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5 aprile 2019

BLOGTOUR - Bestie d'Italia Volume 1 | Giuseppe Chiodi e il pampanaro

Benvenuti alla sesta tappa di questo blogtour composto da 12 appuntamenti: presentazione, dieci interviste e recensione conclusiva.


25 marzo: prima tappa (presentazione) blog “I mondi fantastici”
27 marzo: seconda tappa (Marco Bertoli e il “Lupomanaio”) blog “Infiniti universi fantastici”
29 marzo: terza tappa (Gianluca Malato e la marabbecca) blog “Bosco dei sogni fantastici”
1 aprile: quarta tappa (Alessio Del Debbio e i segreti dell’Isola di Montecristo) blog “La bancarella del libro”
3 aprile: quinta tappa (Mala Spina e i folletti toscani) blog “Gli occhi del lupo”
5 aprile: sesta tappa (Giuseppe Chiodi e il pampanaro) blog “Peccati di penna”
8 aprile: settima tappa (Elena Mandolini e la maga Circe) blog “Il mondo incantato dei libri”
10 aprile: ottava tappa (Giuseppe Gallato e la fata Morgana) blog “Pensieri sconnessi”
12 aprile: nona tappa (Alessandra Leonardi e le figlie della lupa) blog “Immersività”
15 aprile: decima tappa (Daniela Tresconi e la polena maledetta) blog “Universi incantati”
17 aprile: undicesima tappa (Monica Serra e la Mala grotta) blog “Giuseppe Gallato”
19 aprile: dodicesima tappa (recensione) blog “Les fleurs du mal”


Benvenuto Giuseppe! Come è nato il tuo racconto? Di cosa parla?
Ho già sviscerato, nel mio romanzo Cuore di Tufo, alcune tra le figure principali del folklore napoletano. Tuttavia, come diceva qualcuno, la vera ricchezza dell'Italia sono i suoi paesi e in questa splendida regione (come in tante altre) le perle non mancano. Una parte importante della Campania è l'Irpinia, terra bellissima e ricca di leggende. È bastato scegliere una storia tra le tante.

Nella Bocca del Dragone parla di due ragazzi, Mena e Ruggero. Lei ha un'insolita passione per le piante officinali e, soprattutto, alimurgiche sin da bambina; è una persona curiosa, brillante, ed è in procinto di diventare bartender. Lui, al contrario, è un boscaiolo geloso della sua solitudine e custodisce un terribile segreto. Sta a voi scoprire quale!

Quali creature fantastiche conosceremo leggendolo?
Nascere la notte del 25 dicembre, in Irpinia, è un pessimo presagio. Si tratta di un affronto nei riguardi di Cristo e, per tale motivo, necessita di una punizione. Si dice che chi nasca quella notte sia destinato a trasformarsi, al calar del sole e per il resto della vita, in un Pampanaro.

Conoscete i lupi mannari? Ecco, la differenza sta in alcuni dettagli. I Pampanari non hanno la coda e sono ricoperti da pampini (foglie di vite) e viticci su tutto il corpo.

Non è finita: Nella Bocca del Dragone presenta, come da titolo, un’altra creatura classica. Un drago, sì, ma a tre teste e con un occhio solo. Un occhio dotato di poteri ipnotici, in grado di soggiogare le menti più fragili. È così che il mostro, secondo le vecchie storie, avrebbe costretto i Visigoti a nutrirlo coi corpi dei volturaresi (cittadini di Volturara Irpina) catturati.

Dove è ambientato il racconto? Perché questa scelta?
La storia è ambientata a Volturara Irpina, un borgo avellinese racchiuso tra le montagne e uno dei bacini idrici più importanti del territorio. Accanto ad esso, infatti, sorge la cosiddetta Piana del dragone, un serbatoio naturale che raccoglie la pioggia per farla confluire in un grande inghiottitoio chiamato, per l'appunto, Bocca del dragone (occa re lo traone).

Il motivo di tale nome è presto detto: la leggenda vuole che il drago, portato lì dai Visigoti, dimorasse proprio nell'inghiottitoio e che Gesio, eroe leggendario, l'avesse sconfitto in un'epica battaglia. Il mostro, accasciandosi, avrebbe formato le voragini e il suo sangue, penetrato nel sottosuolo, sarebbe la causa dello sciabordio che si ode in superficie.


Un piccolo estratto dal racconto.
Gesio mi approccia, mi asciuga le lacrime come da rito. I muscoli delle sue enormi braccia mi esplodono nelle mani; riesco a stento ad abbracciarlo. Emana un profumo muschiato, che sa di montagna.
Ignoro l’imbarazzo, mi alzo sulle punte e accosto il mio viso bollente al suo. «Ricordati la promessa» bisbiglio.
Lui si stacca, si acciglia. Mi spinge da parte come fossi una bambina. I tamburi si arrestano di colpo e così i ballerini, che si ritirano nel fumo. Il corteo di prima si apre e una figura sfila nel mezzo, diretta verso la piazza. Il drago fa la sua entrata: un bruco a sei zampe, agghindato di festoni e dal muso orientale. Fontane pirotecniche eruttano dal dorso.
Gesio sfodera la spada. I due contendenti si misurano, girano l’uno attorno all’altro. Rullo di tamburi.
Gesio depone l’arma, afferra il manto del drago e lo tira via, mettendo a nudo i tre attori accovacciati. I vulcani luminosi ruzzolano nella neve, da cui traspare un fioco bagliore. La coperta, variopinta e bruciacchiata, atterra innanzi ai miei piedi.
«Ascoltatemi!» tuona Gesio. Si scruta intorno, nel silenzio. La cortina fumogena si dirada, le persone si scambiano occhiate confuse. I rievocatori restano a bocca spalancata.
«Questo non è più un gioco» ruggisce Gesio. «Il drago è tornato. Volturara non può dimenticare il dolore che causò, e i ragazzi scomparsi non sono che un preludio alla strage». Dovrei ridere alle sue parole, ma… la Mefite mi torna alla mente. E lui è così serio, così fiero; l’atmosfera è surreale. «Non appena sarà in forze, il drago attaccherà il paese. Dovete fuggire prima che sia tardi».
La folla mormora. Dei bambini scoppiano a piangere.
«Avete capito? Non avvicinatevi alla Piana del dragone per nessun motivo!» grida Gesio. Degli ululati riecheggiano da ogni direzione, come se i lupi fossero scesi in paese. Non ne ho mai uditi di simili in pieno centro cittadino.
Il vociare cresce.
«Mamma, ho paura».
«È uno scherzo?»
«I lupi!»
«Lo traone…»
Delle risate erompono dal corteo. «Hai di nuovo bevuto, Ruggero?»
«Stordo!» urla un manifestante, quel fesso di Totore, dal bordo dal piazzale. «Il drago non esiste».
«Smettetela di agitarvi» rincara un terzo da chissà dove. «Non vedete che sta delirando? Credete ancora alle favole?»

Colonna sonora del racconto.
Sieben - Ogham the blood


Giuseppe Chiodi Nasce nel 1992, a Napoli. Dopo il diploma, termina il suo primo romanzo e segue il corso di narrativa di AgenziaDuca.it, che accende il suo interesse per l’argomento. Inizia a lavorare come traduttore freelance e consegue un certificato Cambridge English di livello C2. In seguito, partecipa al corso di formazione editoriale dell'agenzia letteraria Herzog e affronta un tirocinio presso la Casa Editrice Tullio Pironti di Napoli. Nel 2017 apre il suo blog letterario: Immersività. Nel 2018 pubblica Cuore di tufo (DZ Edizioni), romanzo urban/dark fantasy in cui le leggende popolari napoletane prendono vita. Per “Bestie d’Italia – volume 1” ha scritto il racconto “Nella bocca del dragone”.


E questo è tutto, alla prossima tappa!

4 commenti:

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