Salve lettori, oggi una chiacchierata con Fabio Strinati: poeta, scrittore, aforista pianista e compositore.
Benvenuto su Peccati di Penna! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Grazie a voi per avermi ospitato in questo bellissimo spazio, dove è possibile respirare l’amore e la passione per la letteratura. La passione per la scrittura è nata nel momento in cui ho deciso di rallentare i ritmi della mia vita. Per scrivere ci vuole tempo; devi osservarti dentro minuziosamente, scandagliarti da cima a fondo. Ci vuole coerenza perché quando l’inchiostro macchia il foglio bianco, poi i lettori ci credono.
Qual è stato il tuo primo testo?
Il mio primo testo è stato Pensieri Nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo. Si tratta del mio primo libro, ma lo identifico come testo vero e proprio. Un libro come quello non riuscirò mai più nemmeno a pensarlo. Avevo in quel periodo un’energia molto particolare; ascoltavo moltissima musica contemporanea ( Sciarrino, Scodanibbio, Mencherini ) e così venne fuori quel libro. Non ho un buon rapporto, anzi, non ce le mandiamo a dire, ma sotto sotto ci vogliamo molto bene.
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Sicuramente la poesia è il genere a me più affine. Sono una persona complessa e un’anima irrequieta, dunque la poesia riesce a venirmi incontro senza fare troppe domande sul mio conto e sul mio stato, a volte, anche fin tropo pietoso. Attraverso la poesia riesco ad esprimermi senza nessuna rigidità e riesco a muovermi in ambienti particolari senza incappare in strani mal di testa, che di questi tempi, possono essere frequenti. Mi piace ragionare sul vago, sul nebuloso, su tutto ciò che sfugge; ma tutto ciò che è invisibile, è anche estremamente pesante e di vitale importanza per la qualità dell’essere umano.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Il mio percorso verso la pubblicazione è stato del tutto naturale, ma inaspettato. Tutto ciò è avvenuto in maniera rapida e veloce e non ho avuto nemmeno il tempo di godermi questa gioia immensa: la pubblicazione di un libro, è come la nascita di un figlio. Almeno per me. Nell’agosto del 2014 avevo nel cassetto questo mio primo libro, “Pensieri nello scrigno” e così ho deciso di fargli prendere un po’ d’aria. Ecco come è avvenuta la mia pubblicazione. Semplicemente aprendo un cassetto.
Grazie a voi per avermi ospitato in questo bellissimo spazio, dove è possibile respirare l’amore e la passione per la letteratura. La passione per la scrittura è nata nel momento in cui ho deciso di rallentare i ritmi della mia vita. Per scrivere ci vuole tempo; devi osservarti dentro minuziosamente, scandagliarti da cima a fondo. Ci vuole coerenza perché quando l’inchiostro macchia il foglio bianco, poi i lettori ci credono.
Qual è stato il tuo primo testo?
Il mio primo testo è stato Pensieri Nello scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo. Si tratta del mio primo libro, ma lo identifico come testo vero e proprio. Un libro come quello non riuscirò mai più nemmeno a pensarlo. Avevo in quel periodo un’energia molto particolare; ascoltavo moltissima musica contemporanea ( Sciarrino, Scodanibbio, Mencherini ) e così venne fuori quel libro. Non ho un buon rapporto, anzi, non ce le mandiamo a dire, ma sotto sotto ci vogliamo molto bene.
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Sicuramente la poesia è il genere a me più affine. Sono una persona complessa e un’anima irrequieta, dunque la poesia riesce a venirmi incontro senza fare troppe domande sul mio conto e sul mio stato, a volte, anche fin tropo pietoso. Attraverso la poesia riesco ad esprimermi senza nessuna rigidità e riesco a muovermi in ambienti particolari senza incappare in strani mal di testa, che di questi tempi, possono essere frequenti. Mi piace ragionare sul vago, sul nebuloso, su tutto ciò che sfugge; ma tutto ciò che è invisibile, è anche estremamente pesante e di vitale importanza per la qualità dell’essere umano.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Il mio percorso verso la pubblicazione è stato del tutto naturale, ma inaspettato. Tutto ciò è avvenuto in maniera rapida e veloce e non ho avuto nemmeno il tempo di godermi questa gioia immensa: la pubblicazione di un libro, è come la nascita di un figlio. Almeno per me. Nell’agosto del 2014 avevo nel cassetto questo mio primo libro, “Pensieri nello scrigno” e così ho deciso di fargli prendere un po’ d’aria. Ecco come è avvenuta la mia pubblicazione. Semplicemente aprendo un cassetto.
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Come è nata l’idea di Dal proprio nido alla vita? Cosa ti ha ispirato?
Dal proprio nido alla vita è un poemetto (semi-prosa poetica) che ho deciso di scrivere dopo aver letto un romanzo di Gordiano Lupi dal titolo “ Miracolo a Piombino”. L’ho letto per ben cinque volte. Si tratta di un lavoro derivato, ispirato totalmente a Miracolo a Piombino; un libro quello di Lupi, che viaggi su binari differenti rispetto ad altri romanzi. Uno scritto che riesce ad unire la tematica trattata, ad una sensibilità fuori dal comune. E poi, la forma della scrittura; semplicemente perfetta ed elegante. Un libro che mi ha aperto un mondo, che mi ha fatto riscoprire alcuni ricordi ormai andati perduti.
Quanto c’è di te in questo testo?
In questo testo c’è moltissimo di me, ma ci sono moltissimi adolescenti dentro. Io ho dedicato il libro a Gordiano Lupi e al Foglio Letterario, ma in realtà il libro è dedicato a tutti gli adolescenti. L’adolescenza è una fase della vita molto delicata. Vedi il mondo come un essere gigantesco e per questo hai paura di esplorarlo. Sono periodi della vita dove si alternano buio e luce ad una velocità inverosimile. L’adolescenza, è la confusione più adulta che ci sia.
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Sinceramente non ho mai dovuto affrontarlo ma è anche vero, che scrivo da qualche anno, da poco tempo. Arriverà anche per me, ma non ne farò di certo un dramma.
Cosa vuoi comunicare con il tuo testo?
Voglio comunicare un ricordo, scritto in versi liberi. Si tratta di un libro che ha come protagonista un urlo. Quell’urlo che abbiamo dentro ma che troppo spesso non riusciamo a far venire in superficie. Si tratta di un’esperienza nuova per me. Non avevo mai scritto in versi così liberi; attraverso questa forma ho potuto parlare a più persone senza dovermi spiegare troppo.
Cosa pensi del Self-Publishing?
Sinceramente non ho un pensiero ben definito sul Self-Publishing. Ma credo che ognuno è libero di intraprendere la strada che meglio crede. L’importante, è la consapevolezza.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
So per certo che ho diversi progetti futuri, come ad esempio a breve uscirà il mio quarto libro dal titolo “ Al di sopra di un uomo “. Ma quello più imminente, è farmi una bella escursione sul Monte Vettore. Dopo il terremoto del Centro Italia non sono più andato a trovarlo. Ora mi tocca.
Grazie per esser stato con noi. In bocca al lupo e buona scrittura!
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