AUTORE: Cristina Katia Panepinto
PREZZO: cart. 15,00 €
PAGINE: 204
TRAMA
Quando il PM Amedeo Cantini viene condotto davanti al cadavere di una giovane modella assassinata, capisce subito che quello sarà il caso più difficile della sua vita. Abbandonata dentro un cassonetto nei pressi del Parco delle Cascine di Firenze c'è infatti la figlia di Emma Aldori, suo grande e sofferto amore di gioventù. Travolto dai fantasmi del passato, il magistrato chiede all'ex-moglie, la terapeuta Violetta Salmoiraghi, di affiancarlo nelle indagini. Insieme cominceranno a investigare sugli ultimi mesi di vita della ragazza e si addentreranno in un gioco di specchi fatto di tradimenti, intrighi e bugie, fino alla scoperta di un raccapricciante segreto, dietro cui si nasconde l'ombra omicida del Fioraio di Monteriggioni. Il romanzo racconta un tema difficile, in cui la componente emotiva e sentimentale gioca un ruolo importante. È l'amore, o quello che a volte si reputa tale, a trascinare nel baratro le vite dei protagonisti, ma è sempre questo sentimento ad offrire, alla fine, l'unica via di riscatto.
La vista di quel soprannome le aprì d’improvviso un tunnel nella memoria, riportando al suo
all’orecchio la voce graffiante di un cronista, sovrapposta a delle immagini in bianco e nero
puntate su un viottolo di campagna posto nel mezzo di una ricca vegetazione.
Lei aveva nove anni e stava cenando con la famiglia, mentre alla televisione parlavano di una bimba nascosta sotto un lenzuolo bianco. Non riuscendo a comprendere del tutto il significato di quanto veniva detto, Violetta se ne stava concentrata sullo schermo, aspettando che la piccola uscisse dalla sua copertura per scambiare due parole con gli uomini in divisa che la circondavano. La bambina però non si era mai alzata, né allora, né le volte successive in cui avevano parlato di lei.
all’orecchio la voce graffiante di un cronista, sovrapposta a delle immagini in bianco e nero
puntate su un viottolo di campagna posto nel mezzo di una ricca vegetazione.
Lei aveva nove anni e stava cenando con la famiglia, mentre alla televisione parlavano di una bimba nascosta sotto un lenzuolo bianco. Non riuscendo a comprendere del tutto il significato di quanto veniva detto, Violetta se ne stava concentrata sullo schermo, aspettando che la piccola uscisse dalla sua copertura per scambiare due parole con gli uomini in divisa che la circondavano. La bambina però non si era mai alzata, né allora, né le volte successive in cui avevano parlato di lei.
TRAMA
Mark Andreani, 17 anni, fantasista di una squadra della Lega Dilettanti ma dal sicuro futuro professionistico, è morto, precipitando dal balcone di casa. Una disgrazia, un suicidio o un delitto su cui si staglia l’ombra nera del doping? Sulla sua morte è chiamato a indagare Max Brandi, un poliziotto anomalo e scomodo. Solo una persona sa la verità su Mark e il miracolo della piccola squadra che un gruppo di affaristi sta portando nel calcio che conta: il portiere e capitano Pat Fornero, quarantenne a fine carriera.
Diceva che il calcio è bellezza e pazzia.
«Volete la tattica? Andate all’accademia militare o giocate a scacchi.
Non vi applaudiranno mai per come applicate la tattica del fuorigioco, ma fate un cazzo di dribbling di tacco e i tifosi vi ameranno.»
A Mark non ci sarebbe stato bisogno di dirlo...
«Volete la tattica? Andate all’accademia militare o giocate a scacchi.
Non vi applaudiranno mai per come applicate la tattica del fuorigioco, ma fate un cazzo di dribbling di tacco e i tifosi vi ameranno.»
A Mark non ci sarebbe stato bisogno di dirlo...
TRAMA
«Cos’è successo?» chiese Rubatto avvicinandosi a Marco e appoggiando le mani sulle sue spalle. La sigaretta era in un angolo della bocca e il fumo saliva in spire disperdendosi nella tromba delle scale e tra le balaustre del corrimano.
«L... U... I... S... A.»
Lovisolo pronunciò quelle cinque lettere come se fossero semplici suoni senza un significato preciso, poi aggiunse «Me l’hanno uccisa».
Torino. Alla vigilia delle elezioni comunali viene ritrovato il corpo senza vita della figlia del più autorevole candidato alla ambitissima poltrona di sindaco: Marco Lovisolo. Rubatto e la sua squadra iniziano immediatamente le indagini ma, questa volta, la flemma dell’ispettore viene messa a dura prova dal fatto che lui e Marco Lovisolo erano stati compagni di scuola e grandi amici prima che la vita, e le loro scelte, li allontanasse l’uno dall’altro.
Le domande a cui dare risposta sono molte ma una svetta su tutte: era Luisa la vittima designata
o qualcuno ha voluto colpire il padre?
Le domande a cui dare risposta sono molte ma una svetta su tutte: era Luisa la vittima designata
o qualcuno ha voluto colpire il padre?
«Cos’è successo?» chiese Rubatto avvicinandosi a Marco e appoggiando le mani sulle sue spalle. La sigaretta era in un angolo della bocca e il fumo saliva in spire disperdendosi nella tromba delle scale e tra le balaustre del corrimano.
«L... U... I... S... A.»
Lovisolo pronunciò quelle cinque lettere come se fossero semplici suoni senza un significato preciso, poi aggiunse «Me l’hanno uccisa».
TRAMA
Era arrivato il momento di giocare duro e mostrare chi stringeva la cravatta. Fece per prendere
la pistola, ma un urlo bestiale gli ghiacciò il sangue.
Vide gli occhi di Baldo Maggioli sbocciare come orchidee. La bocca gli rimase contratta in una
smorfia ebete. Alberto si voltò e per un istante credette di sognare.
Ciro Mastantuono si muoveva all’interno della serra vorticando come un tornado. Stringeva
con entrambe le mani una katana e la mulinava sopra la testa come la pala di un elicottero.
A una velocità incredibile.
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