TITOLO: Terzo Tempo
AUTORE: Annamaria Anelli
AUTORE: Annamaria Anelli
EDITORE: Emma Books
Terzo tempo è una
specie di life coach formato testo che si unisce alle pagine di un diario,
perché mentre si legge di consigli su come affrontare la vita da madre e
freelance si passa a esperienze personali.
“Queste pagine sono per te che
sei una donna (non necessariamente, comunque); sei una mamma (ma anche no); sei
una freelance (non per forza).” Cita la sinossi e non sono molto d’accordo
perché effettivamente si rivolge spesso alle mamme e quasi espressamente alle
freelance. Io non sono mamma e forse sono poco freelance per questo testo che
anche se da una parte ho trovato giusto con i suoi consigli e spinte motivanti,
dall’altra non ho trovato affine. Credo sia proprio a causa della differenza tra me è il pubblico di destinazione.
Sicuramente Terzo tempo è un invito utile e non indifferente al non trascurarsi, a dedicarsi tempo e coccolarsi, perché oltre ciò che ci circonda, ci siamo noi, che abbiamo bisogno delle stesse cure che riflettiamo su famiglia e lavoro, il nostro benessere influisce anche sul rapporto con l’esterno.
Sicuramente Terzo tempo è un invito utile e non indifferente al non trascurarsi, a dedicarsi tempo e coccolarsi, perché oltre ciò che ci circonda, ci siamo noi, che abbiamo bisogno delle stesse cure che riflettiamo su famiglia e lavoro, il nostro benessere influisce anche sul rapporto con l’esterno.
Nel complesso l’ho trovata una lettura molto carina, scorrevole e ben scritta,
senza sbalzi. Magari ironia e sarcasmo avrebbero smosso un po’ le acque rendendo il testo più ritmato, anche se forse più frivolo.
Lo consiglio specialmente alle mamme freelance o (a un target molto simile) che hanno bisogno di un’amica con cui confrontarsi perché Terzo Tempo condensa le conversazioni che si avrebbero con un’amica che mira solo al nostro bene. Le lettrici si troveranno a sorridere per tutte le nozioni che non si conoscono o si danno per scontate. Per star bene bastano piccoli accorgimenti e collaborazione, come ad esempio un caffè servito a letto la mattina.
Ecco, già sento la sequela di lamentazioni: «Tu non conosci la persona con cui vivo, hai presente la bolgia che è la mattina quando bisogna svegliare i bambini, preparare la colazione, firmare i diari, mettere insieme i vestiti puliti, dare ai grembiuli una parvenza di decoro, iniziare a pensare alle cose da fare nella giornata, incastrare la spesa con il primo cliente, almeno mettere le tazze in lavastoviglie…» Sì, ho ben presente, perché succede anche a me, tutte le sacrosante mattine (marito e due figli).
E allora? Metti la sveglia 15 minuti prima, non serve di più, e in quel quarto d’ora sentiti la regina Elisabetta: fatti preparare il caffè e fattelo portare a letto. Obbligatorio sorbirselo ancora calde e accucciate. Perché? Perché è la degna fine della prima visualizzazione della giornata: è quella che ti fa scattare la molla per alzarti col sorriso sulle labbra. Sappiamo bene quanto siano importanti i rituali, e il rituale del caffè a letto indica che:
- diamo vita a un nuovo giorno
- ci vogliamo bene
- siamo in grado di reggere che qualcuno faccia qualcosa per noi così, gratis
- abbiamo fatto la prima visualizzazione, cioè uno dei passi utili per prepararci all’allineamento dei pianeti.
❤❤❤
TRAMA
“Queste pagine sono per te che sei una donna (non necessariamente, comunque); sei una mamma (ma anche no); sei una freelance (non per forza). No, non ho le idee poco chiare, è che sono convinta che certe esperienze siano comuni a noi donne in generale, che abbiamo o no una cadrega fissa. Quello che cambia è che per noi freelance il pavimento ballerino è ballerino sempre e, quando si ferma un momento e non ci dà la solita sensazione di precarietà, ci aspettiamo che da lì a breve una enorme faglia squarcerà la nostra casa. È difficile affrontare il quotidiano sapendo di essere senza paracadute, ma è anche un’enorme sfida. Ci inventiamo tutti i giorni un nuovo obiettivo per cui alzarci e fare bella la giornata; un modo per conciliare figli e corse, clienti e mancanza di clienti, compagni e mancanza dei suddetti. Ne piangiamo e ne ridiamo tra noi, ci consigliamo e ci facciamo coraggio grazie a quella splendida enorme piccola aperta chiusa sorridente arcigna «cosa» che è la rete. Noi donne-mamme e, soprattutto, noi donne-mamme-freelance siamo un miscuglio di forza e debolezza e questo è il nostro vero punto di forza.” In questo piccolo e arguto manuale Annamaria Anelli ci regala punti di vista, consigli, tecniche e strategie per surfare nella vita quotidiana e soprattutto per ricavarsi il mitico «terzo tempo», quella dimensione di cura di sé che ciascuna donna, soprattutto se mamma e lavoratrice freelance, deve imparare a regalarsi, se non con una certa regolarità, almeno più spesso che può.
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