduttore non è un esponente della giustizia, c'è sempre quel pizzico di intrigo in più.

Una ragazza bugiarda è davvero bello, coinvolgente con la giusta dose di ansia... ed è stupefacente che sia il libro di una esordiente. 

La storia di Milly, una quindicenne traumatizzata da perdite e abusi, parte immediatamente con forza ma poi frena e procede con una certa calma, non è sparata in un unico colpo e il lettore può assaporarla per gradi.
Pian piano tante spiegazioni vengono a galla e anche i primi sospetti

Milly dopo aver denunciato la madre si ritrova in affido presso il suo psicologo, Mike, in attesa del processo. La famiglia non è perfetta ma Milly non ha mai provato di meglio. Non so come l’autrice abbia fatto ma mi ha trasmesso alla perfezione l’instabilità mentale della protagonista. Nonostante la calma apparente, Milly mi ha fatto sempre paura e l’esser bugiarda è solo un lato della sua oscura personalità. Posso affermare che è un soggetto pensato e delineato molto bene, conoscerla pagina dopo pagina dà vita a mille dubbi.

 : Oltre Milly, abbiamo diversi personaggi e nessuno è perfetto, nessun santo, tutti marcati da qualche elemento, forse il più ingenuo è proprio Mike: animato anche da buone intenzioni.

I temi trattati non sono tra i più leggeri in primis appaiono violenza e omicidio e in secundis il bullismo e la depressione. La parte legata ai crimini si associa alla quotidianità scolastica e al conflitto tra Milly e Phoebe, la figlia di Mike. La protagonista è angustiata già dalla situazione con la madre di cui nessuno è a conoscenza per cui si lascia scivolare addosso le angherie di Phoebe, ma quando una persona non si sfoga c’è sempre da pensare al peggio, come si dice dalle mie parti: acqua cheta fa pantan e fet. Non è poesia ma verità: anche dalle persone calme può scaturire il marciole. E direi che è proprio questo il caso.
 
Lo stile dell’autrice è particolare perché spesso i dialoghi non sono espressi, appunto, sotto forma di dialogo con apposito stacco e punteggiatura, ma sono riportati nella narrazione in un unico flusso di parole. A volte questo disorienta un po’ ma quando si entra nel vivo della lettura non si nota neanche più e per il resto la scrittura è semplice, quindi facilmente assimilabile. 

Io ho divorato questo romanzo ed è il secondo thriller di quest’anno a entusiasmarmi tanto. L'altro è questo.

❤❤❤❤

TRAMA

Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante. Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato. E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua. Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta. Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva. Phoebe ha reagito malissimo all’arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche. Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato. Eppure nessuno sembra disposto a farlo…

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