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11 ottobre 2017

SEGNALAZIONE - Caro mondo di Bana Alabed | Tre60

Il sanguinoso conflitto siriano visto attraverso gli occhi di una bambina di 8 anni, che ha saputo rivolgersi con i suoi messaggi ai grandi del pianeta. Da quando aveva tre anni, Bana Alabed conosce una sola realtà: la guerra, con tutto il suo strascico di paura, violenza e distruzione. Il suo dramma, e quello della sua famiglia, è culminato con i bombardamenti e il brutale assedio di Aleppo.
Nel 2016, con l’aiuto della madre, ha creato un account Twitter per gridare al mondo quello che stava succedendo in Siria.

TITOLO: Caro mondo
AUTORE: Bana Alabed
EDITORE: Tre60
PREZZO: ebook 7,99 € | cart. 14 €
PAGINE: 200

TRAMA
Bana Alabed ha solo sette anni quando, in una luminosa giornata di sole, sente un boato spaventoso. È una bomba caduta su Aleppo, la prima delle tante che ridurranno la città in cenere e la popolazione allo stremo. Bana non sa neppure cosa significhi la parola «bomba», ma da quel giorno non può più andare a scuola perché è stata distrutta; invece di sedersi al tavolo di cucina per cenare con la famiglia, si deve nascondere sotto di esso, mentre tutto, intorno a lei, trema; non gioca più per strada, ma si ritrova a scavare tra le macerie insieme con gli adulti, alla ricerca di cose e persone scomparse.

Vivace e intelligente, Bana si convince che il mondo non possa ignorare quello che sta succedendo in Siria e, con l’aiuto della madre, scrive un messaggio su Twitter: «Ho bisogno della pace». Poi, di giorno in giorno, racconta quello che sta vivendo, mostra la distruzione e il dolore. In breve tempo la sostengono in centinaia di migliaia e lei, con tutto il candore e la sincerità dei bambini, parla a tutti: da Putin a Obama, da Trump al presidente siriano Bashar Assad.
Diventata il simbolo dell’innocenza di ogni bambino davanti agli orrori della guerra, Bana racconta per la prima volta in questo libro tutta la sua storia. Lanciando con forza il suo messaggio di speranza, per sé e per tutte le vittime della violenza che meritano una vita migliore.

«Volevo scrivere ogni giorno su Twitter per raccontare alle persone come fosse brutto ad Aleppo e quanto fossi spaventata, cioè tante volte. Ma era anche divertente raccontare al mondo cose carine, come quando mi caddero i denti. La mamma mi avrebbe aiutato a capire cosa dire in inglese. Facemmo anche molte fotografie e video, così che il mondo potesse vedere cosa stava succedendo in Siria. Avevo paura che la gente non ci avrebbe creduto, se non avesse visto quanto era brutto. Come tutti i corpi morti e i palazzi crollati.»

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