Salve lettori, nuova intervista sul blog. Ospite di oggi: Stefano Labbia.
Benvenuto su Peccati di Penna, Stefano! Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Innanzitutto, grazie! Ricordo di aver sempre scritto e
disegnato, sin da tenera età. Per me la scrittura è sempre stato un mezzo di
espressione potente, vero, forte e delicato al tempo stesso.
Qual è stato il tuo primo testo?
Della mia prima composizione poetica non ho memoria. Se
invece ci si riferisce, come credo, al mio primo testo in generale credo sia
stata una fiaba. Credo parlasse di un gatto e che vi fossero più animali in
scena...
Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non
riesci a leggere e/o a scrivere?
La poesia è uno dei modi di comunicare più potenti ed
espressivi, a mio avviso. In un contesto "ridotto", si possono
veicolare sensazioni, emozioni e narrare storie con forza e grande impatto che
altrimenti non avrebbero voce. Non ho mai provato a scrivere un noir...
Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
"I Giardini Incantati" è la mia seconda silloge
poetica, quindi avevo già avuto un'altra esperienza in tal senso. Forte della
precedente e con sempre più voglia di continuare questo percorso, ho avuto la
fortuna di trovare un editore paziente, capace e garbato. Il libro che vedete,
curato sin nei minimi dettagli, ne è il risultato.
Come è nata l’idea de I
Giardini Incantati? Cosa ti ha ispirato?
I Giardini Incantati sono un luogo, uno stato mentale. Un
rifugio in penombra che ingloba peccati e
piaceri, gioie e dolori in una full immersion di coscienza. Secondo me è
importante capire. Nel senso ampio del termine, voglio dire... Capire dove si è
sbagliato. Capire quando si è stati bene. E come provare o non provare certe
sensazioni che provocano in noi felicità o infelicità. Sono magici, incantati,
questi giardini, non perché fiabeschi... ma perché risiedono nella nostra
testa, dove la magia della nostra anima, del nostro spirito abbraccia i
ricordi, le situazioni che ci hanno segnato, che hanno fatto di noi quello che
siamo. Capire è importante. Dovrebbe essere alla base di tutto.
Quanto c’è di te in questo testo?
Tutto. E niente al tempo stesso... Intendo, scrivo di
getto, cavalcando emozioni vere, reali che ho provato oppure che ho carpito in
un dato istante. Ma quando qualcuno le legge... beh, ecco che diventano sue. E
non più mie. La magia della scrittura... e della poesia, aggiungo io.
Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo
hai superato?
Sì, mi è capitato. Quando si è sotto pressione e
"pungolati" da una scadenza può succedere... Ovviamente non parlo di
poesie ma di sceneggiature con cui mi cimento da un po' di tempo a questa
parte... L'ho superato perché quando credi in quello che fai, quando senti tua
la storia che stai narrando... e quando sai che puoi farlo... tutto torna a
scorrere ed il blocco è solo un infausto ricordo, un attimo di panico
sciagurato.
Cosa vuoi comunicare con I Giardini Incantati?
Speranza. Amore. La gioia ed i dubbi che ci accompagnano
in questa vita. Verità. E che capire è - o dovrebbe essere - la prima cosa da
fare.
Cosa pensi del Self-Publishing?
Può essere un'opportunità per gli autori emergenti. Di
questi tempi come non mai, è molto difficile che qualcuno rischi e creda in te
o in un progetto anche se valido, purtroppo. Si preferisce andare "sul
sicuro". Almeno sino a quando il pubblico non l'avrà a noia. Del resto per
gli altri... è facile salire sul carro del vincitore. Spingerlo prima che parta
un po' meno...
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Tantissimi... Un progetto in Inghilterra (una serie
fantastica di stampo teen drama da me ideata) ed uno in Italia (il mio primo
lungometraggio per cui stiamo tentando di trovare fondi anche se alcune
produzioni sembrano essere interessate) per quanto riguarda l'audiovisivo. Poi
un romanzo, il mio primo, dal titolo "Piccole vite infelici" e una
raccolta di racconti che a breve vedrà la luce. C'è anche Kremisi, una graphic
novel che ho firmato e su cui sto lavorando assieme ad un team di giovani
disegnatori. Senza trascurare, ovviamente, la mia terza raccolta di poesie...
Grazie a Stefano per
averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona
scrittura!
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