Diamo il benvenuto su Peccati di Penna a Lisa Laffi, autrice emergente che ha pubblicato il suo primo romanzo, Il serpente e la rosa, con I doni delle Muse.
Lisa Laffi, laureata in Conservazione dei Beni Culturali e insegnante di Lettere, vive a Imola dove per anni ha lavorato per il giornale Il Nuovo Diario Messaggero come redattrice e caporedattrice. È autrice di una commedia teatrale e di due saggi di storia locale, pubblicati all’interno di Pagina e vita di storia imolesi.
Benvenuta Lisa, quando hai scoperto la passione per la scrittura?
A poco più di vent’anni ho iniziato a lavorare nel settimanale imolese Il Nuovo Diario Messaggero, quindi la scrittura è diventata lavoro, ma la magia che ha trasformato un’attività che non mi dispiaceva in vera e propria passione è avvenuta solo con “Il serpente e la rosa”, quindi nella seconda metà del 2014.
Qual è stato il tuo primo testo?
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
A fine 2014 ho scoperto il sito Writer’s Dream che mi ha fatto conoscere il mondo dell’editoria, fatto di case editrici free, a pagamento e a doppio binario. Durante le vacanze di Natale ho iniziato a mandare il manoscritto a quelle che più mi avevano convinto. Dopo un paio di mesi ho ricevuto le prime proposte. Ne sono arrivate cinque o sei e a marzo ho scelto I Doni delle Muse.
Come è nata l’idea di “Il serpente e la rosa”? Cosa ti ha ispirato?Più cercavo notizie su Bianca, più mi pareva il tipo di personaggio che amo in modo particolare: una donna che è trascurata o negata dalla storia tradizionale, ma che può essere riscoperta mettendo assieme tanti piccoli pezzetti dell’enorme puzzle di cui fa parte.
Per quanto gli episodi narrati nel romanzo possano sembrare eccezionali, sono rimasta quanto più possibile aderente alla realtà storica. Gli incontri di Caterina e Bianca con Leonardo da Vinci o con Niccolò Machiavelli sono avvenuti davvero, le battaglie combattute contro la peste e contro il Valentino ci sono state e anche la storia del messaggio affidato al cronachista Leone Cobelli da un misterioso frate è storicamente provata. Mi sono limitata a dare loro spessore.
Quando Bianca Riario è costretta ad abbandonare Roma per ritirarsi nella residenza di Forlì, è ormai rassegnata a un ruolo di secondo piano all’ombra della madre, Caterina Sforza. Guidata dallo storico Leone Cobelli, apprenderà tuttavia la complessità delle relazioni politiche che coinvolgono la sua famiglia, fino a comprendere il tradimento che si sta consumando ai danni del Serpente degli Sforza e della Rosa dei Riario. Unico indizio nelle sue mani, alcune quartine dal significato oscuro che parlano di complotti, in anni in cui è sempre più difficile distinguere alleati e nemici. Tra congiure e lotte per mantenere il potere, Bianca e Caterina tengono tra le mani le sorti della Romagna anche quando ogni speranza sembra vana.
Quanto c’è di te in questo testo?
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Cosa vuoi comunicare con il tuo Il serpente e la rosa?
Cosa pensi del Self-Publishing?
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Grazie a Lisa Laffi per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!













HO LETTO IL LIBRO ED é BELLO
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