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12 gennaio 2021

SERIE TV - Bridgerton | Netflix

Foto by Netflix

 Bridgerton è una serie storica oppure no?

 Bridgerton è definita serie storica, regency, un genere che non prediligo ma visto il clamore ho deciso di guardarlo e... sì, buon prodotto, ma proprio storico o regency, insomma... anche no.

Bridgerton si deve guardare come se fosse una rielaborazione fantastica e non come una rappresentazione della realtà, così si può apprezzare e non restare infastiditi. Personalmente non sono rimasta infastidita dalle “licenze poetiche”. La nobiltà di colore? Sì, strana, forse uno degli elementi più assurdi della serie, anche con la giustificazione annessa e il completo azzeramento del razzismo, ma facciamo finta che sia andata così, che nella mente dello sceneggiatore esista un mondo passato migliore XD. Se in The Man in the High Castle vince il nazismo qui fallisce il razzismo.

In generale il mix di costumi, ambientazioni, colori, musiche è accattivante. Sentire i violinisti suonare musiche contemporanee è stato... particolare. Bridgerton è un prodotto ben confezionato anche per questo, ha unito la storia alla contemporaneità, magari, e dico magari, qualcuno incuriosito dal periodo storico, dagli usi e costumi e dalla condizione della donna, approfondirà, o semplicemente si appassionerà al genere, e male non farebbe, giusto?

Qual è il filo conduttore della serie? Daphne Bridgerton deve trovare marito dopo il debutto in società e una serie di vicissitudini la uniranno al Duca che al contrario, banalmente, non vuole legarsi ed è definito un libertino.

Daphne è un personaggio che non ho apprezzato, ma è proprio la condizione della donna che mi affligge in questo contesto storico e lei lo incarna, accetta, alla perfezione: la donna non può scegliere liberamente che fare della sua vita né chi amare e questa corsa ad accasarsi ha messo l’ansia a me per lei.

Tutto è narrato dalla protagonista invisibile della serie: lady Whistledown che rappresenta la gossip girl del periodo, solo che in questo caso è molto intuibile, in un momento è praticamente palese. Voi l’avete individuata?

Daphne appartiene a una famiglia numerosa, quasi ogni fratello e sorella ha una sua storyline che probabilmente verrà sviluppate in futuro. La sorella minore di Daphne, Eloise, è il personaggio più interessante, colei che sembra svegliarsi da anni di consuetudine e dire: ehi, ma perché devo sposarmi e figliare e non fare altro nella vita? Lei ha voglia di dire, fare, viaggiare... è giovane, intelligente, perché dovrebbe limitarsi solo perché Donna? Eh... chi lo sa? Diciamolo alla società mia cara Eloise. Comunque sia, mi piacerebbe vedere cosa ha in serbo il destino per lei.

D’altra parte, anche alcuni degli uomini mostrano il cappio di una società rigida: il primogenito deve occuparsi delle sorelle, del buon nome, delle doti, degli affari e di conseguenza non può uscire dagli schemi e innamorarsi di una donna non degna. C’è chi invece reprime la sua indole artistica o la sua vera natura. Insomma, forse il genere mi sta stretto proprio perché mi innervosisce se mi fermo a riflettere.

Gli attori sono tutti carismatici, non posso pronunciarmi molto sulla recitazione non avendolo guardato in lingua ma, per quanto riguarda l’espressività e il porsi, qualcuno mi è sembrato un po’ rigido.

Il ritmo delle vicende lo reputo buono, si dà spazio anche ai personaggi secondari nonostante la storia sia “Daphnecentrica”.

Bridgerton è piacevole da guardare, poco impegnativa, visivamente soddisfacente. Non è una serie che non mi fa dormire, però intrattiene, intrattiene bene, ma Shonda tra pregi e difetti sa il fatto suo e come “acchiappare” lo spettatore, anche se, appunto, con difetti.

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