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31 luglio 2015

INTERVISTA - Sara Pratesi e Scommettiamo che ti amo?

Appena approdata nella collana inLove di Piemme, vi presento Sara Pratesi.

Sara Pratesi nasce a Pistoia il 19 novembre del 1984. Oggi vive in un paese a pochi chilometri da Firenze, con due cani e cinque gatti. Ha lavorato come arredatrice d’interni e, negli ultimi anni, come grafica, realizzando cover per libri, illustrazioni e locandine promozionali. Scrive per passione da quando era piccola e il suo sogno è di trasformare questa vocazione in professione. Autrice selfpublisher, ha già pubblicato Come mi vuoi (Apple Pie 1), Così come sei (Apple Pie 2) a quattro mani con Claudia Tansini, E adesso (s)vestimi, Alla scoperta di te, Come ti spaccio il fidanzato (Love Match 1) con Fabiana Andreozzi.


Quando hai scoperto la passione per la scrittura?

Quando ero bambina, mi portavo dietro sempre qualche quaderno che mi trovavo a riempire di parole, erano solo storielline ma già sentivo il bisogno di usare la fantasia e di scrivere. Direi che è stato innato.


Qual è stato il tuo primo testo?

Se si intende il primo pubblicato è stato “Come mi vuoi” (Apple Pie#1). In realtà questa storia era inizialmente stata scritta su un blog, condita di immagini tratte dal gioco The Sims. Poi un giorno decisi che Ellie e Greg meritavano di più così riscrissi tutto dall’inizio arricchendolo e migliorandolo finché, alla fine, non è diventato un libro con cui mi son presentata ai lettori.


Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?

Il genere letterario più affine è senz’altro la commedia romantica, mi piace scrivere anche lo storico o il drammatico ma sempre con le tinte romance. Non riesco a scrivere niente che non parli di un sentimento, sarò troppo romantica.
Quello che invece non sarei proprio capace a buttar giù credo sia il giallo e l’horror. Mi piace molto leggere questi due generi ma non mi sono mai cimentata a scriverne.


Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?

È stato grazie a Fabiana Andreozzi e al mio ormai ex-ragazzo Giacomo se adesso i miei libri sono su Amazon. Quando avevo terminato “Come mi vuoi” (avevo nel pc altre storie iniziate o finite), loro due mi hanno spronata a pubblicare. Non facevano che ripetermi: “Buttati, provaci… fai leggere anche agli altri ciò che scrivi!” e alla fine mi hanno convinta.


Come è nata l’idea di Scommettiamo che ti amo? Cosa ti ha ispirato?

Scommettiamo che ti amo? è nato per puro caso, la Piemme aveva richiesto un romanzo breve inedito e dopo i primi giorni a scervellarmi per buttar giù un’idea, alla fine mi è nata di getto. Charlotte e Alec sono stati facili da scrivere, la loro storia mi è venuta in mente perché volevo qualcosa dove ci fosse anche qualche battibecco simpatico. Ho sempre adorato le storie d’amore/odio. L’ispirazione per questo libro è nata dalla mia mente, per questo libro.
«Ehi, ciao!» mi volto verso la sua voce appena materializzata e lo osservo impassibile posare il giaccone sulla spalliera della sedia e accomodarsi con nonchalance.

«È tanto che aspetti?» domanda sfregando le mani.

«Sì.» Schiocco la lingua e lo guardo in cagnesco mentre lui fa spallucce e richiama il cameriere che torna poco dopo col suo tè nero.

«Lo sai che quella roba ti si anniderà su culo e fianchi?» indica con un cenno del capo la mia tazza calorica e avvampo.

«Non siamo qui per parlare della mia dieta, cosa sei? Un nutrizionista?»

Lui sorride canzonatorio e tira su le mani in segno di resa. «Sia mai! Adesso inizio a chiedermi cos’abbia visto in te per rimorchiarti a quel bar.» Velenoso, beve il suo infuso e non trattengo la voglia di tirargli un poderoso calcio nello stinco.

«Ahio! Sei pazza?!» strepita soccorrendosi la parte dolorante. Deve far male, l’ho preso con la punta dei miei decolté.

«No, sei tu che sei uno stronzo!»

Quanto c’è di te in questo testo?

C’è qualcosa di me nel carattere della protagonista Charlotte, alcune espressioni, alcuni pensieri sono miei. Per il resto uso molto la fantasia. Mi sarebbe piaciuto poter dire che anche io ho incontrato un Alec Anderson.


Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?

Purtroppo sì, ed è una brutta bestia. Quando ti metti al pc e scrivi dieci righe e poi cancelli, riscrivi e cancelli. Odio quando ho questi momenti, spesso influenzati dalla vita esterna. Per superarli non ho un metodo ben preciso… semplicemente aspetto che torni ad ardere dentro di me quella scintilla che mi spinge a buttar giù parole. Di solito stacco semplicemente la spina anche perché, costringermi a scrivere, non porta a risultati sufficienti. Per fortuna prima o poi, che sia grazie a una canzone o a un panorama, l’ispirazione torna.


Cosa vuoi comunicare con il tuo Scommettiamo che ti amo?

Vorrei dire alle persone che la vita ha sempre qualche bella sorpresa per te, che non bisogna aver paura di emozionarsi per timore di restar feriti dopo. Ciò che oggi può sembrare negativo, domani potrebbe diventare fonte di gioia immensa. Mai abbandonare le speranze che se oggi la vita ti da ceffoni, domani potrebbe farti un regalo splendido.


Cosa pensi del Self-Publishing?

Penso sia un ottimo modo per mettersi in gioco e farsi conoscere. Purtroppo c’è molto pregiudizio su questa categoria e a volte è giustificato ma spesso è decisamente sbagliato. Anche perché, vorrei ricordare, che oggi la maggior parte degli autori che sono in libreria, sono partiti come self.


Quali sono i tuoi progetti futuri? 

L’unico progetto è di continuare a scrivere e chissà, prima o poi, se riuscirò anche ad andare in libreria.


Grazie a Sara Pratesi per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!
E voi lettori avete letto qualcosa della nostra Sara? 

1 commento:

  1. Bellissima intervista ^.^ molto interessante!
    Io ho letto E adesso (s)vestimi ed è veramente molto carino e simpatico! Complimenti all'autrice!

    RispondiElimina

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