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4 maggio 2017

INTERVISTA - Max e Francesco Morini e Nero Caravaggio

Salve peccatori, oggi una bella intervista doppia! Ospiti del blog: Max e Francesco Morini e il loro romanzo, un giallo in cui si respira l'arte e la bellezza della nostra Capitale. A proposito, qui trovate la recensione.


Fratelli, autori teatrali e televisivi, dirigono da dieci anni l’Accademia del Comico di Roma. Nero Caravaggio nasce dalla volontà di unire il gusto per la leggerezza e la scrittura brillante con due grandi passioni: quella per i romanzi polizieschi e quella per la loro città, Roma.

Max e Francesco Morini, benvenuti su Peccati di Penna! Quando è nata la vostra passione per la scrittura?
Raccontare e scrivere ci è sempre venuto facile, spontaneo, fin dall’adolescenza; poi per molto tempo lo abbiamo fatto professionalmente per il teatro e la comicità, finchè, dopo vent’anni, non è arrivato il momento di uno switch, un passaggio, una trasformazione, e così siamo arrivati alla narrativa e a Nero Caravaggio.

Come è stato scrivere in coppia? Come vi siete organizzati?
Per un giallo come Nero Caravaggio il punto di partenza deve essere necessariamente un plot, un “intrigo” scritto da uno dei due e che l’altro sviluppa, poi comincia il lavoro vero e proprio a quattro mani di cui però non possiamo parlare, deve rimanere un mistero come i casi che deve risolvere Misericordia! Diciamo solo che dopo così tanti anni siamo molto “simbiotici”, ormai ci sono dei meccanismi automatici di collaborazione e interazione.

Quali sono i lati positivi e negativi della scrittura a quattro mani?
Sicuramente che hai dei feedback immediati da parte dell’altro sul lavoro e sulla direzione che sta prendendo; dall’ altra parte hai dei tempi un po’ più lunghi di verifica e correzione fino alla stesura finale da proporre all’editore.

Come è nata l’idea di Nero Caravaggio? Cosa vi ha ispirato?
Nero Caravaggio è anche, in qualche modo, un tributo ai grandi classici del giallo anglo-americano di cui siamo appassionati, Arthur Conan Doyle, Agata Christie, S.S. Van Dine, Ellery Queen, Rex Stout, cioè il cosiddetto “Whodunit” ( “Chi è stato?”), dove il caso si risolve grazie alle straordinarie capacità deduttive di un investigatore, spesso dilettante, che collabora con le autorità. Ci divertiva l’idea di creare e di regalare a Roma un moderno Sherlock Holmes, mantenendo una chiave costante: ogni caso di Misericordia sarà legato a un grande personaggio, del passato o del presente, della storia di Roma. Per la prima indagine non poteva esserci testimonial migliore di Caravaggio, che ancora oggi, dopo quattro secoli, è una vera e propria Star della pittura.
Le indagini del libraio Ettore Misericordia
Ettore Misericordia è il proprietario di una storica libreria di Roma. Autodidatta coltissimo, conosce tutti i segreti della città eterna. È anche un grande appassionato di gialli e un detective dilettante dal formidabile intuito, tanto che l’ispettore Ceratti se ne avvale spesso per i casi sui quali indaga. Perciò non esita a informarlo quando nella basilica di Sant’Agostino, proprio accanto Piazza Navona, viene ritrovato un cadavere davanti a uno dei capolavori del Caravaggio, la Madonna dei Pellegrini. Si tratta di Paolo Moretti, pugnalato alle spalle con uno strumento per incisioni. Misericordia non perde un attimo e si reca sul luogo del crimine insieme al suo amico-collaboratore “Fango”. Ma il caso non è di facile soluzione perché le prove per un’accusa non ci sono. Almeno fino a quando la moderna coppia Holmes-Watson non scoprirà inquietanti particolari che legano i protagonisti della vicenda al Caravaggio. Nella vita del tormentato genio del Seicento si nasconde forse la chiave per far luce sul delitto?
Ho percepito un grande amore per Roma e per la storia, cosa potete rivelarci riguardo al vostro rapporto con la Capitale e con Caravaggio?
Roma è una città meravigliosa e con un patrimonio artistico inimmaginabile se si va oltre le mete turistiche più pittoresche, dobbiamo essere consapevoli dei suoi problemi ma anche orgogliosi per quello che sa offrirci, come romani e come italiani.Caravaggio è un genio che divide in due la storia dell' Arte, a.C e d.C forse dovremmo usarlo in questo senso; influenza tutti, i suoi contemporanei e chiunque venga dopo di lui e Roma, in almeno tre chiese, ci dà la possibilità di vedere i suoi capolavori gratuitamente.

Quanto avete dedicato alla ricerca per scrivere Nero Caravaggio?
Siamo appassionati e studiosi di Roma da sempre, non ci sono state particolari ricerche; il difficile più che altro è stato dosare al punto giusto le informazioni sulla città senza essere troppo didascalici o pesanti e ottenere il mix giusto tra arte, Roma, umorismo e giallo.
Come è stato il vostro percorso verso la pubblicazione? Cosa pensate del Self-publishing?
Abbiamo fatto uscire a Gennaio 2016 Nero Caravaggio su ilmiolibro, la piattaforma di self-publishing de La Repubblica, abbiamo ottenuto una certa visibilità e questo ci ha portato a Newton Compton. Il self-publishing è impegnativo perché ti devi occupare da solo di tutti gli aspetti editoriali, però è un ottima soluzione per cominciare a scrivere, avere dei feedback, farsi conoscere e passare poi a una casa editrice, proponendosi ovviamente a chi può veramente valorizzare e promuovere il tuo lavoro. Molte case editrici non vogliono soldi però poi di fatto lasciano tutto il lavoro promozionale all’autore, a quel punto meglio il self-publishing, soprattutto per il digitale.

Avete rituali di scrittura? Un sottofondo musicale, una luce particolare, un luogo preferito?
No, anche perché scriviamo molto anche quando andiamo da soli in giro per la città, è importante nutrirsi della sua energia; poi, certo, c’è anche il lavoro a quattro mani vero e proprio.

Quanto c’è di voi nel protagonista Ettore Misericordia?
In tutti i propri personaggi l’autore mette qualcosa di sé stesso, diciamo che sia in Misericordia che nel suo assistente Fango ci sono degli aspetti delle nostre personalità, magari un po’ sottolineati, che chi ci conosce bene e legge il libro non fa fatica a riconoscere.

Come mai la scelta di non lasciar raccontare le vicende al protagonista delle indagini Ettore Misericordia e di passare l’attenzione sul suo "assistente" Fango?
Anche la scelta di far narrare la storia a Fango è un tributo alla giallistica classica: Watson racconta in prima persona le imprese a fianco di Sherlock Holmes e Archie Goodwin quelle in coppia con Nero Wolfe, insomma è l' "assistente" che fa da guida al lettore e lo porta dentro al caso.

C’è un particolare passaggio del romanzo che ritenete importante e volete condividere con i lettori?
Lasciamo che siano i lettori a scoprire la trama, il plot, i misteri e i personaggi del libro!

Quali sono i vostri progetti futuri? Scriverete ancora in coppia o pensate anche a pubblicazioni individuali?
Misericordia e Fango ci chiedono insistentemente di tornare in azione se ce lo chiedono loro
non possiamo deluderli! Stiamo lavorando al secondo caso, nelle nostre intenzioni è
una vera e propria serie poliziesca; naturalmente per tutti e due poi c’è spazio per altre esperienze.

Prima di salutarci, avete consigli da dare agli scrittori emergenti in cerca della loro occasione?
Solo uno ma fondamentale: credete in voi stessi.

Grazie mille a Max e a Francesco per esser stati su Peccati di Penna. In bocca al lupo e buona scrittura!

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