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8 maggio 2015

INTERVISTA - Irene Milani e Il Ritratto

Scopriamo Irene Milani e il suo romanzo: Il Ritratto. Un testo nato sulle note di un MP3...

Irene Milani. Sono nata a Milano nel 1977, dove ho vissuto fino a quando mi sono sposata. Ora vivo in provincia di Como dove sono moglie, mamma, insegnante e scrittrice esordiente. Fin da bambina ho sempre amato molto leggere ma non mi ero mai cimentata nella scrittura. Da una decina d’anni ho iniziato a scrivere romanzi e racconti, alcuni dei quali premiati in concorsi. Il Ritratto è il primo romanzo pubblicato.





Quando hai scoperto la passione per la scrittura?

La passione per la scrittura è nata dopo anni e anni di letture: amavo i libri ma non pensavo di essere in grado anche io di esprimere qualcosa su una pagina bianca, fosse un romanzo, un racconto o una poesia. Un giorno, quasi per caso, ho deciso di provare…


Qual è stato il tuo primo testo?

Da quel primo esperimento è nato un romanzo che si intitola “Il profumo del gelsomino”, che giace ancora in un cassetto in attesa di una bella revisione e, perché no, di una pubblicazione.


Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?

Il genere che mi viene più spontaneo è il romanzo, in particolare a sfondo storico e con una bella storia d’amore. Non ho particolari preclusioni: leggo un po’ di tutto, dai saggi ai classici, dai romanzi per ragazzi al giallo. Forse alcuni tipi di horror e di fantasy non rientrano nel mio canone.


Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?

È avvenuto tutto in fretta e per caso: ho scoperto che una mia collega aveva pubblicato un romanzo e lei mi ha indicato alcune case editrici non a pagamento che aveva contattato; cercando su internet ne ho trovate altre e ho inviato il manoscritto. Nel giro di pochi mesi ho ricevuto la risposta di Lettere Animate.


Come è nata l’idea di Il ritratto? Cosa ti ha ispirato? 

Può sembrare strano ma “la voce” della protagonista ha iniziato a parlarmi mentre camminavo con le cuffie dell’Mp3 nelle orecchie in una giornata di primavera, proprio come racconto nelle prime pagine del romanzo. Il resto è venuto quasi di getto, con dialoghi e scene che mi venivano in mente in ogni momento della giornata e che dovevo fermare sulla pagina prima che svanissero.


Quanto c’è di te in questo testo?

C’è molto di me: di come sono, di come vorrei essere e di come gli altri mi vedono, tutto mescolato insieme con, ovviamente, una buona dose di fantasia.


Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?

Con Il Ritratto, per fortuna, mi è capitato l’esatto opposto: l’ho scritto piuttosto rapidamente, quasi non riuscivo a tenere il passo delle idee… Se avevo tempo di scrivere in santa pace riuscivo ad aggiungere anche 25 cartelle al giorno. Non mi è mai più ricapitata un’esperienza simile.

Mi avvicinai al torrente e individuai immediatamente la posizione ideale per mettermi a disegnare: una grande pietra levigata rivolta verso valle. Mi sedetti e posai lo zaino accanto a me. Presi l’occorrente e iniziai a fare qualche schizzo: il paesaggio lontano, con il paese e l’Avisio, la radura, un albero che mostrava i primi segni della primavera… D’un tratto, davanti ad un foglio bianco, cominciai a fare un disegno: il sasso su cui ero seduta, il torrente, gli alberi intorno. Poi, come se avesse vita propria, la mia mano iniziò a seguire la matita. Nel disegno comparve una figura, poi un’altra: due persone erano sedute sul sasso. Una sembravo io, con le gambe incrociate, l’altra, accanto a me, mi teneva una mano sulla spalla, come abbracciandomi. Con pochi tratti decisi disegnai il viso dello sconosciuto. Era un ragazzo, con due grandi occhi e i capelli chiari… il suo viso però mi era completamente estraneo, non mi ricordava nessuno che conoscevo. Finito il disegno mi fermai a guardarlo, stupita. Benché fosse fatto solo con la matita nera, sembrava incredibilmente reale. Quello che mi colpì di più era non tanto qualcosa che avevo disegnato, ma quello che si percepiva osservando. Le due figure, io e il misterioso ragazzo, sembravano uniti da qualcosa di forte, di unico: il braccio intorno alle spalle, gli sguardi, i due corpi che sembravano fondersi…

Cosa vuoi comunicare con il tuo Il Ritratto?

Nelle pagine del mio libro sono disseminati qua e là i valori in cui credo: comportarsi onestamente, lavorare sodo, impegnarsi in quello che si fa, non giudicare gli altri senza conoscerli e (questo è difficile) cercare di perdonare.


Cosa pensi del Self-Publishing?

Non l’ho mai preso in considerazione perché volevo che il mio lavoro fosse “scelto”, ma non critico chi (magari dopo tanti e tanti tentativi) convinto del valore della propria opera decide di auto pubblicarsi. In fondo sono i lettori che valutano i nostri scritti.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

La casa editrice Lettere Animate con cui ho pubblicato Il Ritratto sta valutando la pubblicazione del seguito delle vicende dei protagonisti del romanzo, quindi per ora sono impegnata nella promozione del libro e nella revisione del secondo manoscritto ma ho anche voglia di cimentarmi con una nuova opera.

Grazie a Irene Milani per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

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