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29 luglio 2014

RECENSIONE - Essere Melvin di Vittorio De Agrò


Titolo: Essere Melvin
Autore: Vittorio De Agrò
Editore: Self-Publishing


Le biografie e opere simili non fanno per me, lo ammetto, ma questo testo anche se non nel mio genere ha qualcosa di particolare.

La vita di Melvin non è raccontata in modo tradizionale ma è utilizzato uno scambio di battute tra il protagonista e il suo terapista. Ogni seduta è un capitolo del romanzo e un periodo della vita di Melvin.

Chi è Melvin? Un ragazzo siciliano condizionato dal padre, soprattutto nel rapporto con le donne. Un ragazzo che odia lo studio ma è spinto dalla madre a studiare. Un ragazzo che non si sente portato per il lavoro nei campi ma è costretto a prendervi parte. Melvin, è come un bruco intrappolato nella fase di bozzolo che non riesce a diventare farfalla perchè ostacolato dalle pressioni.

Il protagonista è un personaggio passivo, apatico e insicuro e per la prima parte del romanzo, circa il 30% secondo il mio reader, la storia non riesce a decollare. Poi inizia una sorta di love story da un'amicizia e il romanzo prende vita, così come anche Melvin che, improvvisamente sboccia, diventa più attivo e di iniziativa.

Anche se in un mare di menzogne e falsi malori, Melvin è un personaggio che si dà da fare e cambia rispetto alle prime pagine. Certo, ogni azione intrapresa da questo problematico eroe prevede una marea di ripercussioni psicologiche ma non si può dire che il protagonista manchi di tenacia nel portarle avanti.

Il romanzo raccoglie tutti i possibili drammi dell’animo umano, il rapporto conflittuale con i genitori, con l’altro sesso, con la società, con il lavoro e con se stessi. Il protagonista è davvero devastato perché non riesce a trovare un equilibrio e purtroppo anche le sue conoscenze, devo dire, non sono del tutto sane,come la lunatica Ambrosia, una delle sue "cotte"; o il minaccioso “l’Oscuro” amministratore di un forum che pretende di esercitare il controllo sia dentro che fuori dal web.

La fase della vita di Melvin che più mi ha attirato è proprio quella del suo incontro con il web, il rapporto con il forum, gli amici online e la trasposizione di queste amicizie nella vita offline. Un argomento interessante perchè più attuale e forse più vicino ai lettori in questa epoca di social network.

A un certo punto le situazioni, le bugie inventate da Melvin, diventano talmente assurde che inizio a provare frustrazione per il protagonista. Era snervante perché non riuscivo mai a vedere un punto d’arrivo né per me lettrice, né per Melvin ingolfato nelle frottole fino al collo.

Come ho interpretato il comportamento di Melvin? Come bisogno di attirare l'attenzione e cercare a tutti costi un modo per farsi notare e avere valore, un valore che non sente di avere né in ambito sociale né in quello privato. Un po' come gli adolescenti che fanno gli sbruffoni e si inventano storie per emergete nel loro gruppo e cercano di crearsi un'identita. Possibilmente una sola identità e non varie come Melvin.
Ai posteri ogni altra interpretazione di questo arcano personaggio.

Do 3 stelle al romanzo perché è interessante ma per il ritmo fin troppo costante della narrazione, per la sensazione di non giungere mai a un punto cruciale e per la mancanza di dinamicità (lo stesso terapista intravede uno schema ripetitivo nelle azioni di Melvin) che ho avvertito, non posso dire di esser stata particolarmente presa da questo testo.

Essere Melvin è una lettura che scorre grazie a una stesura fruibile e che trova spessore nei contenuti. Secondo me è particolarmente adatto a un pubblico curioso, indagatore della mente e dell'animo umano.

 ❤❤


TRAMA 
Genitori, scuola, amicizie, affetti, impegni tracciano un percorso lungo il quale Melvin, giovane proprietario terriero di origini siciliane, tenta faticosamente di avventurarsi, confliggendo fin da bambino contro aspirazioni e proiezioni familiari che non gli appartengono. Fantasie, strambe millanterie, menzogne, che gli sembrano fin da subito una via di fuga da una realtà avvertita come insostenibile, non fanno che trascinarlo pian piano in una dimensione in cui il mondo concreto e quello immaginario slittano continuamente l'uno nell'altro, producendo senza sosta antitesi inconciliabili nello sviluppo della personalità e delle relazioni affettive con il pur ricco universo femminile che lo circonda.

Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera. (Dalla prefazione di Guido Vitiello)
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2 commenti:

  1. bene, sono stata contenta di leggere questa recensione

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