Lo sguardo poetico come unico antidoto all'illusione più pericolosa, quella di poterci mai liberare dalle illusioni; un invito a guardare, con quieta vertigine, allo spettacolo della vita e a sentire in questo il compiersi del suo
unico scopo possibile.
TRAMA
L’uomo è un animale come tutti gli altri, questa è la difficile eredità di Darwin, un’eredità che risulta ingombrante non solo per gli umanisti o i cristiani, ma anche per tutti coloro che non rinunciano all’idea di poter governare con consapevolezza il cammino evolutivo dell’umanità. Cadute le illusioni delle utopie politiche, svanita la fede in un aldilà ultraterreno, l’antico slancio prometeico alimenta oggi i sogni della tecnologia e della scienza. Scegliere il proprio patrimonio genetico, aspirare all’immortalità criogenica, rinunciare al corpo per entrare nella realtà virtuale: i miti sono in fondo gli stessi, segnati dall’inevitabile fede nella libertà e dall’aspirazione al controllo totale di sé e del mondo. Ma libertà e controllo sono per Gray due fatali illusioni, radicate nell’illusione più grande di essere noi umani diversi dagli animali, che non hanno bisogno di scopi, finalità, progetti per stare al mondo.
In compagnia dei grandi maestri dello scetticismo e del pessimismo occidentali, il viaggio letterario di Gray attraverso le stazioni della cultura moderna e contemporanea approda all’antica sapienza taoista, che ci apre le porte dell’accettazione del limite come possibilità di godimento pieno, ci insegna la natura dell’agire morale come gesto esatto e distaccato, ci mostra l’inconsistenza della nostra idea di realtà.
AUTORE
John Gray, filosofo inglese, è stato professore di Storia del pensiero europeo alla London School of Economics fino al 2007. È autore di diversi saggi e collabora con The Guardian, The Times Literary Supplement e New Statesman. Con Cani di paglia ha vinto il Premio Nonino 2017.
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