Due nuove pubblicazioni, questo ottobre, per Frassinelli.
TRAMA
Anatolia, ultimi anni del 1400. Il piccolo Dragut viene rapito insieme
all’amico del cuore, Keithab, e vengono avviati alla carriera delle
armi. La Scuola dei Giannizzeri di Alessandria, collegio militare
d’élite, è dura e crudele, come lo sono i rapporti tra i piccoli, tutti
sottratti alle loro famiglie e costretti a un addestramento massacrante.
Angherie, violenze e disciplina hanno effetti molto diversi su Dragut e
Keithab. L’indomito senso di libertà del primo e il geniale e cinico
opportunismo del secondo, li faranno avviare verso destini opposti, con
il contributo decisivo di una donna: una schiava capace di comprendere
il mondo e di deviare tanto la vita dei due personaggi quanto gli
equilibri della grande storia. Sullo sfondo, il Cinquecento delle
navigazioni, dei marinai valorosi, dei cavalieri di Malta, dei pirati,
delle spie. Tutti coinvolti nel mistero della mappa di Piri Rais, una
carta che disegna il mondo intero e ha il potere di scoperchiare i
retroscena delle scoperte di Cristoforo Colombo. Segreti che rischiano
di cambiare il corso della storia, e che qualcuno farà di tutto perché
restino occulti.
TRAMA
Lilith nasce a fine Ottocento all’interno della “Montepellier Estate”,
una piantagione di cotone giamaicana in cui dominano razzismo e violenza
e dove i confini tra bene e male, buono e cattivo sono diventati via
via sempre più labili e indistinguibili. Lilith nasce con gli occhi
verdi, ma è nera (dunque schiava). Cresce, in qualche modo, da sola fino
a quando non le verrà proposto di unirsi alle “Donne della Notte”, un
gruppo di schiave e una sorellanza che sta cercando di ribellarsi alla
schiavitù, alla violenza e agli stupri. Ma Lilith è un personaggio
complesso, irrisolto, a modo suo feroce. È convinta che i suoi occhi
verdi – prova evidente che suo padre era un bianco – la rendano non solo
diversa, ma migliore rispetto alle altre schiave. I suoi piani, perciò,
sono molto più ambiziosi rispetto all’organizzare una semplice rivolta:
«a volte si augura che il grande Signore arrivi e spazzi via tutto. Il
campo, la piantagione, la contea. Il paese. Il mondo. Si augura che
tutto riparta dall’inizio, e che lo schiavo diventi il libero, e il
libero diventi lo schiavo».
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