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25 settembre 2018

RECENSIONE - Quello che ti dirò di Albert Espinosa | Salani

Quello che ti dirò di Albert Espinosa è un romanzo breve ma intenso, carico di emotività.

La voce narrante racconta al lettore come se fosse parte del romanzo; questo stile colloquiale trasporta incisivamente nell'opera.

Il protagonista, Izan, ci parla del padre, della sua infanzia, dei rapporti di famiglia e di come i genitori influenzino i figli. C’è molta tristezza e malinconia tra le righe, sin dalle prime pagine.

Ci sono tante riflessioni che mi hanno colpito forse perché troppo vere e che messe nero su bianco è difficile lasciar passare e accomodare in un angolo remoto della mente.

Il padre di Izan si è sempre occupato di bambini scomparsi e improvvisamente riceve una lettera che gli chiede aiuto. I due uomini partono per capire cosa c'è dietro la richiesta della giovane che ha scritto loro, allegando pagine strazianti del suo diario che il lettore può leggere personalmente perché inserite nel testo. La lettera racchiude dolore e ingiustizia, il registro è semplice ma non sempre pare quello di una tredicenne... dietro il messaggio un universo alternativo, uno scudo creato per proteggersi.

Il confine tra realtà e fantasia diventa labile e la fantasia un modo per raccontare la realtà.

Le vicende non si svolgono proprio in modo lineare a causa delle digressioni ma non è difficile seguire il discorso, passato e presente si fondono bene.

Izan accompagnando suo padre impara a conoscere il suo punto di vista e a perdonarlo per le sue mancanze, un percorso che riesce a dargli pace.

Quello che ti dirò di Albert Espinosa è un giallo molto particolare che spinge molto sull'emotività e l'interiorità di una persona esponendo anche diversi concetti come quello dei "pozzi sbagliati" o del "campo di concentramento interiore". Inoltre, mette sul piatto il difficile ruolo dei genitori e i rapporti che si sviluppano con i figli che non riescono a comprendere i comportamenti degli adulti crescendo con rancori e dubbi. Questo lato dell'opera è quella che mi ha rapito di più.

Quello che ti dirò di Albert Espinosa mi ha toccato nel profondo. Non mi aspettavo un libro del genere, mi ha stupito e mi è piaciuto molto.


Izan ha quarant'anni ed è sordo. Suo padre si è sempre rifiutato di parlargli nella lingua dei segni e non ha mai voluto accettare la sua disabilità. I due hanno un rapporto difficile: fin da quando Izan era piccolo il padre lo ha trascurato per il suo lavoro: cercare bambini scomparsi. Ma ora è anziano e malato e Izan decide di accompagnarlo in Italia, sul lago di Como, per aiutarlo ad affrontare il suo ultimo caso, quello di Catherina, una tredicenne vittima di abusi. Una volta lì, però, i due scoprono che le cose non sono quelle che sembrano: Catherina è ricoverata in un ospedale psichiatrico e non ha affatto tredici anni. La versione della ragazza non regge e, in più, nessuno sa chi sia veramente e da dove venga. Catherina racconta una storia incredibile, ma la verità non è solo una fredda successione di fatti e Izan dovrà rivedere tutto il suo passato…



Testo fornito dall'editor

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