Domenica è un’adolescente scontenta, rabbiosa, lunatica, odia tutto ma in quell’odiare ormai si ritrova, è quotidianità per lei e almeno ogni giorno sa cosa aspettarsi, ha dei capi saldi: posti, persone, amicizie.
Quando sua madre rischia l'impiego in fabbrica e deve trasferirsi il suo rancore aumenta perché è costretta a lasciare tutto ciò che conosce.
Disprezza il padre che l’abbandonata e la madre che sembra subire ogni cosa passivamente che sia il consorte o il datore di lavoro. Sente di avere una complice solo in sua zia Diletta, ma nella nuova casa a Piandiperi non basta.
La protagonista è tratteggiata in modo da risultare sempre ostica, anche quando non dovrebbe, anche quando ama sembra sempre rigida fino a che non abbassa completamente le sue difese. Così, nel mondo turbolento e collerico di un’adolescente si piazza una dolce storia d’amore che parte bene e poi trova ostacoli lungo il percorso, ostacoli che riescono però ad avvicinare mamma e figlia. Mimì scopre lati della madre che non sospettava, una donna considerata sempre passiva ma che ha dato tutto di sé e ha lavorato sodo per la famiglia.
Il finale mi ha commosso, non me lo aspettavo, viste le peripezie imposte alla protagonista.
La scrittura permette una lettura fluida, i dialoghi riescono a calare il lettore nelle situazioni narrate. Le descrizioni ambientali sono un contorno rispetto all’interiorità dirompente della protagonista che mi sembra monopolizzare il testo con la sua continua dolenza. Gli autori riescono a trasmettere il temperamento di Domenica alla perfezione con annesse frustrazioni. Ad esempio a un suo Vaff***** è scattato l'applauso mentale talmente ero entrata in sintonia con i suoi sentimenti.
Questo è un romanzo che una volta chiuso lascia pensierosi per qualche istante, tocca le corde dell’anima e questo forse spiega il titolo.
Quando sua madre rischia l'impiego in fabbrica e deve trasferirsi il suo rancore aumenta perché è costretta a lasciare tutto ciò che conosce.
Disprezza il padre che l’abbandonata e la madre che sembra subire ogni cosa passivamente che sia il consorte o il datore di lavoro. Sente di avere una complice solo in sua zia Diletta, ma nella nuova casa a Piandiperi non basta.
La protagonista è tratteggiata in modo da risultare sempre ostica, anche quando non dovrebbe, anche quando ama sembra sempre rigida fino a che non abbassa completamente le sue difese. Così, nel mondo turbolento e collerico di un’adolescente si piazza una dolce storia d’amore che parte bene e poi trova ostacoli lungo il percorso, ostacoli che riescono però ad avvicinare mamma e figlia. Mimì scopre lati della madre che non sospettava, una donna considerata sempre passiva ma che ha dato tutto di sé e ha lavorato sodo per la famiglia.
Il finale mi ha commosso, non me lo aspettavo, viste le peripezie imposte alla protagonista.
La scrittura permette una lettura fluida, i dialoghi riescono a calare il lettore nelle situazioni narrate. Le descrizioni ambientali sono un contorno rispetto all’interiorità dirompente della protagonista che mi sembra monopolizzare il testo con la sua continua dolenza. Gli autori riescono a trasmettere il temperamento di Domenica alla perfezione con annesse frustrazioni. Ad esempio a un suo Vaff***** è scattato l'applauso mentale talmente ero entrata in sintonia con i suoi sentimenti.
Questo è un romanzo che una volta chiuso lascia pensierosi per qualche istante, tocca le corde dell’anima e questo forse spiega il titolo.
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TRAMA
Domenica,
detta Mimì, diciassette anni, vive con la mamma Caterina e la zia
Diletta a Roma. Da un giorno all’altro la sua famiglia si trasferisce in
un piccolo paese, Piandiperi, dove la fabbrica presso cui Caterina
lavora come operaia ha aperto un nuovo stabilimento.
Per Mimì si tratta di un cataclisma che stravolge la sua esistenza tranquilla e rassicurante. Ma proprio in quel paese “sbagliato dalla A alla Z”, dove a dispetto del nome non c’è l’ombra di un albero, e un ragazzo dalla pelle d’ambra può chiamarsi Gaetano e sfrecciare a bordo di un carretto, Mimì, che si sente “sbagliata dall’uno all’infinito”, finirà col trovare sé stessa.
Soprattutto, guarderà con occhi nuovi sua madre e scoprirà che non è affatto la donna rinunciataria e fredda che ha sempre creduto. Dietro un’apparenza remissiva e dimessa, Caterina nasconde una forza e una vitalità che Mimì non avrebbe mai immaginato e che sono quanto di più importante una figlia possa imparare dalla madre.
Una storia intrisa di gioia e dolore, poesia e stupore, proprio come la vita.
Per Mimì si tratta di un cataclisma che stravolge la sua esistenza tranquilla e rassicurante. Ma proprio in quel paese “sbagliato dalla A alla Z”, dove a dispetto del nome non c’è l’ombra di un albero, e un ragazzo dalla pelle d’ambra può chiamarsi Gaetano e sfrecciare a bordo di un carretto, Mimì, che si sente “sbagliata dall’uno all’infinito”, finirà col trovare sé stessa.
Soprattutto, guarderà con occhi nuovi sua madre e scoprirà che non è affatto la donna rinunciataria e fredda che ha sempre creduto. Dietro un’apparenza remissiva e dimessa, Caterina nasconde una forza e una vitalità che Mimì non avrebbe mai immaginato e che sono quanto di più importante una figlia possa imparare dalla madre.
Una storia intrisa di gioia e dolore, poesia e stupore, proprio come la vita.
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