Più forte di The Danish Girl, più profondo della complessa riflessione de La pelle che abito, esce
nelle librerie il romanzo “Lo Scarabocchio” edito da Bonfirraro, delicato e perturbante
romanzo sull’identità di genere, in tutte le librerie dal 1° aprile.
TRAMA
Olmo è un piccolo borgo della Sicilia degli anni '70. È qui che vive la
famiglia, apparentemente felice, di Filippo Aletta. Soltanto
l'ultimogenito, lo strano e tormentato Gianni detto "Genny", desta
alcune preoccupazioni. Quando una notte, nel fienile, il padre lo scorge
in atteggiamenti equivoci con lo sgorbio del villaggio, prende
coscienza con amarezza della sua vera identità sessuale di donna
intrappolata nel corpo di un ragazzo e, in preda a una crisi di nervi,
lo caccia da casa e gli intima l'immediato trasferimento a Roma.È lì che l'ingenuo Genny spera di incontrare il vero amore... Con una struttura a cornice che apre, pervade e chiude il racconto e che ne rivelerà il messaggio più profondo, la storia è il crudele affresco di una società cieca e bigotta, pervasa da infiniti pregiudizi nei confronti della "diversità", e prosegue con travolgenti colpi di scena, fino a giungere a uno struggente finale mozzafiato.
Ricco di suspense, forte e struggente in alcuni momenti narrativi, il romanzo è addolcito dallo scavo
psicologico nell’animo di un giovane innocente, tant’è che Emanuela Ersilia Abbadessa, una
delle più note scrittrici del panorama nazionale, tra le prime ad aver letto il libro in
anteprima, ha voluto dedicare un endorsement non indifferente. “La Nazzareno - ha scritto per
la quarta di copertina - racconta con delicatezza un’intera epopea familiare, attraverso la difficoltà
di una protagonista in absentia, intima e lieve, che vuole affermare la propria identità sessuale in
una Sicilia ancora impreparata al cambiamento”.
«La Nazzareno ci ha sorpreso ancora una volta – dichiara l’editore Bonfirraro – riconfermandosi
grande affabulatrice di storie non facili da raccontare, vivificate dal suo animo delicato di scrittrice
e dalla sua grande forza emotiva, caratteristiche che ci colpirono sin dal primo incontro».
Un lavoro non indifferente per l’autrice, che ha approfittato dei due anni di lontananza dalla scena
letteraria per approfondire e rielaborare la propria scrittura, diventata più matura e ariosa,
che si incanala sulla linea della riflessione della complessità dei rapporti umani tra
consanguinei, già toccata nel precedente racconto. Originale anche la scelta neorealistica della
lingua, che la fa annoverare anche tra gli epigoni del maestro Camilleri, in questa Sicilia così
barocca che permette pure di inventare il linguaggio.
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti sono la linfa vitale del blog, lasciate un segno ツ