Un esordio che ha conquistato gli editori di tutto il mondo: dalla Francia alla Germania, dal Brasile alla Norvegia.
Un romanzo coraggioso, profondo, coinvolgente che ha toccato il cuore di critici e lettori.
Un romanzo coraggioso, profondo, coinvolgente che ha toccato il cuore di critici e lettori.
TRAMA
L’alba color acciaio è fredda come la pioggia sottile che si deposita silenziosa tra i suoi capelli e le
scivola lungo il collo. Chiara Ravello però ha smesso di farci caso nell’istante in cui si è inoltrata
nel quartiere ebraico. Ha come la sensazione che quei vicoli siano stati svuotati di vita e non
rimanga che l’eco di una sofferenza muta. Quando sbuca in una piazza, Chiara vede un camion
sul quale sono ammassate diverse persone. Tra di esse, nota una madre seduta accanto al figlio.
Le due donne si fissano per alcuni secondi. Non si scambiano nemmeno una parola, basta quello
sguardo. Chiara capisce e, all'improvviso, incurante del pericolo, inizia a gridare che quel bambino
è suo nipote. Con sua grande sorpresa, i soldati fanno scendere il piccolo e mettono in moto il
camion, lasciandoli soli, mano nella mano.
Sono passati trent’anni dal rastrellamento del ghetto di Roma, e all’apparenza Chiara
conduce un’esistenza felice. Abita in un bell'appartamento in centro, ha un lavoro che ama, è
circondata da amici sinceri. Tuttavia su di lei grava il peso del rimpianto per quanto accaduto
con Daniele, il bambino che ha cresciuto come se fosse suo e che poi, una volta adulto, è
svanito nel nulla, spezzandole il cuore.
E, quando si presenta alla sua porta una ragazza che sostiene di essere la figlia di Daniele,
Chiara si rende conto che è arrivato il momento di fare i conti con gli errori commessi, con
le scelte sbagliate, con i segreti taciuti troppo a lungo. Perché solo affrontando il proprio passato
potrà finalmente trovare la forza di riannodare i fili di quel legame stretto una fredda mattina di
ottobre del 1943…
Ci sono istanti che decidono il nostro destino. Istanti in cui ci dimostriamo più forti o più deboli di
quanto non immaginavamo. Eppure il romanzo di Virginia Baily ci ricorda che il vero coraggio
risiede nel vivere giorno dopo giorno con le conseguenze delle nostre azioni. Perché se
impariamo ad accettare il passato, il futuro sarà sempre un passo davanti a noi, prodigo di
sorprese.«16 ottobre 1943 è lo splendido libro di Giacomo Debenedetti che descrive il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma raccontando le piccole storie della gente comune.
Una in particolare mi ha colpito: una donna cerca di salvare un bambino, dicendo di essere sua madre.
Il bambino, però, inizia a piangere e a urlare così forte che i soldati capiscono, e lo portano via.
Ma cosa sarebbe successo se, quel giorno, quel bambino non avesse pianto? Ho deciso che quella era la storia che volevo raccontare.
Di come tutto può cambiare in un istante, di come a volte la differenza tra la vita e la morte è appesa a un filo.»
Virginia Baily
BOOKTRAILER
AUTORE
Virginia Baily è nata e cresciuta in Inghilterra, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura
inglese, ma ha vissuto per diverso tempo a Roma, imparando a conoscere e ad amare la lingua, la
storia e la cultura del nostro Paese. Attualmente vive a Exeter, nella regione del Devon, e dirige la
rivista Riptide, che seleziona e pubblica racconti dei migliori scrittori esordienti inglesi.
Si è imposta all'attenzione del pubblico e della critica di tutto il mondo grazie a Una mattina di
ottobre, romanzo ispirato alla vicenda del rastrellamento del ghetto di Roma.
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