 |
| Grafica banner originale Rocchia Design |
Melissa Pratelli è nata a Pesaro, sulla riviera Adriatica.
Dopo aver frequentato il liceo linguistico nella sua città, si è laureata presso la facoltà di lingue e letterature straniere di Urbino, perseguendo la sua passione per le lingue. Sin dalla tenera età, ha amato i libri e la lettura e la sensazione travolgente di perdersi dentro nuovi mondi e nuove storie.
Benvenuta Melissa, quando ti sei appassionata al romance?
La mia passione per il genere romance è piuttosto recente, a dire la verità. Ho sempre prediletto il paranormal romance, l’urban fantasy e il fantasy in generale; mi sono avvicinata al romance nel 2016 quando ho pubblicato il mio primo young adult “Ancora un po’ di Charlie” e sono entrata nel mondo del rosa e di tutti i suoi sottogeneri.
Che tipi di romance ti piace leggere? Quale autore pensi ti abbia più influenzata?
I generi che prediligo sono lo young adult e il new adult. Tra le mie autrici preferite (alle quale mi ispiro) ci sono Colleen Hoover e Jennifer L. Armentrout.
Come definiresti la tua scrittura?
Il mio stile è uno stile scorrevole, contemporaneo, romantico e senza troppi fronzoli, ma non privo di riflessioni sui sentimenti. Il giusto equilibrio tra descrizione e azione.
Quali temi tendi a trattare nei tuoi romanzi?
Mi piace trattare tematiche attuali più o meno profonde. Dillo alla luna ad esempio parla di una ragazza vittima di bullismo e un ragazzo che deve affrontare la malattia della madre. È tutto qui, invece, parla di suicidio e depressione. Cerco sempre di trattare queste tematiche con il dovuto rispetto e la dovuta delicatezza, per trasmettere un messaggio positivo a chi legge.
Quanto tempo ti occorre per scrivere un romanzo? Quanto dedichi alla revisione?
Le tempistiche non sono sempre uguali, dipende molto da quanto è impegnativa la storia, da come riesco a giostrarmi con il lavoro e da molti altri fattori. In generale, di solito mi servono almeno otto mesi per ultimare un romanzo. Alla revisione dedico tutto il tempo che serve: ho delle validissime beta che leggono durante la stesura e correggono i capitoli man mano; una volta terminato rileggo tutto il manoscritto alla ricerca di eventuali refusi e poi invio alla mia casa editrice con la quale mi occupo dell’editing del romanzo.
Scrivi seguendo una scaletta o di istinto?
Entrambe, direi. Normalmente inizio con un’idea generale della storia, ma le scene specifiche le costruisco man mano, vedendo dove mi portano i personaggi.
Nei romance sei #teamlietofine o #lietofineancheNO? Motiva la tua scelta di squadra.
Assolutamente #teamlietofine. La ragione è semplice: se un romanzo mi cattura, mi coinvolge e mi fa sentire parte della storia, ho bisogno del lieto fine. Non posso sopportare l’idea di una fine tragica, mi sento male.
Cosa rispondi a chi ritiene il romance un genere di serie B?
Io penso che i pregiudizi si trovino in ogni aspetto della vita quindi, purtroppo, anche nell’ambito della lettura. Il genere romance è un genere di intrattenimento, così come lo sono il fantasy, il thriller, l’horror, la narrativa. Ogni lettore ha i propri gusti e le proprie esigenze, c’è chi preferisce evadere con un fantasy, chi preferisce farlo con una storia d’amore. Non vedo dove sia il problema.
Cosa ti aspetti da questo Festival?
Mi aspetto di conoscere di persona tante colleghe autrici e di incontrare le lettrici che non ho ancora avuto occasione di vedere dal vivo. Mi aspetto tante soddisfazioni e sorrisi.
Quali romanzi presenterai/porterai con te al FRI19? Ci saranno anche novità non ancora pubblicate? Cosa troveranno le lettrici e i lettori quando ti incontreranno?
Porterò i miei romance: Ancora un po’ di Charlie (young adult); Dillo alla luna (new adult) e È tutto qui (new adult). Ci sarà anche il seguito di È tutto qui che non è ancora stato pubblicato.
I lettori troveranno, oltre a me e ai miei libri, segnalibri e altri gadget a tema libroso.
La mia passione per il genere romance è piuttosto recente, a dire la verità. Ho sempre prediletto il paranormal romance, l’urban fantasy e il fantasy in generale; mi sono avvicinata al romance nel 2016 quando ho pubblicato il mio primo young adult “Ancora un po’ di Charlie” e sono entrata nel mondo del rosa e di tutti i suoi sottogeneri.
Che tipi di romance ti piace leggere? Quale autore pensi ti abbia più influenzata?
I generi che prediligo sono lo young adult e il new adult. Tra le mie autrici preferite (alle quale mi ispiro) ci sono Colleen Hoover e Jennifer L. Armentrout.
Come definiresti la tua scrittura?
Il mio stile è uno stile scorrevole, contemporaneo, romantico e senza troppi fronzoli, ma non privo di riflessioni sui sentimenti. Il giusto equilibrio tra descrizione e azione.
Quali temi tendi a trattare nei tuoi romanzi?
Mi piace trattare tematiche attuali più o meno profonde. Dillo alla luna ad esempio parla di una ragazza vittima di bullismo e un ragazzo che deve affrontare la malattia della madre. È tutto qui, invece, parla di suicidio e depressione. Cerco sempre di trattare queste tematiche con il dovuto rispetto e la dovuta delicatezza, per trasmettere un messaggio positivo a chi legge.
Quanto tempo ti occorre per scrivere un romanzo? Quanto dedichi alla revisione?
Le tempistiche non sono sempre uguali, dipende molto da quanto è impegnativa la storia, da come riesco a giostrarmi con il lavoro e da molti altri fattori. In generale, di solito mi servono almeno otto mesi per ultimare un romanzo. Alla revisione dedico tutto il tempo che serve: ho delle validissime beta che leggono durante la stesura e correggono i capitoli man mano; una volta terminato rileggo tutto il manoscritto alla ricerca di eventuali refusi e poi invio alla mia casa editrice con la quale mi occupo dell’editing del romanzo.
Scrivi seguendo una scaletta o di istinto?
Entrambe, direi. Normalmente inizio con un’idea generale della storia, ma le scene specifiche le costruisco man mano, vedendo dove mi portano i personaggi.
Nei romance sei #teamlietofine o #lietofineancheNO? Motiva la tua scelta di squadra.
Assolutamente #teamlietofine. La ragione è semplice: se un romanzo mi cattura, mi coinvolge e mi fa sentire parte della storia, ho bisogno del lieto fine. Non posso sopportare l’idea di una fine tragica, mi sento male.
Cosa rispondi a chi ritiene il romance un genere di serie B?
Io penso che i pregiudizi si trovino in ogni aspetto della vita quindi, purtroppo, anche nell’ambito della lettura. Il genere romance è un genere di intrattenimento, così come lo sono il fantasy, il thriller, l’horror, la narrativa. Ogni lettore ha i propri gusti e le proprie esigenze, c’è chi preferisce evadere con un fantasy, chi preferisce farlo con una storia d’amore. Non vedo dove sia il problema.
Cosa ti aspetti da questo Festival?
Mi aspetto di conoscere di persona tante colleghe autrici e di incontrare le lettrici che non ho ancora avuto occasione di vedere dal vivo. Mi aspetto tante soddisfazioni e sorrisi.
Quali romanzi presenterai/porterai con te al FRI19? Ci saranno anche novità non ancora pubblicate? Cosa troveranno le lettrici e i lettori quando ti incontreranno?
Porterò i miei romance: Ancora un po’ di Charlie (young adult); Dillo alla luna (new adult) e È tutto qui (new adult). Ci sarà anche il seguito di È tutto qui che non è ancora stato pubblicato.
I lettori troveranno, oltre a me e ai miei libri, segnalibri e altri gadget a tema libroso.
Grazie Melissa, che le pagine della tua vita siano sempre rosee.
Grazie mille per lo spazio!
RispondiEliminaFigurati! Grazie per le condivisioni :)
Elimina