Da oggi in libreria La collezionista di Meraviglie di Valentina Cebeni e potevo non parlarne?
Questo è il primo romanzo che leggo dell'autrice, nonostante sia conosciuta e apprezzata, non ero mai riuscita a toccare con mano la sua bravura prima di adesso... o meglio, prima di iniziare questa lettura.
La storia mi ha portato alla mente il telefilm Ghost Whisperer (che per inciso adoravo e mi ha fatto anche piangere diverse volte) solo che in questo caso si narra di visioni più che di presenze. Dafne ha un rapporto particolare con gli oggetti: ne rivive un pezzo di storia, ed è un lato molto affascinante e suggestivo del romanzo, nonché fondamentale in quanto mette in moto una serie di eventi che poi si intrecciano creando una trama piuttosto articolata. Per gli amanti del romance è presente anche un punto di rosa, che però è solo una minima parte di ciò che offre La collezionista di Meraviglie di Valentina Cebeni.
Il romanzo è narrato in terza persona e ha un ritmo lento in quanto l'autrice delinea ogni cosa alla perfezione, tratta ogni piccola parte di un evento: dal contesto al lato psicologico, e questa cura è ammirevole ma ovviamente pesa sull'andamento del romanzo che non può essere veloce con tale esposizione e portata di contenuti. Questo un po' ha rallentato la mia lettura in quanto prediligo un ritmo più incalzante, ma non per questo non sono riuscita ad apprezzare il testo.
Ciò che ho apprezzato di Valentina Cebeni è l'inserire frasi a effetto qua e là, piccole perle, periodi che seppur semplici nella lettura io ho trovato particolarmente deliziosi. Uno tra i tanti: ... mentre i pensieri correvano come note di una musica jazz sul pentagramma del tempo. Restando in tema, quanto è musicale e poetico, ma allo stesso tempo semplice, questo breve passo?
La collezionista di Meraviglie di Valentina Cebeni è un libro per i romantici, per chi crede nel valore delle cose, nei legami, nelle seconde possibilità, nella rinascita e nella magia non nel senso stretto del termine ma più verso un concetto di spiritualità.
Dafne usa la vecchia bottega di famiglia per il restauro degli oggetti antichi ormai inutili nella modernità e non si cimenta in un restauro tradizionale, ma creativo atto a dare nuova vita e funzionalità ai "reperti storici" di casa ai quali si è affezionati, ma che purtroppo è difficile collocare. Questo lato della storia mi è piaciuto tantissimo: gli oggetti non sono solo materia, ma tesori, tracce, e sono dotati di un'aura che la protagonista riesce a leggere.
Non mancano le note drammatiche e malinconiche in questo vortice di elementi e tutto ciò fa del romanzo un'opera ricca in cui immergersi.
Sicuramente una lettura fuori dai miei canoni per stile e contenuti, ma sono felice di aver approcciato a qualcosa di diverso.
Questo è il primo romanzo che leggo dell'autrice, nonostante sia conosciuta e apprezzata, non ero mai riuscita a toccare con mano la sua bravura prima di adesso... o meglio, prima di iniziare questa lettura.
La storia mi ha portato alla mente il telefilm Ghost Whisperer (che per inciso adoravo e mi ha fatto anche piangere diverse volte) solo che in questo caso si narra di visioni più che di presenze. Dafne ha un rapporto particolare con gli oggetti: ne rivive un pezzo di storia, ed è un lato molto affascinante e suggestivo del romanzo, nonché fondamentale in quanto mette in moto una serie di eventi che poi si intrecciano creando una trama piuttosto articolata. Per gli amanti del romance è presente anche un punto di rosa, che però è solo una minima parte di ciò che offre La collezionista di Meraviglie di Valentina Cebeni.
Il romanzo è narrato in terza persona e ha un ritmo lento in quanto l'autrice delinea ogni cosa alla perfezione, tratta ogni piccola parte di un evento: dal contesto al lato psicologico, e questa cura è ammirevole ma ovviamente pesa sull'andamento del romanzo che non può essere veloce con tale esposizione e portata di contenuti. Questo un po' ha rallentato la mia lettura in quanto prediligo un ritmo più incalzante, ma non per questo non sono riuscita ad apprezzare il testo.
Ciò che ho apprezzato di Valentina Cebeni è l'inserire frasi a effetto qua e là, piccole perle, periodi che seppur semplici nella lettura io ho trovato particolarmente deliziosi. Uno tra i tanti: ... mentre i pensieri correvano come note di una musica jazz sul pentagramma del tempo. Restando in tema, quanto è musicale e poetico, ma allo stesso tempo semplice, questo breve passo?
La collezionista di Meraviglie di Valentina Cebeni è un libro per i romantici, per chi crede nel valore delle cose, nei legami, nelle seconde possibilità, nella rinascita e nella magia non nel senso stretto del termine ma più verso un concetto di spiritualità.
Dafne usa la vecchia bottega di famiglia per il restauro degli oggetti antichi ormai inutili nella modernità e non si cimenta in un restauro tradizionale, ma creativo atto a dare nuova vita e funzionalità ai "reperti storici" di casa ai quali si è affezionati, ma che purtroppo è difficile collocare. Questo lato della storia mi è piaciuto tantissimo: gli oggetti non sono solo materia, ma tesori, tracce, e sono dotati di un'aura che la protagonista riesce a leggere.
Non mancano le note drammatiche e malinconiche in questo vortice di elementi e tutto ciò fa del romanzo un'opera ricca in cui immergersi.
Sicuramente una lettura fuori dai miei canoni per stile e contenuti, ma sono felice di aver approcciato a qualcosa di diverso.
Dafne è
solo una bambina quando, in un vecchio baule di casa, trova una
spazzola d’argento. È così brillante che non riesce a distogliere lo
sguardo. Quando la prende in mano le appare una donna che, seduta
davanti a uno specchio, si spazzola la lunga chioma bruna. È così che
scopre di avere un dono straordinario: le basta sfiorare oggetti antichi
per vedere la storia dei loro proprietari.
Da allora sono passati anni, in cui ha cercato di ignorare questa
capacità, che le parla di un passato che ha fatto di tutto per
dimenticare. Ma ora che la sua vita non la soddisfa più, non può fare
finta di niente: deve tornare a Torralta, dove tutto è cominciato. Solo
lì potrà sperare in un nuovo inizio. Ad aspettarla c’è la bottega
antiquaria di nonno Levante. Appena vi mette piede, si rivede bambina
mentre corre tra gli scatoloni ingombri di chincaglierie di ogni genere.
E soprattutto ritrova il familiare odore di polvere e vernice. Troppo
familiare per non farle venir voglia di riaprire il negozio e riportarlo
all’antico splendore. Con l’aiuto dell’amorevole nonna Clelia e di
Milan, un insolito collaboratore che ha trovato rifugio proprio nel
negozio vuoto, Dafne trasforma la bottega in un ospedale per oggetti
dimenticati, dando loro nuova vita. Ma un giorno, tra gli scaffali
polverosi, si imbatte in un vecchio orologio da taschino che le parla di
una coppia e del loro amore contrastato. Dafne non sa a chi sia
appartenuto, né per quale motivo sua nonna ne conservi uno identico.
Sente però che, in qualche modo, quell’orologio ha a che fare con la sua
famiglia e con il dono che è tornato a farle visita. Per questo, è
pronta a scoprire la verità sul mistero che lo avvolge. Perché solo
così, ascoltando ciò che il passato ha da dirle, potrà ritrovare sé
stessa.
Testo fornito dall'editore
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