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27 aprile 2017

SEGNALAZIONE - Lo Scarabocchio di Cinzia Nazzareno | Bonfirraro

Più forte di The Danish Girl, più profondo della complessa riflessione de La pelle che abito, esce nelle librerie il romanzo “Lo Scarabocchio” edito da Bonfirraro, delicato e perturbante romanzo sull’identità di genere, in tutte le librerie dal 1° aprile.

TITOLO: Lo Scarabocchio
AUTORE: Cinzia Nazzareno
EDITORE: Bonfirraro
GENERE: Narrativa
PREZZO: cart. 16,90 €
PAGINE:

TRAMA
Olmo è un piccolo borgo della Sicilia degli anni '70. È qui che vive la famiglia, apparentemente felice, di Filippo Aletta. Soltanto l'ultimogenito, lo strano e tormentato Gianni detto "Genny", desta alcune preoccupazioni. Quando una notte, nel fienile, il padre lo scorge in atteggiamenti equivoci con lo sgorbio del villaggio, prende coscienza con amarezza della sua vera identità sessuale di donna intrappolata nel corpo di un ragazzo e, in preda a una crisi di nervi, lo caccia da casa e gli intima l'immediato trasferimento a Roma.
È lì che l'ingenuo Genny spera di incontrare il vero amore... Con una struttura a cornice che apre, pervade e chiude il racconto e che ne rivelerà il messaggio più profondo, la storia è il crudele affresco di una società cieca e bigotta, pervasa da infiniti pregiudizi nei confronti della "diversità", e prosegue con travolgenti colpi di scena, fino a giungere a uno struggente finale mozzafiato.



Ricco di suspense, forte e struggente in alcuni momenti narrativi, il romanzo è addolcito dallo scavo psicologico nell’animo di un giovane innocente, tant’è che Emanuela Ersilia Abbadessa, una delle più note scrittrici del panorama nazionale, tra le prime ad aver letto il libro in anteprima, ha voluto dedicare un endorsement non indifferente. “La Nazzareno - ha scritto per la quarta di copertina - racconta con delicatezza un’intera epopea familiare, attraverso la difficoltà di una protagonista in absentia, intima e lieve, che vuole affermare la propria identità sessuale in una Sicilia ancora impreparata al cambiamento”. «La Nazzareno ci ha sorpreso ancora una volta – dichiara l’editore Bonfirraro – riconfermandosi grande affabulatrice di storie non facili da raccontare, vivificate dal suo animo delicato di scrittrice e dalla sua grande forza emotiva, caratteristiche che ci colpirono sin dal primo incontro». Un lavoro non indifferente per l’autrice, che ha approfittato dei due anni di lontananza dalla scena letteraria per approfondire e rielaborare la propria scrittura, diventata più matura e ariosa, che si incanala sulla linea della riflessione della complessità dei rapporti umani tra consanguinei, già toccata nel precedente racconto. Originale anche la scelta neorealistica della lingua, che la fa annoverare anche tra gli epigoni del maestro Camilleri, in questa Sicilia così barocca che permette pure di inventare il linguaggio.

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