Angela Pesce Fassio è nata ad Asti, dove risiede ormai
da parecchi anni dopo un lungo periodo vissuto nella residenza di
campagna.
Ricercatrice storica, cultrice di Filosofie Orientali, ama
leggere ogni genere di narrativa, ma anche saggi di Storia.
Dipinge,
disegna e apprezza la buona musica.
La sua grande passione sono i
cavalli, che infatti sono spesso ritratti nei quadri che ornano le
pareti della sua casa.
E poi c’è Sophie, la gattona che divide la sua
vita da ormai quindici anni, in competizione col marito che la divide da
molto più tempo.
Quando hai deciso di diventare scrittrice? Come hai scelto di intraprendere questa strada?
Quale genere letterario preferisci leggere e scrivere? Ne esiste uno con cui proprio non riesci a stabilire un feeling?
Con quale genere non sono compatibile? È una domanda pericolosa e mi appello alla facoltà di non rispondere. Potrei farmi dei nemici.
Hai pubblicato diversi libri, ma non tutti recano il tuo nome, uno di questi è proprio “La Croce di Bisanzio” edito prima dalla Nord e poi rinato in self publishing di recente. Come mai la scelta di pseudonimi? Come sono nati Morgan Fairy, Alexandra J. Forrest e Emma Seymour?

Hai mai raccontato di te e della tua vita nei tuoi romanzi? Quale opera racchiude più delle altre la tua essenza, personalità e biografia?
Dal punto di vista biografico, ma in chiave fortemente romanzata, c’è una sola opera che mi viene in mente. Un Romance pubblicato molti anni fa nel quale raccontavo la storia di una scrittrice alla ricerca del successo e in cui rivedevo me stessa. Lei, però, riusciva a raggiungere la celebrità tanto da arrivare a Hollywood e scrivere la sceneggiatura del film tratto dal suo libro.
Sì, okay, a Hollywood ci sono andata anch’io, ma non per le ragioni di cui sopra.
Si diceva della mia personalità e della mia essenza racchiuse in un’opera più che in altre. Onestamente non saprei quale. Semino entrambe ovunque come il prezzemolo. Mi tradisco di continuo rivelando me stessa attraverso le mie protagoniste. C’è la mia impronta in ogni libro, a partire dal mio viscerale amore per i cavalli, la natura e gli animali in genere. Per l’arte e la bellezza. Ci sono tutte le sfaccettature del mio carattere, anche quelle negative. Sì, lo so, a questo punto dovrei fare una citazione famosa, ma è troppo scontata e la evito.
Ho parlato anche troppo di me stessa. Lasciate che conservi qualche piccolo segreto.
Com’è stato il tuo percorso letterario? L’inizio, il rapporto con gli editori, le difficoltà e le piccole grandi soddisfazioni e tutto ciò che ti ha accompagnato alla pubblicazione?
Vi è passata la voglia di scrivere, amiche aspiranti scrittrici?
Beh, poi arrivano le soddisfazioni, i riconoscimenti, la pubblicazione all’estero, qualche plauso dalle recensioni, lusinghieri apprezzamenti, ma è una faticaccia. E mantenersi sempre a buoni se non eccelsi livelli lo è anche di più. Però è divertente, altrimenti avrei riposto la penna, pardon, il computer già da tempo.
Hai pubblicato sia con editori che in self publishing, quali differenze hai riscontrato? Come ti senti più a tuo agio?
Penso che il self sia una grande, grandissima opportunità. Intanto ti offre la possibilità di riproporre opere già edite e fuori catalogo e quindi dare loro una nuova visibilità. Si possono anche apportare dei ritocchi, intervenire sul testo con un restyling per aggiungere o togliere paragrafi, così da rinnovarlo. Per esempio ho riscritto completamente un romanzo che presenterò in formato digitale fra poco. La storia è la stessa, ma contiene brani inediti.
La differenza consiste principalmente nel fatto, e qui mi riferisco a opere nuove, di non doverti sottoporre alle “Forche Caudine” degli editori e di evitare i tempi lunghissimi, di solito mesi, che vengono impiegati per la lettura. Con il self puoi pubblicare il tuo libro subito e così come lo hai creato. Sarà poi il pubblico a decidere se è valido o meno.
Detto questo, non significa che abbia intenzione di abbandonare l’editoria tradizionale, anche se mi dà una certa sicurezza sapere che potrò pubblicare la mia opera comunque, indipendentemente dal parere dell’editore, le cui scelte sono spesso condizionate dall’andamento del mercato, dalla crisi e da fattori economici. Mi sento a mio agio in entrambi gli ambiti, pur essendo entusiasta di questa esperienza del tutto innovativa.
Cosa pensi del self publishing e del panorama editoriale attuale?
Di quale opera sei più soddisfatta? E perché?
Avendo già esperienza in questo campo, quali sono i segreti per farsi notare da una casa editrice? Hai consigli da dare ai futuri scrittori?
Consiglio perciò di non scoraggiarsi al primo o al secondo rifiuto. Magari al terzo si può cercare di capire cosa non funziona. Rivolgersi a qualcuno che abbia esperienza e fidarsi del suo giudizio. Ricordarsi sempre che le critiche aiutano a crescere. Danno fastidio, lo so, ma servono.
Comunque, considero piuttosto singolare che in un Paese dove si legge molto poco ci sia un così elevato numero di aspiranti scrittori. La lettura è fondamentale per chi desidera diventare a propria volta un autore. Leggere di tutto e impadronirsi delle tecniche analizzando il testo. Lo stile è personale, ma a scrivere si impara dagli altri pian piano, con pazienza, anche sbagliando. Possono essere utili i corsi di scrittura creativa, ma se non esiste un vero talento, se non si è stati benedetti con questo dono stupendo, sarà difficile realizzare il proprio sogno.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai già qualche altra opera in stesura o addirittura pronta?
collaboratore abbiamo un fitto programma di uscite in formato digitale fino a giugno. Ci stiamo addentrando su un terreno ancora quasi inesplorato e dovremo scoprire un poco alla volta com’è meglio muoversi.
Attualmente sto lavorando a un Romance, ma è solo la prima stesura e quando l’avrò finito e lasciato decantare dovrò fare la cosa più difficile: una severa autocritica e quindi riscriverlo. Nel frattempo, cioè mentre questo riposa, mi dedicherò a un’altra storia. Probabilmente il seguito di “Post Mortem” e secondo della trilogia. Finito, ma non so ancora se pronto per la pubblicazione, c’è un altro seguito di cui, per adesso, non rivelerò il titolo.
Per concludere desidero ringraziare Ornella di avermi ospitata nel suo salotto virtuale e di avermi dato modo di intrattenervi con questa lunga chiacchierata.
Un affettuoso saluto dalla vostra Angela.














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