Pierluigi Agnelli è nato il 22 maggio
1961 e risiede a Brescia dove lavora come insegnante, tenendo lezioni
nelle scuole medie e biennio delle superiori sui
significati psicologici delle fiabe e sugli archetipi del fantasy. Ha
già pubblicato un romanzo fantasy con la prefazione (alla seconda
edizione) di Silvana De Mari, la scrittrice di fantasy più tradotta
all’estero. Sito dedicato al romanzo: domitillawolf.wordpress.com
A breve uscirà un romanzo in self publishing tratto da una storia vera
di anoressia dal titolo “Per me si va nella città dolente” (Anorexic
history X)
Benvenuto su Peccati di Penna, Pieruigi, iniziamo: quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Mi è sempre piaciuto scrivere; da ragazzo avevo dei diari (poi buttati); alle medie avevo scritto un “romanzetto” western, buttato anche quello. E più volte ho iniziato storie mai concluse in quanto mai sufficientemente originali.
Qual è stato il tuo primo testo?
Il primo vero testo è stato un romanzo fantasy, Domitilla Wolf e la leggenda dell’hòuzi mao. Circa sette anni fa mia figlia, che frequentava la scuola media e divorava libri, mi disse:”Papà, mi scrivi una storia?” Io accettai, e dopo circa nove mesi la storia era finita. Alla fine divenne un romanzo di 300 pagine, ovviamente dedicato a lei.
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Il fantasy mi piace molto, Tolkien è il mio mito, ma leggo anche altro: narrativa in generale, horror (solo Stephen King) saggi, filosofia. Non leggo poesie e gialli; penso che non riuscirei mai a scrivere un giallo.
Amazon; Casa Editrice |
Molto tortuoso. Con MP3 ho partecipato anche a un concorso letterario promosso da Io Scrittore dove sono arrivato in semifinale. Poi ho incontrato la Triskell edizioni che mi ha proposto l’edizione, prima in formato e-book e poi anche cartaceo. L’editoria è uno strano mondo dove non sempre i migliori hanno successo e dove spesso il successo di un autore viene costruito a tavolino.
Come è nata l’idea di MP3? Cosa ti ha ispirato?
Stavo su di una panchina fronte lago, cuffiette mp3 nelle orecchie, libro in mano. Lì ho avuto l’idea. Un uomo che guidato dalla musica che fluisce dal suo mp3 ripercorre il rapporto con il suo universo femminile; per ogni brano che passa, scatta un ricordo che lo lega ad una figura femminile: mamma, moglie, amante, figlia che non ha, bimbetta dell’asilo, nonna, figure in qualche modo “archetipiche”.
Una panchina fronte lago, le cuffiette dell’Mp3 conficcate nelle orecchie, la potenza evocativa della musica, dai Bee Gees a Max Pezzali, dai Wham ai The Clash, dai Led Zeppelin a Bob Marley, ecc. I brani scorrono nella modalità “casuale” e per ognuno parte un ricordo al femminile: l’amica del cuore, l’ex moglie, la compagna attuale, la madre, l’amante, la bimbetta dell’asilo, il primo amore delle scuola elementare, la nonna, la prima volta durante l’occupazione della scuola… Ricordi come lampi, flashback che arrivano quasi da soli.
Un uomo e il suo universo femminile con cui fare i conti, con cui fare pace.
Quanto c’è di te in questo testo?
Abbastanza, nel senso che in ogni ricordo c’è qualcosa di autobiografico da cui sono partito per sviluppare il resto.
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Oh sì. Io scrivo prima di tutto per me stesso, come se fosse una sorta di “catarsi”; mi viene meglio quando sono particolarmente “up” o “down”, meno quando sono in fase “calma piatta”. Inoltre non riesco a scrivere a comando, pertanto talvolta vorrei ma non posso, altre volte posso ma non ho voglia.
Cosa vuoi comunicare con il tuo MP3?
In qualche modo le figure evocate sono archetipiche, chi non ha mai avuto la bimbetta dell’asilo o della scuola elementare preferita? O la mamma? O la nonna? O un amore non corrisposto? O la prima volta? Vorrei che chi leggesse, trasportato anche dalla musica a cui faccio riferimento, fosse proiettato in una dimensione evocativa: io metto le figure archetipiche, tu lettore, quelle in carne ed ossa legate alla tua esperienza.
Cosa pensi del Self-Publishing?
Penso sia una buonissima cosa con vari elementi positivi tra cui:
1. Completa autonomia creativa e produttiva: il copyright è nelle mani dell'autore
2. Raggiungere i lettori rapidamente e direttamente, senza i tempi spesso molto lunghi dell'editoria tradizionale
3. Processo poco costoso, grazie alle conoscenze messe a disposizione sulla Rete. Gli autori possono imparare da quello che fanno gli altri autori che usano il self publishing
4. Modello con minori costi fissi, è possibile arrivare a pareggio vendendo poche decine di copie e Royalties più elevate per copia venduta rispetto all’editoria tradizionale
5. Si può avere un ISBN italiano e la registrazione del proprio libro, come accade con un editore
6 Le grandi piattaforme di self publishing offrono dei vantaggi concreti (e gratuiti) per la visibilità
Alla fine, l’idea di essere Editore di me stesso mi affascina troppo, vada come vada!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
La domanda precedente cascava a fagiolo come si dice. Voglio provare l’esperienza del self publishing, quindi a breve uscirà il mio nuovo romanzo dal titolo “Per me si va nella città dolente” (Anorexic history X) che narra in prima persona la vicissitudini di una ragazza anoressica; mi sono basato su una storia vera. Il romanzo vorrebbe essere anche un messaggio positivo per chi ha avuto problemi di questo genere, non è facile uscirne, ma si può fare!
Inoltre sto concludendo la seconda avventura della mia eroina fantasy, Domitilla Wolf.
Grazie a Pierluigi Agnelli per averci dedicato il suo tempo. La recensione di MP3 la trovate qui.
Buona fortuna Pierluigi e buona scrittura.
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