La mia opinione
Basato sull'omonimo libro edito HarperCollins Italia, Il diritto di contare narra la storia della scienziata e fisica afroamericana Katherine Goble Johnson, che riuscì a farsi valere negli ambienti della NASA, un settore prevalentemente maschile e destinato ai bianchi.
Mentre il libro comincia con molti dati, come un reportage, il film lascia un po’ da parte i fatti e gli avvenimenti storici e ricama subito sulla storie delle tre donne protagoniste approfondendo il loro lato umano, mostrandoci il loro privato e ponendole immediatamente in primo piano con le difficoltà del caso.
Mi è piaciuta molto la scena di apertura con loro in difficoltà sul ciglio della strada con l'auto in avaria e il primo scontro con il razzismo superato con intelligenza.
Nel romanzo, per quanto letto, ho riscontrato una certa freddezza rispetto al prodotto cinematografico che si riscalda di sentimenti. Io ho percepito subito la differenza e ho paragonato immediatamente l'incipit del film a quello del testo.
Il diritto di contare è un film bello, trattando fatti veri in modo “spettacolare” non è né un documentario né una commedia, e allo stesso tempo non è né pesante né particolarmente avvincente, ma ha il merito di far riflettere e di ispirare chi è discriminato. Mi ha anche un po' emozionato e quando i tre personaggi principali raggiungono i loro obiettivi provo una gran senso di soddisfazione. Altro punto a favore di questo film e di stimolare la curiosità della ricerca, io ad esempio sono andata a cercare qualche informazione su ciò che più mi aveva incuriosito e affascinata.
Senza nulla togliere alle tre protagoniste de Il diritto di contare, il personaggio che ho adorato è Al Harrison interpretato da Kevin Costner, che premia la persona per il suo valore non in base al colore o al sesso. La scena che più mi è rimasta impressa, nonostante non abbia una citazione poetica e di pura saggezza, ha il suo perché. Al Harrison con una frase, una scena, mi conquista: Qui alla NASA facciamo tutti la pipì dello stesso colore!
Per chi non lo sapesse, all'epoca, bianchi e neri erano divisi in ogni ambito: scolastico, lavorativo, ebbene anche sui mezzi pubblici e nei bagni.
Mentre il libro comincia con molti dati, come un reportage, il film lascia un po’ da parte i fatti e gli avvenimenti storici e ricama subito sulla storie delle tre donne protagoniste approfondendo il loro lato umano, mostrandoci il loro privato e ponendole immediatamente in primo piano con le difficoltà del caso.
Mi è piaciuta molto la scena di apertura con loro in difficoltà sul ciglio della strada con l'auto in avaria e il primo scontro con il razzismo superato con intelligenza.
Nel romanzo, per quanto letto, ho riscontrato una certa freddezza rispetto al prodotto cinematografico che si riscalda di sentimenti. Io ho percepito subito la differenza e ho paragonato immediatamente l'incipit del film a quello del testo.
Il diritto di contare è un film bello, trattando fatti veri in modo “spettacolare” non è né un documentario né una commedia, e allo stesso tempo non è né pesante né particolarmente avvincente, ma ha il merito di far riflettere e di ispirare chi è discriminato. Mi ha anche un po' emozionato e quando i tre personaggi principali raggiungono i loro obiettivi provo una gran senso di soddisfazione. Altro punto a favore di questo film e di stimolare la curiosità della ricerca, io ad esempio sono andata a cercare qualche informazione su ciò che più mi aveva incuriosito e affascinata.
Senza nulla togliere alle tre protagoniste de Il diritto di contare, il personaggio che ho adorato è Al Harrison interpretato da Kevin Costner, che premia la persona per il suo valore non in base al colore o al sesso. La scena che più mi è rimasta impressa, nonostante non abbia una citazione poetica e di pura saggezza, ha il suo perché. Al Harrison con una frase, una scena, mi conquista: Qui alla NASA facciamo tutti la pipì dello stesso colore!
Per chi non lo sapesse, all'epoca, bianchi e neri erano divisi in ogni ambito: scolastico, lavorativo, ebbene anche sui mezzi pubblici e nei bagni.
Il diritto di contare è storia di traguardi, di sogni, di conoscenza e presa di coscienza; da guardare e possibilmente da leggere.
❤❤❤❤
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