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3 luglio 2018

INTERVISTA - Cristina Mosca e Con la pelle ascolto

Cari peccatori, prendete una bevanda fresca e conociamo meglio Cristina Mosca.

Cristina Mosca, classe 1980, è nata a Giulianova (Te) ma vive e lavora a Pescara. Insegna inglese nelle scuole superiori ed è stata giornalista pubblicista dal 2007 al 2017. Dal 1997 ha conseguito numerosi riconoscimenti in concorsi letterari: in merito a due vittorie ha esordito nella narrativa nel 2005, con “Chissà se verrà alla mia festa” (Schena editore, Premio “Valerio Gentile”) e nella poesia nel 2006 con “Pierrot scalzo” (Edizioni Tracce, Concorso “Giovani autori”). I suoi lavori narrativi successivi sono stati “E donne infreddolite negli scialli” (Schena, 2007) e “Loro non mi vedono” (Ianieri Edizioni, 2014). “Con la pelle ascolto” (Ianieri, 2018) è il suo nuovo romanzo. www.cristinamosca.it


Benvenuta su Peccati di Penna Cristina! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Grazie a voi per l'ospitalità! Onorata. Amo scrivere da quando l'ho imparato. Ho quaderni molto vecchi in cui accantonavo storie, in cui spesso rendevo protagonisti me stessa o miei coetanei. Ne avevo bisogno per osservare tutte le alternative e tutti i desideri che vedevo. Tutte le possibili vite.

Qual è stato il tuo primo testo?
La mia prima pubblicazione è del 2005, “Chissà se verrà alla mia festa”, un romanzo breve che fu pubblicato da Schena editore perché vincitore del Premio di Letteratura per under 30 “Valerio Gentile”. Prima, ho scritto molti racconti e molte poesie con cui ho vinto i primi posti di alcuni concorsi nazionali. Ho partecipato ai concorsi di narrativa e poesia molto a lungo, da quando avevo 14 anni.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Riesco meglio a scrivere di storie individuali, spesso sulla scia del romanzo di formazione, indugiando nella narrativa introspettiva. Non so di quali generi non riuscirei proprio a scrivere: dovrei provarci, prima di poterlo dire. Quello che so è che non mi entusiasmano lo splatter e il demenziale, né nella lettura né nel cinema.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Ho sempre custodito il desiderio di vedermi pubblicata, come un uccellino trovato in giardino. L'ho protetto e pronunciato sempre molto cautamente. Sono una purista, e per me ottenere la pubblicazione ha sempre voluto dire che qualcuno, non legato dall'affetto, ritiene che quello che faccio è valido. Poi ho incontrato la famiglia Gentile di Fasano: nel 2004 ottenni il secondo posto con una raccolta di racconti; l'anno successivo fui scelta per la pubblicazione. Fu fondamentale per darmi quel coraggio di cui avevo bisogno. Adesso qualcuno mi aveva detto: vai, quello che scrivi arriva anche a qualcun altro, non è solo nella tua testa, puoi provare a continuare. Il Premio esiste ancora e ogni anno rinnova il suo bando di concorso. È gratuito e lo consiglio ancora a tutti.

Di chi è la voce che dice Io quando si prende una decisione o si insegue un desiderio? Elena e Alma, sorelle, vivono da sempre un rapporto conflittuale e le loro vite sembrano correre su binari paralleli, destinati a non incontrarsi mai. Elena ha la passione per la pittura e una storia d’amore con Marco, che non vuole avere figli. Alma passa da un uomo all’altro e trascorre la maggior parte del tempo nelle bigiotterie, finché non resta incinta. Quando ormai sono rassegnate al silenzio come unico rumore di fondo delle loro individualità, scopriranno un nuovo modo di comunicare: ascoltarsi.

Come è nata l’idea di Con la pelle ascolto? Cosa ti ha ispirato?
Mi ha ispirata un'immagine colta da una lettura condivisa. A Pescara, nei primi anni Duemila, parte dell'ambiente universitario si riuniva nelle serate del Garage Ermetico. Una iniziativa assolutamente libera e privata, avviata da due appassionati di letteratura, Fabrizio Verrigni e Paolo Ferri. Al Garage si portavano testi di propria scelta e se ne leggevano, al microfono, degli estratti. Era un ambiente rispettoso e attento. Devo all'incipit della sconosciuta Sara, “Respira piano”, l'evocazione di una delle prime scene di “Con la pelle ascolto”: il momento in cui una bambina inizia a metabolizzare l'arrivo di una sorellina.

Quanto c’è di te in questo testo?
Inevitabilmente c'è tutto quello che sono e che penso e ci sono stralci di storie delle persone che ho incontrato, i loro sguardi, le nostre frustrazioni. Ma c'è anche molto di quello che non penso, che non ho fatto, che non ho avuto.

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Mi è capitato di aver bisogno di tempo per uscire da una situazione o sciogliere un garbuglio narrativo. In questi casi compiere azioni meccaniche, specie in contatto con l'acqua, mi aiuta in maniera sorprendente. Fare una doccia, stirare o fare pulizie mi aiuta a non pensare... e quindi finisco per pensare cose che non mi aspettavo :)

Cosa vuoi comunicare con il tuo Con la pelle ascolto ?
Vorrei che andassimo oltre lo sguardo. Che non accumulassimo rancore: il risentimento ammala. Vorrei che trovassimo il coraggio di fare il primo passo; che non andassimo a dormire col rimpianto di qualcosa che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Vorrei che dicessimo più spesso Mi dispiace, Hai ragione, Vengo con te. Ma dobbiamo dirlo alle persone che abbiamo vicine: con gli estranei è più facile essere gentili.

Cosa pensi del Self-Publishing?
Alcune situazioni possono richiederlo. Il vero peccato è doversi trovare da soli nella revisione del testo e nella distribuzione: è difficile essere competenti su tutto.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per quanto riguarda “Con la pelle ascolto” siamo all'inizio di un tour di presentazioni che mi vedrà coinvolta per almeno un anno. Iniziamo in Abruzzo a luglio e ad agosto, con date in continua integrazione sulle pagine Facebook mia (@cristinamosca.autrice) e dell'editore (@ianieri.edizioni), poi continuiamo nelle altre regioni, per concludere il 2018 al “Più libri più liberi” di Roma. Per quanto riguarda me, sto iniziando il prossimo libro.

Grazie a Cristina Mosca per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

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