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14 dicembre 2018

INTERVISTA FRI19 - Vera Demes

Grafica banner originale Rocchia Design
Tempo di chiacchiere rosa con Vera Demes.
Vera Demes ama definirsi una bookhaolic convinta con il vizio della scrittura. Per vent'anni impegnata in attività di consulenza che l'hanno portata a viaggiare per il mondo e a interagire con diverse e multiformi culture, attualmente ha trovato un po' di tranquillità e scrive romanzi sentimentali contemporanei dal retrogusto malinconico. Vive nelle nebbie della pianura padana ma appena può scappa nel suo piccolo rifugio in riva al mare dimenticando tutto. Ha un marito paziente, un figlio innamorato e poche amiche ma fidate. È solitaria, sognatrice e un po’ schiva. Ama visceralmente la natura e la sua contemplazione. Ha pubblicato dodici romanzi: La nebbia, le torte, il ricordo, Molto lontano da qui, Il perfetto angelo custode, Il mondo coi tuoi occhi (parte I e II), Il colore dell’alba, L’autunno dentro, L’incantatrice di serpenti, L’Impossibile, Un cielo pieno di stelle (parte I e II), Andante con moto, Arrivederci Stellina. Con Les Flâneurs Edizioni ha pubblicato Il posto delle lucciole e in dicembre pubblicherà un secondo romanzo.
Benvenuta Vera, cosa significa per te scrivere romance?
Il romance è prima di tutto un modo di essere e a me piace scriverne perché mi fa stare bene. Si tratta di un genere narrativo che apre le porte ai sentimenti più profondi, a ciò che è davvero importante nella vita di una persona: amare ed essere amati.

Quando hai iniziato il tuo percorso da autrice rosa?
Molti anni fa, nel lontano 2003, anche se allora non sapevo esattamente a quale tipologia letteraria appartenessero i miei romanzi. Li ho scritti e poi ho capito che potevano rientrare nel rosa.

Qual è la difficoltà maggiore dello scrivere romance?
Essere realistici. Il romance è un genere che per elezione aiuta il lettore ad astrarsi dal contesto ma io penso che un romanzo rosa possa essere ancora più efficace se coniuga la fantasia con la realtà. È un po' come ritrovarsi a leggere una storia che potrebbe anche capitare a noi o alla nostra amica del cuore o alla vicina di casa.

Come è il tuo stile, come lo definiresti?
Io scrivo in terza persona, scelta non esattamente in linea con i gusti del momento ma il fatto è che mi sento più a mio agio così, come se fossi un osservatore che racconta la vita degli altri. Alcune mie lettrici dicono che ho uno stile poetico ma davvero non saprei come definirlo. Lascio giudicare a chi mi legge.

Quali pensi siano le peculiarità dei tuoi romanzi?
Realistici, struggenti e molto, molto romantici.

Quando scrivi cosa speri di suscitare nel lettore?
Coinvolgimento ma anche condivisione di emozioni. Vorrei che il lettore si sentisse vicino a me come se fossimo seduti su un prato e io gli raccontassi una favola. Il senso della scrittura per me è questo: prima di tutto condivisione.

Cosa pensi delle critiche volte al genere romance?
Chi non conosce, critica. Spesso gli attacchi al romance arrivano da persone poco umili, arroccate su posizioni rigide e autoreferenziali derivate dall'ignoranza. Il vero amante della letteratura è colui che sa ispirarsi leggendo e curiosando nei diversi generi, anche in quelli che sembrano più "popolari".

Nei romance sei #teamprotagonistaingenua o #teamprotagonistatosta? Motiva la tua scelta di squadra.
Una via di mezzo, no? Nei miei romanzi non c'è mai una protagonista connotata in modo così netto. Una delle osservazioni che mi sono state fatte dalle mie lettrici è che i miei personaggi (femminili o maschili che siano) sono molto reali e come nella vita non sono mai solo ingenui o solo tosti, mai totalmente buoni o totalmente cattivi e neppure totalmente decisi e sicuri di sé o totalmente deboli e indifesi. Quando parlavo di realismo intendevo appunto che a me piace narrare della vita e delle persone e le persone non sono mai nello stesso modo ma sono volubili, fragili e sicure, coraggiose e terrorizzate, egoiste e generose. In ogni caso, se proprio devo scegliere, voto per il #teamprotagonistatosta perché una donna può essere dolce e romantica mantenendo comunque una sua identità e il rispetto per sé stessa.

Cosa ti aspetti da questo Festival?
Festa. Credo che questo Festival sia prima di tutto questo. Una festa per le autrici e le lettrici e le blogger e per tutti coloro che contribuiscono e hanno contribuito a creare questa comunità letteraria. Mi aspetto anche di incontrare autrici che conosco solo virtualmente e che apprezzo e stimo moltissimo, di abbracciare lettrici che mi seguono da tempo e di crescere umanamente.

Quali romanzi presenterai/porterai con te al FRI19? Ci saranno anche novità non ancora pubblicate? Cosa troveranno le lettrici e i lettori quando ti incontreranno?
Ci saranno i miei romanzi pubblicati come self.

Grazie Vera, che le pagine della tua vita siano sempre rosee.
Grazie a voi per l'opportunità. ☺

1 commento:

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