social

http://peccati-di-penna.blogspot.it/      http://peccati-di-penna.blogspot.it/p/le-recensioni-di-peccati-di-penna.html      http://peccati-di-penna.blogspot.it/search/label/Segnalazioni       http://peccati-di-penna.blogspot.it/p/elenco-interviste.html     http://peccati-di-penna.blogspot.it/search/label/Blog%20Tour      https://4.bp.blogspot.com/-kpV7lPzLDPg/Wa6R8QW920I/AAAAAAAAOhs/-wTTOHjB1PU_Kj8p9t58BoFsNwavUmGSQCKgBGAs/s200/info.png

Post recenti

9 settembre 2015

INTERVISTA - Lisa Laffi e Il serpente e la rosa

Diamo il benvenuto su Peccati di Penna a Lisa Laffi, autrice emergente che ha pubblicato il suo primo romanzo, Il serpente e la rosa, con I doni delle Muse.

Lisa Laffi, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e insegnante di Lettere, vive a Imola dove per anni ha lavorato per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero come redattrice e caporedattrice. È autrice di una commedia teatrale e di due saggi di storia locale, pubblicati all’interno di Pagina e vita di storia imolesi.






Benvenuta Lisa, quando hai scoperto la passione per la scrittura?

È strano, ma la vera passione l’ho scoperta solo un anno fa. A differenza di tante scrittrici che ho conosciuto negli ultimi mesi, io non ho iniziato a scrivere a 8-10 anni. Anzi, alle elementari vivevo il giorno del tema come una sofferenza ed è buffo che oggi io faccia l’insegnante di Lettere.
A poco più di vent’anni ho iniziato a lavorare nel settimanale imolese Il Nuovo Diario Messaggero, quindi la scrittura è diventata lavoro, ma la magia che ha trasformato un’attività che non mi dispiaceva in vera e propria passione è avvenuta solo con “Il serpente e la rosa”, quindi nella seconda metà del 2014.

Qual è stato il tuo primo testo?

Proprio “Il serpente e la rosa”, che è nato in modo strano. La mattina insegno e il pomeriggio lo passo con i miei due bambini, ma ho due ore di libertà, mentre i miei piccoli sono nel mondo dei sogni. Per circa due anni le ho dedicate a un’associazione di volontariato che opera in Siria. Partita dal niente, è diventata in breve tempo piuttosto importante, anche perché, per prima, ha saputo sfruttare le potenzialità dei social network, mostrando in tempo reale come gli aiuti raccolti in Italia venissero donati nei campi profughi. Io mi occupavo del sito internet e le soddisfazioni erano enormi. Quando l’esperienza si è chiusa, nell’estate del 2014, ho inserito accanto alla correzione delle verifiche dei miei ragazzi e alla preparazione delle lezioni, la stesura de “Il serpente e la rosa”.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?

Adoro il romanzo storico. È stato facile scriverne uno, mentre il thriller nel quale mi sto cimentando ora è per me più ostico. Cosa non riesco a scrivere? I racconti. Forse perché mi innamoro dei miei personaggi e non riesco a lasciarli andare via in poche pagine.
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
A fine 2014 ho scoperto il sito Writer’s Dream che mi ha fatto conoscere il mondo dell’editoria, fatto di case editrici free, a pagamento e a doppio binario. Durante le vacanze di Natale ho iniziato a mandare il manoscritto a quelle che più mi avevano convinto. Dopo un paio di mesi ho ricevuto le prime proposte. Ne sono arrivate cinque o sei e a marzo ho scelto I Doni delle Muse.

Come è nata l’idea di “Il serpente e la rosa”? Cosa ti ha ispirato?

Non ricordo il momento preciso in cui ho scoperto il personaggio di Bianca, la protagonista de “Il serpente e la rosa”, ma ricordo che ogni volta che sentivo parlare di Caterina Sforza pensavo anche a lei, chiedendomi come potesse essere stata la sua vita accanto a una donna come la “Tigre della Romagna”.
Più cercavo notizie su Bianca, più mi pareva il tipo di personaggio che amo in modo particolare: una donna che è trascurata o negata dalla storia tradizionale, ma che può essere riscoperta mettendo assieme tanti piccoli pezzetti dell’enorme puzzle di cui fa parte.
Per quanto gli episodi narrati nel romanzo possano sembrare eccezionali, sono rimasta quanto più possibile aderente alla realtà storica. Gli incontri di Caterina e Bianca con Leonardo da Vinci o con Niccolò Machiavelli sono avvenuti davvero, le battaglie combattute contro la peste e contro il Valentino ci sono state e anche la storia del messaggio affidato al cronachista Leone Cobelli da un misterioso frate è storicamente provata. Mi sono limitata a dare loro spessore.

Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario. Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici. Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana. 

Quanto c’è di te in questo testo?

Molto, ma penso che ogni lettrice può ritrovarsi in un personaggio di questo libro. Qualcuna somiglierà più a Bianca, qualcun’altra a Caterina. Io penso di essere più simile alla prima, perché sono dolce, insicura e, a modo mio, penso di avere anch’io delle visioni da un anno a questa parte: sono le storie e le immagini che poi metto sulla carta.

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?

Mai per “Il serpente e la rosa”, mentre si affaccia di tanto in tanto ora. Il momento più difficile però è stato passare dal primo al secondo romanzo. Pensavo di non riuscire più a elaborare storie, invece sono tornate…

Cosa vuoi comunicare con il tuo Il serpente e la rosa?

I temi sono tanti dall’amore per l’arte a quello per la propria terra, forse però quello a me più caro è quello dei rimorsi e dei rimpianti. Sto facendo tante cose nella vita (dall’archeologa alla giornalista, dall’insegnante alla scrittrice) proprio per tentare di non averne mai.

Cosa pensi del Self-Publishing?

Penso sia un’ottima soluzione, non sottovaluto chi decide di percorrere questa strada, anzi. Deve scrivere, correggere, promuovere e distribuire il suo romanzo. Non è da tutti. Io ho preferito seguire la strada della casa editrice semplicemente perché volevo vedere se un qualche addetto ai lavori avrebbe scelto il mio testo. Era il primo, magari un disastro e così l’avrei saputo subito.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Scrivere, tendinite al braccio destro permettendo, dando nuova vita a personaggi del passato dalle storie straordinarie. Mi diverto da morire e spero che accada lo stesso anche ai lettori, quando leggono i miei romanzi.

Grazie a Lisa Laffi per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

1 commento:

I vostri commenti sono la linfa vitale del blog, lasciate un segno ツ

tag foto 1 tag foto 2 tag foto 5 tag foto 6 tag foto 6 tag foto 4 tag foto 7