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8 febbraio 2018

RECENSIONE - Lost & Found di Brigit Young | Feltrinelli

Cari peccatori, è la volta di parlarvi di Lost & Found uno young adult fresco, genuino, puro, lontano dai drammi estremi e le storie d'amore troppo complicate per l'età che hanno i personaggi anche perché in questo romanzo i protagonisti sono molto giovani, intorno ai tredici anni, e si trovano ad affrontare situazioni piuttosto comuni che si mescolano alla fantasia. Per farla breve: non ci sono eccessi, sesso o argomenti forti.

Tillie è il nostro punto focale, una ragazza che a causa di un incidente zoppica e prova spesso dolore alla gamba lesa. Per questo suo handicap, la giovane si sente diversa, emarginata, e senza volerlo lei stessa è la prima ad allontanarsi da tutti.
La sua unica valvola di sfogo e la fotografia che da un lato la aiuta e dall'altro contribuisce a metterla nei guai. Tillie è una sorta di piccola investigatrice con un occhio in più che scatta e immortala momenti e particolari.
Il co-protagonista è Jake: esuberante, spigliato, chiacchierone, e si rivolge a Tillie per scoprire il mistero che avvolge la sua famiglia.
 Era un ragazzo del suo stesso anno. Jake Hausmann, si chiamava. Gli aveva già fatto delle foto, ovviamente. Aveva fotografato tutti i duecento e passa alunni dell’ultimo anno. Ma non aveva mai fatto lezione con lui, né tantomeno gli aveva parlato. La lista delle persone a cui Tillie Green aveva parlato in vita sua era piuttosto breve e annoverava i genitori, un paio di zie e cugini, qualche insegnante, e infine dei medici. Una sfilza infinita di medici.
“Tu sei l’Ufficio Oggetti Smarriti, no? Lost & Found, la specialista nel trovare la roba che si perde. Mi hanno detto di cercare la ragazza che...”
Non ebbe bisogno di dire “zoppica” o “cammina in modo strano”. Tillie aveva già capito. Jake abbassò gli occhi a terra con le guance percorse da un lieve rossore che quando li rialzò per guardarla era svanito.
Ho bisogno del tuo aiuto,” disse. “È importante.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Jake che non è il classico bello e popolare, ma un ragazzo popolare perché carismatico e affabile anche se poco affascinante. Grazie a lui Tillie riesce a integrarsi e rapportarsi nuovamente agli altri studenti. Magari vorreste sapere qualcosa di più sul rapporto tra i due ragazzi, ma... non voglio rivelarvi troppo, sappiate solo che sono una bella coppia alla Sherlock e Watson ;)

Lo stile dell'autrice è molto semplice, adatto a un target giovane ma anche a chi è più avanti con l'età e vuole regalarsi una lettura briosa. Lost & Found è una ventata d'aria fresca, un romanzo poco impegnativo, rilassante, divertente, ma che riesce comunque a solleticare il cuore quando si parla di rapporti famigliari e sensi di colpa che vanno a intaccare gli affetti.

Il romanzo è narrato in terza persone e i dialoghi sono molto carini, in particolar modo quando a interagire sono Tillie e Jake. 

Lost & Found lo consiglio davvero di cuore ai genitori che vogliono regalare un libro ai propri figli, e lo consiglio ai più giovani anche se restii alla lettura perché  questo libro si legge che è un piacere.

TRAMA

In seguito a un incidente d’auto avvenuto quand’era bambina, Tillie zoppica e ha forti dolori se si affatica troppo, mentre il padre, alla guida al momento dell’incidente, non ha mai superato il senso di colpa e vive nell’angoscia. Tillie è timidissima, a scuola non ha amici, ed è appassionata di fotografia: ha tre apparecchi fotografici con i quali immortala tutto, senza posa, in una sorta di fissazione maniacale per l’analisi dell’ambiente scolastico. In questo trova la sua rivincita sociale, diventando l’investigatore della scuola: analizzando migliaia di immagini alla settimana, riesce a ritrovare tutto quello che si è perso, guadagnandosi il soprannome di Lost & Found. Quando il compagno più popolare della scuola le chiede di ritrovare nientemeno che il padre scomparso, comincia per Tillie un’avventura che la farà avvicinare per la prima volta a un coetaneo, ma la metterà anche di fronte a un dilemma etico: fino a che punto ci si può intromettere nella vita degli altri in nome della ricerca della verità? Se gli occhi sono sempre dietro l’obiettivo fotografico non si rischia di non vedere il confine tra privacy e libertà di espressione?

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