Autore: Diletta Tinti
Editore: Self-Publishing
TRAMA
Fiammifero, a differenza degli altri
componenti della sua famiglia, è un drago minuscolo e imbranato, senza
amici, disperato perché non riesce ad imparare a sputare fuoco. Preso
continuamente in giro dai suoi fratelli, passa la maggior parte del
tempo chiuso nella sua camera, nella torre più alta di un grande
castello. La sua vita cambia con l’arrivo di un cavaliere fantasma.
Ultimo di sette fratelli, tutti molto più grandi e grossi, che non gli rivolgevano quasi mai la parola se non per prenderlo in giro, Fiammifero si sentiva diverso... Forse perché era alto appena nove Krunt e mezzo (e qualunque cosa significhi per voi la parola “Krunt” sappiate che era un’altezza veramente ridicola), o forse perché il suo corpo non era verde scuro e ruvido come quello dei suoi fratelli ma liscio e di un pallido verde acqua... e poi c’era il fatto che portava gli occhiali, e come se non bastasse non sapeva sputare fuoco! Questa probabilmente era la cosa che lo faceva stare più male: che razza di drago sono se non so nemmeno accendere una candela, si chiedeva triste!La famiglia di Fiammifero viveva ormai da generazioni in un grande castello, da quando il suo bis bis-bisnonno paterno aveva fatto fuggire a gambe levate l’ultimo principe azzurro che aveva osato sfidarlo per liberare la bella principessa, rinchiusa nella torre più alta (sì, avete ragione, sempre la solita storia... la povera principessa imprigionata, il principe azzurro che deve salvarla, un castello... Eh, che ci volete fare, nel mondo delle favole usa così). Della povera ragazza non si ebbero più notizie certe, e nel villaggio cominciarono a circolare diverse voci: alcuni sostenevano che il drago l’avesse sgranocchiata a colazione, altri addirittura erano pronti a giurare di aver visto la principessa trasformarsi in un grosso pipistrello e volare via durante la notte, ma alcuni beninformati raccontarono che il drago le aveva risparmiato la vita, e lei in cambio aveva dovuto abbandonare in tutta fretta il suo castello e rifugiarsi in una capanna vicino al fiume: lì pare che in preda alla follia, avrebbe cominciato ad acchiappare i ranocchi che saltellavano da una foglia all’altra lungo la riva, per baciarli e sperare che uno di loro si trasformasse in principe. Non ci è dato sapere se sia riuscita nel suo intento, ma ci piace pensare che un bel giorno, sollevando le labbra dal corpo rugoso dell’ennesimo ranocchio di turno che stringeva tra le mani, si sia ritrovata davanti un bellissimo giovane dal sorriso smagliante... Certo, quel sorriso non sarà durato molto... giusto il tempo di rendersi conto di essere finito per terra a contare le ossa rotte, ma la povera principessa che colpa ne aveva? Un attimo prima stringeva tra le mani una bestiolina di qualche etto, e un istante dopo aveva in braccio un baldo giovane di ottanta chili! Non se lo aspettava, poverina!
Autrice
Diletta Tinti nasce in un freddissimo
giorno (cominciamo bene!) di gennaio del 1979. Essendo appassionata di
giochi di costruzioni decide di intraprendere la carriera di geometra
fino a quando, intorno al 24° anno, il suo cervello le fa credere di
essere una brava scrittrice.
RispondiEliminaIl cervello di Diletta Tinti non si è sbagliato: lei è veramente una brava scrittrice, a cui auguro "in bocca al lupo"!
Maura