Dall’8 marzo in libreria. La scrittura di Pia Pera. La versione di Lolita.
TRAMA
Ci sono personaggi, nei romanzi, che non parlano mai, sono raccontati da
altri, visti dall’esterno. Succede a tutti di avere il desiderio di
sentirne la voce per poter afferrare la storia anche dal loro punto di
vista. Così è successo a Pia Pera che, agli inizi degli anni Novanta del
secolo scorso, quando era una promessa della letteratura italiana, ha
tirato fuori dalle pagine di un capolavoro amatissimo la coprotagonista,
la Lolita di Nabokov raccontata da Humbert Humbert, e l’ha messa sulla
scena del suo primo, e unico, romanzo, facendola parlare in prima
persona, mostrandoci la sua versione dei fatti.
Che non è quella della vittima di un pedofilo ma d un’adolescente in rivolta contro il mondo degli adulti, che lotta con ogni mezzo – lecito o illecito – per sopravvivere nella realtà cruda in cui si trova: e quindi è seduttrice e sedotta, matura e infantile, cinica e ingenua, ribelle e idealista. Ma soprattutto è sfrontata e irriverente, demistifica ogni assoluto e ha il dono di dire sempre tutta la verità, come solo gli adolescenti sanno fare. E come in fondo sapeva fare straordinariamente bene anche Pia Pera.
Che non è quella della vittima di un pedofilo ma d un’adolescente in rivolta contro il mondo degli adulti, che lotta con ogni mezzo – lecito o illecito – per sopravvivere nella realtà cruda in cui si trova: e quindi è seduttrice e sedotta, matura e infantile, cinica e ingenua, ribelle e idealista. Ma soprattutto è sfrontata e irriverente, demistifica ogni assoluto e ha il dono di dire sempre tutta la verità, come solo gli adolescenti sanno fare. E come in fondo sapeva fare straordinariamente bene anche Pia Pera.
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