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14 aprile 2016

RECENSIONE - Un certo tipo di tristezza di Sara Gavioli

TITOLO: Un certo tipo di tristezza
AUTORE: Sara Gavioli
EDITORE: Inspired Digital Publishing

Salve lettori, oggi vi parlo di un testo che non appartiene ai miei soliti generi ed è: Un certo tipo di tristezza. Leggendo, effettivamente, si percepisce questa amarezza insita nei personaggi
Il testo è in prima persona, la protagonista e voce narrante è Anna, una ragazza che si sente inadeguata ed è abbattuta dall’incertezza e le difficoltà poste dalla società in cui brancoliamo. Un personaggio un po' debole e cinico, forse troppo teso al “nero”, non contemplando la possibilità di un “grigio”.

Gli annunci di lavoro scorrevano sullo schermo, ma erano tutti falsi. Non c'era niente per me. Non volevo vendere roba porta a porta, non avevo intenzione di fare l'animatrice. Era inutile. La società era un cubo blindato e nero, che mi limitavo a guardare con disapprovazione.
Dopo la laurea la vita le sfugge tra le dita, non sa che fare e come fare, ma alla fine le piove tra le mani uno strano lavoro da custode per una vecchia ed enorme casa isolata nei presi di un paesello di poche anime (in un certo senso anche loro malinconiche) e tutto prende un nuovo ritmo.  Un impiego stagionale che le calza a pennello e dà via a una serie di circostanze e “amicizie”.

Ho apprezzato il lato amaro e vero di Anna, quello di una giovane spaesata dall’attualità e da un mondo falso, forse non ho gradito molto il suo essere asociale soprattutto verso chi è cortese e disponibile. Per fortuna riesce a fare amicizia e a sbottonarsi, lasciandosi conoscere meglio come persona. Gli abitanti del paese sono tutti talmente vivi da essermi simpatici, soprattutto il proprietario del Bar, Alessandro, che si mostra subito cordiale con Anna, accogliendola come farebbe un vecchio amico. Alessandro mi è piaciuto molto dall’inizio, mentre Lidia, la sua assistente, l’ho apprezzata man mano. La ragazza, con le sue grandi problematiche, diventa confidente di Anna e anche se condividono “un certo tipo di tristezza” è sicuramente un elemento più propositivo e attivo rispetto alla protagonista. Insomma: la tristezza non la ferma.

L’esposizione è chiara e fruibile, forse un po’ ridondante perché alcuni pensieri tendono a essere rimarcati.

Anche se ho apprezzato i temi e gli intenti del testo che, a mio parere, vuole mostrare uno spaccato di attualità: le problematiche dei giovani e le gioie e i dolori dei piccoli centri, non posso dire che la gestione della storia mi abbia conquistata perché mi è sembrato di procedere a sbalzi. Mi spiego: prima si parla dei diari ritrovati nella vecchia casa, poi dei fatti di paese, poi della lettura dei diari, poi di altri fatti… poi di nuovo dei diari. Non ho trovato il passaggio fluido e la curiosità istigata proprio dai diari spesso si perde. Questo, oltre al ritmo della storia piuttosto lento, non mi ha spronata.

In sintesi, Un certo tipo di tristezza è una lettura che ci mette faccia a faccia con una realtà condita di fantasia e un pizzico di mistero, un testo in cui rivedersi e chespinge ad agire e a non lasciarsi andare anche se ci sembra tutto insostenebile.


❤❤❤

TRAMA

Convinta che il mondo lì fuori la rifiuti, Anna decide di chiudersi in una tana fatta di incertezze e fragilità. 
Un giorno, però, un'opportunità inaspettata la trascina in quello che impara a considerare il suo ambiente naturale: una casa isolata in montagna, con accanto un paesino in cui ogni persona hauna storia.
Sarà in particolare una di queste storie, sigillata fra le pagine di vecchi diari ingialliti, che la porterà ad interrompere la sua staticità, le sue incessanti riflessioni ed i suoi dubbi ed incertezze, spronandola a reagire per cominciare, finalmente, a camminare con le proprie gambe.

1 commento:

  1. Ciao, questo libro è da un po' che lo pedino ahahah mi incuriosice abbastanza.. specie il titolo.. però se mi dici che è un po' lento e a sbalzi... uhmmm

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