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11 luglio 2018

INTERVISTA - Maurizio Corrado e Viaggio al Polo

Nuova intervista, oggi su Peccati di Penna: Maurizio Corrado. 

Maurizio Corrado in questi ultimi anni scrive, insegna, è autore e attore di teatro. Ha fatto l’architetto, il giornalista, il pubblicitario, ha pubblicato oltre venti libri di architettura e design ecologico, ha diretto riviste e collane. Oltre ad amare il flamenco, è docente all’Università di Camerino e all’Accademia di Belle Arti di Bologna e di Verona. Tra le pubblicazioni di narrativa, per Bohumil Edizioni la raccolta di racconti Le ipotesi del dott. Brando e i testi di teatro Teatro ecologico, Green Tales per Quarto Paesaggio, Amori possibili per Intrecci Edizioni, Appuntamento con l’arcangelo per Formebrevi Edizioni, vincitore del premio narrativa Formebrevi 2017, Viaggio al Polo per Ianieri Edizioni, 2018.



Benvenuto su Peccati di Penna Maurizio Corrado! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?  
Grazie dell’accoglienza sul tuo blog. Ho iniziato a scrivere verso i sedici anni, credo, certamente ho sempre letto molto. 

Qual è stato il tuo primo testo? 
Scrivevo racconti, brevi, è sempre stata una forma a me affine. Mi piace la scrittura che evoca universi con poche parole.  

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere? 
Il genere che amo è quello di Borges, Cortazar, Buzzati, Calvino, Junger, Eliade, i sudamericani come Mutis, Monterroso, Galeano. Spesso sono narrazioni brevi che partono da un’idea. L’idea è come un seme, ti arriva dentro e se trova terreno fertile germoglia e cresce. Certa fantascienza è così, Dick, Bradbury. Ho invece un rigetto verso il ribollire del fantasy, che non ha nulla a che fare con Tolkien, che era un grande.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione? 
Come saggista ho iniziato a pubblicare nel ’97 con editori di grande diffusione, per la narrativa invece il percorso è stato molto più complicato, ho iniziato nel 2006 con piccole case editrici di qualità e continuo.  

Come è nata l’idea di Viaggio al Polo? Cosa ti ha ispirato?
Ho sempre amato le avventure di mare, velieri, orizzonti infiniti e sono affascinato dai paesaggi bianchi e selvaggi del Polo. Ho incontrato la storia vera del Capitano Franklin, il suo viaggio alla ricerca del passaggio a Nord Ovest e ho voluto intrecciare una storia immaginaria a questa avventura reale. Conrad e Verne sono sempre stati sul mio tavolo immaginario mentre si sviluppava. Ma la cosa più interessante sono stati gli studi sugli Inuit che ho fatto, in particolare i lavori degli antropologi Rasmussen e Malaurie. Ho usato anche i diari scritti dallo stesso Franklin. 
“Se la libertà avesse un suono,
sarebbe il fruscio di una slitta sulla neve.”
1845. Il capitano Franklin parte con le navi Erebus e Terror alla ricerca del passaggio a Nord Ovest, il leggendario collegamento fra i due oceani che costò la vita a centinaia di marinai ed esploratori, vinti dalla natura selvaggia del Polo Nord. In questa storia vera s’intreccia l’avventura del giovane Théodore, che nel viaggio e nell’incontro col popolo Inuit attraversa la sua linea d’ombra verso la conquista della propria libertà. Viaggio al Polo è tratto dalla storia vera della spedizione artica del Capitano Franklin alla ricerca del passaggio a Nord Ovest. A questa storia è ispirata la serie televisiva The Terror prodotta da Ridley Scott, in onda dal 26 marzo 2018 e distribuita in Italia da Amazon Prime Video in contemporanea con gli Stati Uniti.
Quanto c’è di te in questo testo? 
Preparare libri come questo è come preparare un pranzo, si scelgono gli ingredienti, li si combina fra di loro, si scelgono le parti migliori, le si elaborano, si aggiungono spezie e condimenti, si fanno cuocere lentamente, con grande amore. Cosa c’è di un cuoco nel pranzo che prepara? La sua anima, forse.  

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato? 
Con una passeggiata. 

Cosa vuoi comunicare con il tuo Viaggio al Polo? 
È evidente che il Polo è prima di tutto un luogo dell’anima, il centro dell’essere, quello che Jung chiamava il Sé, ciò che veramente siamo, un luogo che ognuno di noi deve raggiungere per dare un senso alla propria esistenza. Il giovane protagonista lo raggiunge con grande fatica e lì trova un popolo che vive come abbiamo vissuto noi umani per centinaia di migliaia di anni fino a quando, diecimila anni fa, ci siamo addomesticati cominciando a coltivare. Trova il nostro vero modo di essere. Questo voglio comunicare: un altro modo di essere è possibile.  

Cosa pensi del Self-Publishing? 
Da qualche anno chiunque può confezionare senza spesa un gruppo di fogli con delle parole sopra, rilegato e con una bella immagine nel primo foglio. Questo purtroppo non è sufficiente a trasformare chi lo fa in uno scrittore e il gruppo di fogli in un libro. Una volta scritto e magari trasformato in oggetto fisico, il libro comincia un’altra vita, che ha altre necessità, fatte di comunicazione, distribuzione, incontri, eventi, invenzioni per farlo conoscere, per invitare i lettori a desiderarlo. Per questo serve un altro mestiere, quello dell’editore. 

Quali sono i tuoi progetti futuri? 
Sto lavorando a vari progetti, ma soprattutto vorrei, oltre a raffinare la scrittura, usarla per quello che può essere, una soffice arma per cambiare il mondo. 

Grazie a Maurizio Corrado per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

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