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29 gennaio 2018

BLOGTOUR - 120, Rue de la Gare di Léo Malet | Personaggi

Buon lunedì peccatori, benvenuti in questa tappa dedicata ai personaggi di 120, Rue de la Gare di Léo Malet.
Quando ho questo tipo di tappa, mi diverto a sottolineare tutti i soggetti che incontro tra le pagine e a evidenziare dei passaggi. Per questa volta ho scelto tre personaggi (tra cui il protagonista) perché è da loro che inizia tutto e concludo il post con due personaggi che, in un certo senso, sono succubi di Burma e il suo umorismo. Pronti?



Il primo personaggio di cui voglio parlarvi è Robert Colomer che, comparso in batter d'occhi, ha portato scompiglio, ha coinvolto Nestor Burma in un atto spericolato e poi è cascato stecchito al suolo. Insomma, è un tipo che si fa notare anche se la sua presenza è fuggevole.
Non si hanno sospetti sul movente, iniziano a formularsi vari ipotesi tra segreti e possibili attività illecite, fino al dubbio: e se avessero sbagliato bersaglio?
Fu allora che vidi sbucare sul binario un personaggio che avrei riconosciuto tra mille. Aveva un berretto sportivo chiaro, un cappotto di cammello e camminava velocemente, come se avesse appena inciampato in un ostacolo, con una spalla sbilanciata in avanti. Era senza dubbio Robert Colomer, il mio Bob dell’agenzia Fiat Lux, secondo il soprannome che si era guadagnato nei bar degli Champs-Élysées.
Abbassai subito il vetro e mi misi a urlare, gesticolando:
«Colo... Ehi! Colo...».
Girò verso di me il suo viso un po’ da delinquente.
Non sembrò né vedermi né riconoscermi. Ero cambiato così tanto?
«Bob», ripresi. «Colomer... Non saluti più gli amici?... Burma... Nestor Burma che torna dalla villeggiatura...».
Era accanto a una dama della Croce Rossa. Imprecò e la urtò per scansarla.
«Burma... Burma», ansimò. «Che fortuna... Scenda, per carità, scenda subito... ho trovato qualcosa di incredibile...».
Il treno si era messo in moto. Alle finestre i liberati agitavano i loro copricapo. La stazione risuonava di mille rumori coperti da una roboante Marsigliese. Colomer era saltato sulla predella, aggrappato con le mani al finestrino. All’improvviso il suo viso si contrasse, come per effetto di un dolore insopportabile.
«Capo», urlò. «Capo... 120, rue de la Gare...».
Lasciò la presa e rotolò sul binario.


Il secondo personaggio è "la misteriosa ragazza" con il fascino da diva, tanto bella da ricordare un'attrice dell'epoca. Sarebbe normale essere ammaliati da lei, se non fosse che l'ultimo istante in cui è stata avvistata da Burma è lo stesso in cui l'amico Colomer muore... coincidenze?
Perché, quando Colomer era crollato a terra, avevo visto chiaramente il dietro del suo soprabito strappato da un proiettile... e proprio davanti, all’angolo del chiosco di giornali, quella strana ragazza in trench che stringeva, in una mano guantata, qualcosa di acciaio scuro che scintillava sotto la debole luce del lampione.
Poi c'è Nestor Burma. Non vi aspettate il classico investigatore intellettuale, pomposo, snob... Nestor Burma è spericolato, amante dei piaceri della vita che sia una donna o che sia un buon drink. All'inizio del romanzo per poco non si rompe l'osso del collo tanto è scapestrato. Sicuramente, non è un protagonista scontato. Trovate la tappa dedicata a lui su Penna d’oro.
Io saltai dall’altra parte del vagone, allontanai con un pugno il capotreno che mi sbarrava la strada, aprii lo sportello e mi buttai. La portiera si richiuse stringendo un lembo del mio cappotto. Vidi il momento in cui stavo per finire sotto le ruote. Tutto il corpo mi doleva. Fui trascinato per alcuni metri. Sentii grida di donne spaventate. Un soldato del picchetto d’onore si precipitò e mi liberò con la baionetta. Rimasi immobile, con gli occhi fissi verso la volta metallica della stazione nera di fuliggine, incapace di rialzarmi.
«È ubriaco, diamine!», bofonchiò un uomo in uniforme.
Concludo con due extra: Florimond Faroux e la bella Hélène Chatelain.
Florimond Faroux  è stato aiutato da Burma durante una situazione delicata e ora gli è  riconoscente, ma nonostante la riconoscenza non va d'accordo con il senso dell'umorismo di Burma. L’ispettore Florimond Faroux, della Polizia Giudiziaria, ha una quasi una quarantina d'anni ma ne dimostra di più: costituzione robusta, alto, ossuto. Un particolare caratteristica? Il baffo grigio a causa del quale è soprannominato il “Nonno” da parte dei colleghi più giovani.
Tutto sommato, era un buon diavolo, disponibile, quasi un padre... anzi, un nonno, se vogliamo.
Hélène Chatelain ex segretaria di Burma, intelligente, affascinante. A volte sottovalutata dall'investigatore... chi segue le avventure di Nestor Burma sa che oltre ad avere belle gambe,  Hélène è un'ottima alleata.
«Ebbene, la mia ex segretaria? È una donna come le altre. Può prendere una cattiva strada da un giorno all’altro».
Spero di avervi incuriosito! Se vi siete persi le tappe precedenti, le trovate tutte nel calendario qui sotto. Buon tour!
22 gennaio: Presentazione ed estratto del romanzo – Contorni di Noir 
23 gennaio: L’ambientazione – Una pausa di lettura 
24 gennaio: Recensione in anteprima – ThrillerNord
26 gennaio: I 5 motivi per leggere il libro – 50/50 Thriller
27 gennaio: L’investigatore Nestor Burma – Penna d’oro
29 gennaio: I personaggi – Peccati di penna


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