TRAMA
Eden di plastica ha come protagonista un giovane tossicodipendente, Erik
Stonerset, e i pochi altri personaggi che intorno a lui gravitano:
l’amico di sempre Benjamin, detto il Rosso, e il loro nuovo spacciatore
Arvin Drewster, uomo affascinante quanto misterioso a cui i due si
affidano dopo qualche iniziale riluttanza. Di sfondo vi è Krestonville,
un tempo cittadina ridente e amena oggi piegata sotto la sferza di una
nuova, potentissima droga ricavata dagli scarti di lavorazione della
plastica, il Gemblast, a cui tutti paiono essere assoggettati.
Sui due amici incombe inoltre il fantasma dell’Istituto di Correzione, luogo del quale nessuno ha notizie certe ma che ha il potere di incutere il terrore più puro in tutti i tossicodipendenti, i quali in ogni momento rischiano di esservi rinchiusi per subire cure disintossicanti poco chiare.
Sui due amici incombe inoltre il fantasma dell’Istituto di Correzione, luogo del quale nessuno ha notizie certe ma che ha il potere di incutere il terrore più puro in tutti i tossicodipendenti, i quali in ogni momento rischiano di esservi rinchiusi per subire cure disintossicanti poco chiare.
ESTRATTO
Quando l’effetto del Gemblast cominciava ad esaurirsi, sprazzi di realtà inframmezzavano quelle visioni celestiali. Sugli autobus sgangherati salivano donne in piena crisi d’astinenza, vestite di occhiaie profonde e malsane. I bambini dagli abiti imbrattati si schizzavano di fango a vicenda, grattandosi le macchie purpuree sulle braccia e strillando in un dialetto incomprensibile.
Alberi non ce n’erano. E veniva il sospetto che nemmeno il cielo ci fosse più, oltre il drappo caliginoso delle nuvole.
I colori e la disperazione si fondevano in un unico vortice di immagini distorte e altalenanti, gettando Erik in una confusione indicibile: tutto ciò che riusciva a provare in quegli attimi di disordine era la speranza che ogni cosa si spegnesse, subito, senza rumore. Che la donna seduta di fronte a lui la piantasse di fissarlo con quegli occhi così luminosi, prima di trasformarsi in un relitto umano dalla pelle verdognola.
Quando arrivava a formulare questo pensiero, tutto si spegneva davvero dopo poco. La realtà si oscurava in qualche attimo ed Erik precipitava nel buio; un’oscurità interrotta da improvvisi lampi di luce e accompagnata da un costante brusio di sottofondo che non riusciva mai a diventare intreccio definito di voci, ma che era pur sempre meglio di quel micidiale intruglio di realtà e fantasia che cominciava a tormentarlo nelle note finali del Gemblast.
Versava in quello stato di semicoscienza per qualche ora, e quando finalmente si risvegliava non si sorprendeva di trovarsi accasciato vicino ad un cassonetto della spazzatura, magari dall’altra parte della città.
Si alzava e camminava fino a casa, godendosi il silenzio placido della notte, grazie al quale il mondo sembrava più sano. Camminava senza pensare. Senza la droga, senza il turbinio smodato di emozioni delle ore precedenti. Camminava senza la paura dell’Idc, della morte, del futuro.
Il mattino dopo, però, il mondo riprendeva la sua folle, insana corsa.
NOTIZIE SULL'AUTORE
Alessandra Sorvillo nasce a Nocera Inferiore (provincia di Salerno) il 19 Dicembre del 1990. Nel 2012 consegue la laurea triennale in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Salerno, nel 2014 consegue la laurea magistrale in Filologia Moderna presso la stessa università. Dall'estate del 2014 collabora come redattrice per diversi magazine online, tra cui Fantasyplanet.it, Letteraturahorror.it e Thrillerpages.blogspot.it. Nel novembre 2014 pubblica il suo primo racconto, intitolato Eden di Plastica ed edito da Lettere Animate; a Dicembre compaiono i racconti "Un Halloween indimenticabile", incluso nell'antologia Horror all'italiana (a cura del portare Letteratura Horror) e "Le ore del cuore", compreso nell'antologia Dreamscapes 2 ed edito da GDS Edizioni. Partecipa inoltre all'antologia "L'universo di Lovecraft" edita dall'associazione culturale Ese-scifi con il saggio "Il classicismo di Lovecraft".
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti sono la linfa vitale del blog, lasciate un segno ツ