L’acqua può nascondere segreti che non dovrebbero mai venire a galla.
Un cadavere ripescato dalle acque stagnanti della laguna…
La prima indagine del commissario Nicola Aldani.
Acqua Morta; il romanzo più votato dell’edizione 2014 di IoScrittore, il torneo che ha rivelato molti talenti della narrativa italiana contemporanea.
TRAMA
Venezia, 1981. Una giovane coppia, appartata su una panchina dei giardini della Biennale, a
Sant'Elena, viene aggredita. Il ragazzo resta ucciso, la ragazza precipita in un silenzio al limite della
follia, che rende impossibile risalire al colpevole. Alla Polizia non rimane che archiviare il caso.
Venezia, oggi. Dalle acque della laguna affiora un cadavere. Si tratta di Mirco Albrizzi,
immobiliarista molto conosciuto e vittima troppo illustre per passare inosservata. Se le autorità
vorrebbero archiviare la faccenda come suicidio, il commissario Nicola Aldani, incaricato delle
indagini, riconosce inequivocabili i segni dell'omicidio. È un caso scomodo, e a complicarlo ci si
mette anche quel commissario Zennari, ormai in pensione, che pretende aiuto per chiudere una
storia ormai dimenticata, risalente a quarant'anni prima, l'aggressione ai giardini della Biennale...
Ma nulla avviene per caso, e ben presto le due piste si confondono, le acque si intorbidano, gli
indizi si inquinano...
Sullo sfondo della vicenda, vivida e inconfondibile, Venezia: l'altana sul tetto, dove Aldani ama
rifugiarsi; la laguna davanti alle Fondamenta Nove, dove il pilota del commissario fa sfrecciare il
vecchio Toni, la lancia in dotazione alla Polizia; il dialetto, che risuona nella calli e lungo i rii; le
acque e le nebbie, complici di misteri e custodi di verità.
CITAZIONE
«Il cadavere affiorò dall’acqua morta di un canale secondario con la bassa marea. Prima la
schiena, infagottata in una giacca di lino che un manto di alghe traslucide spennellavano di verde,
poi la testa, liscia e splendente di capelli che aderivano ai lati, lasciando intravedere un buco nella
scatola cranica.
L’alba era ancora nell’aria e l’aurora gettava lampi rosati sulla superficie irregolare della laguna,
sottraendo alla penombra e alla foschia le isole minori, le bricole ai margini dei canali profondi,
qualche barca lontana. Le sagome dei tetti e dei campanili di Venezia si stagliavano scure sullo
sfondo striato di rosso e arancione. Tutto preannunciava un’altra caldissima giornata. Nonostante
fosse la fine di aprile, le temperature erano da luglio pieno».
NOTIZIE SULL'AUTORE
Nato a Venezia (a Mestre, per la precisione) nel 1960, Michele Catozzi ha vissuto a lungo in
Veneto. Ha passato molti anni a Treviso, dove si è occupato di editoria e giornalismo. Dopo aver
scritto diversi racconti, pubblicati in antologie e riviste, ha deciso di partecipare al torneo letterario
IoScrittore con il suo primo romanzo, Il mistero dell'isola di Candia: arrivato tra i finalisti, il
romanzo è stato pubblicato in ebook da GeMS. Con Acqua morta ha vinto di larga misura
l'edizione 2014 del torneo.
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